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Furono irregolari e dunque illegali le spettacolari perquisizioni del 24 giugno 2010 al palazzo arcivescovile di Bruxelles-Malines in Belgio e degli uffici del cardinale Godfried Danneels, arcivescovo emerito e già presidente della Conferenza episcopale belga. A stabilirlo in modo definitivo è stata la Corte di Cassazione a Bruxelles, che ha così confermato due sentenze di istanze inferiori che già avevano disposto l'inutilizzabilità del materiale raccolto in quella circostanza nel quadro dei processi su presunti casi di abusi di minori da parte di religiosi. Una sentenza che non entra nel merito delle indagini e dunque non rivoluziona l'inchiesta. Certamente, però, impone quanto meno una correzione e dà ragione ai tanti che allora rimasero indignati soprattutto per le misure eccezionali – e mediaticamente molto evidenziate – disposte allora dal giudice istruttore di Bruxelles, Wim De Troy.
Naturale la soddisfazione dell'avvocato del cardinale Danneels, Fernand Keuleneer. «Come avevamo sostenuto fin dall'inizio – ha dichiarato in un comunicato – la Corte ha ritenuto che il giudice istruttore sia andato "a pesca". E cioè ha intenzionalmente tentato, sequestrando in modo arbitrario un numero incredibile di documenti, di raccogliere prove su presunti reati senza aver alcun indizio della loro esistenza, e così violando la legge». Dunque, prosegue la nota, «l'arcidiocesi e il cardinale Danneels si dichiarano soddisfatti di questa sentenza, che mette un punto finale alla discussione sulle perquisizioni del giugno 2010. Essi continueranno, come in passato, a cooperare a un'indagine giudiziaria condotta in modo corretto».
Il giudice De Troy, che indagava su presunte – e finora mai dimostrate – «coperture» da parte dell'arcidiocesi su casi di abusi di minori da parte di religiosi ("Operazione Calice"), aveva disposto la perquisizione degli uffici dell'arcidiocesi e di quello privato del cardinale Danneels, con la confisca di numerosi documenti. Particolarmente scalpore fece, in quell'occasione, la parziale apertura delle tombe di due cardinali nella cattedrale di Malines per verificare l'eventuale occultamento, nei sepolcri, di materiale «sospetto».
Perquisizioni durate dalle 10 e 30 del mattino fino alle 19 e 30, con l'obbligo per tutto il personale e i vescovi di restare a disposizione nel palazzo arcivescovile, dopo aver consegnato agli agenti documenti di identità e telefoni cellulari. La notizia con le relative immagini fece il giro del mondo. «In poche ore – commentò in quell'occasione l'arcivescovo di Bruxelles-Malines, Monsignor André-Joseph Léonard – è stata oscurata l'immagine della Chiesa». In effetti i dubbi sulla legalità delle perquisizioni erano iniziati quasi subito, e così si era arrivati a due sentenze della Corte d'Appello, nel novembre 2011 (annullata dalla stessa Cassazione perché insufficientemente motivata) e poi di nuovo nel dicembre 2012, che stabilivano che il materiale sequestrato non potesse esser utilizzato nei processi in corso.
A rivolgersi alla Cassazione contro quella decisione erano state le parti civili. I consulenti legali della Conferenza episcopale belga stanno ora valutando la possibilità di ulteriori azioni legali sulla base della sentenza della Cassazione. Ci vorrà tempo, comunque sia, per riparare il danno arrecato alla Chiesa belga dalle spettacolari, e illegali perquisizioni.
Nota di BastaBugie: per ripercorrere la triste vicenda, vi riproponiamo due articoli che abbiamo pubblicato quando accaddero i fatti narrati in questo articolo
IN BELGIO PERQUISITO L'ARCIVESCOVADO E I VESCOVI PRESENTI TRATTATI COME DELINQUENTI, PROFANATE LE TOMBE PER ORDINE DEI GIUDICI
La vergognosa arroganza del potere chiamata laicità, che mira non alla verità, ma all'umiliazione della Chiesa
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=88
IN BELGIO IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DISAPPROVA IL METODO BRUTALE USATO DALLA POLIZIA CONTRO I VESCOVI
Ecco invece come La Repubblica e La Stampa hanno distorto la realtà (Clamoroso! Da non credere!)
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=70
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