FRANCIA, LA GRANDE SOSTITUZIONE E' ORMAI IRREVERSIBILE: L'ISLAM HA LA STRADA SPIANATA
Gli immigrati stanno sostituendo la popolazione nativa... ecco perché le forze dell'ordine francesi a maggio scesero in piazza: per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire
Fonte: Sito del Timone, 31 agosto 2021
Ieri era una "fissazione" complottista, oggi è una "verità"? La "grande sostituzione" viene considerata "complottismo" da quelli che non vogliono sentire parlare d'immigrazione. Ma ora la copertura mediatica di un vasto studio di France Strategy sulla "segregazione residenziale in Francia" infrange questo tabù, mostrando la crescita galoppante della popolazione di origine extraeuropea sul territorio nazionale francese. Niente di più ufficiale di France Strategy: istituzione legata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che «ha l'obiettivo di contribuire alla determinazione dei principali orientamenti per il futuro della Nazione e degli obiettivi di medio e lungo termine del suo sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale, nonché alla preparazione delle riforme», come si legge sul suo profilo Wikipedia. France Strategy fornisce dati, oltre al Primo Ministro, ad una moltitudine di Consigli statali di analisi e orientamento (Consiglio di analisi economica, Consiglio di orientamento per l'occupazione, pensioni, Consiglio superiore per il clima, ecc.). Questo studio, pubblicato nel 2020, è una mappatura redatta su 55 "unità urbane" francesi con più di 100.000 abitanti. Questa cartografia è una dimostrazione lampante del vertiginoso spostamento demografico che si è verificato nell'ultimo mezzo secolo (1968-2017) in molte città e "aree urbane", e non solo in Senna- Saint-Denis, ma nel 18° distretto di Parigi... come a Rennes o Limoges. Le popolazioni di origine immigrata hanno massicciamente sostituito i "nativi francesi".
ESEMPI DELLA DRAMMATICA SITUAZIONE Ecco alcuni esempi, identificati da Causeur. Nel 2017, i bambini immigrati o nati da genitori immigrati non europei erano la maggioranza nella fascia di età 0-18 in oltre della metà dei comuni di Seine-Saint-Denis. A causa dei trasferimenti dei francesi "autoctoni" e dell'alto tasso di natalità delle popolazioni immigrate, la percentuale di figli di immigrati non europei è esplosa. Nel comune di Courneuve, questa percentuale è aumentata del 60% tra il 1990 e il 2017. A Pierrefitte-sur-Seine, nello stesso periodo, la percentuale di figli di immigrati non europei è più che raddoppiata fino a raggiungere il 102%. Non si tratta di un fenomeno circoscritto a Seine Saint-Denis: in alcuni distretti di Parigi, questi figli di immigrati rappresentano fino alla metà della popolazione nella fascia 0-18 anni: «50% nel XIX° distretto, 43% nel XVIII° distretto, 42 % nel 20 ° distretto, 41% nel 13° distretto"... una percentuale elevata anche in alcuni quartieri: a Clignancourt / Porte de Saint-Ouen (nel 18° distretto): il 72% dei giovani 0-18 anni proviene da genitori immigrati non europei». Come si può vedere sul sito di France Strategy , lo stesso fenomeno "dinamico" può essere osservato su tutto il territorio nazionale. A Rennes, «i figli di genitori immigrati extraeuropei rappresentano ormai quasi un quarto (22,8%) dei giovani tra 0-18 anni. Tra il 1990 e il 2017, la percentuale di figli di genitori non europei è triplicata, passando dal 7,7% al 22,8%, con picchi esasperanti in alcuni quartieri (+ 355% a Villejean-Beauregard). A Limoges, una tranquilla cittadina di provincia che si potrebbe credere lontana dai flussi migratori, la percentuale di figli di immigrati è aumentata del 170% in meno di trent'anni. Oggi, (ci si riferisce al 2017) i figli di genitori immigrati non europei rappresentano in media più di un quarto (27,5%) dei giovani tra 0-18 anni e la percentuale sale fino al 61% in alcuni quartieri».
PER RIFLETTERE Tre osservazioni conclusive. 1) In primo luogo, queste statistiche riportate sopra non vanno oltre il 2017 e le percentuali che indicano sono aumentate negli ultimi 4 anni, a causa della continuazione dell'immigrazione (legale, 469.000 persone per il solo anno 2019, e illegale) e delle differenze di natalità tra "nativo" francese e background immigrato (2,73 figli in media per una donna immigrata, contro 1,9 per i nativi). Conseguenza: «Nel 2018, quasi un terzo dei bambini nati in Francia (31,4%) ha almeno un genitore nato all'estero». 2) In secondo luogo, Causeur richiama l'attenzione sul fatto che questi calcoli non includono la "terza generazione", quella dei bambini nati da nonni immigrati extraeuropei... di cui sappiamo che l'integrazione e a maggior ragione l'assimilazione costituiscono un grave problema per l'intera nazione. Inoltre non includono, o solo molto parzialmente, gli immigrati clandestini... 3) Infine, tutto ciò sostiene l'urgente legalizzazione di uno strumento indispensabile per la demografia, le statistiche etniche "reali" praticate senza creare alcuno scandalo nel Regno Unito o negli Stati Uniti.
Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Polizia in piazza: Noi vittime di violenza e islamismo" parla delle forze dell'ordine francesi che a maggio scesero in piazza per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24-05-2021: La polizia in piazza a Parigi. A Palais Bourbon, mercoledì, si sono riuniti in oltre 35 mila. Niente di simile è mai stato organizzato, una mobilitazione da record che ha visto schierati uomini e donne in divisa non per più fondi, ma per chiedere protezione da quello Stato che essi stessi rappresentano. Minori non accompagnati che hanno innescato un'escalation di violenza; separatismo islamico; terrorismo; bande di immigrati dedite al narcotraffico; disordini e impunità per tutti. Le forze dell'ordine francesi sono ostaggio di un clima senza precedenti, e dinanzi al quale si sentono impotenti oltre che vittime. È il rischio guerra civile che lamentano. Lungo il Quai d'Orsay, alla polizia si sono aggiunti anche i concittadini e una schiera di deputati con tanto di fascia tricolore. Mercoledì, alla manifestazione, c'era anche il ministro dell'Interno, Darmanin. Avalla la posizione delle forze dell'ordine contro il suo governo? È estraneo al potere del suo ufficio o ha solo tentato di sminuire la controversia? Non si sa, ma opposizione, polizia e opinione pubblica non l'hanno presa bene. La sua presenza è sembrata quasi un ammissione d'impotenza. Ma la polizia non vuole arrendersi alla nuova Francia. La manifestazione è iniziata in silenzio. È un agente a spezzarlo annunciando che sul maxi schermo sarebbero stati proiettati i filmati di quel che la polizia è costretta a subire ogni giorno. E così le auto di servizio ribaltate e date in fiamme, il separatismo islamico e i territori della République ostaggio di immigrati e inaccessibili ai francesi, le bande di minori non accompagnati, il terrorismo islamico, tutto quello che vi abbiamo raccontato in questi mesi, viene riproposto in mondovisione, come un film. Ma è tutto vero. La polizia è il bersaglio della nuova popolazione islamica di Francia. E gli organizzatori della manifestazione portano sul palco proprio il bersaglio e il loro simbolo insanguinato. Già nel giugno 2019 un rapporto parlamentare lanciava l'allarme sull'infiltrazione islamica in ogni ambito della società pubblica francese. Persino nella polizia. Il caso Mickaël Harpon - il poliziotto radicalizzato che accoltellò i colleghi in nome di Allah - fu il primo sintomo di metastasi. La manifestazione è stata organizzata per puntare il dito soprattutto contro la magistratura e le sue condanne a singhiozzo, la psichiatria invece del carcere, i rilasci lampo, i limiti imposti negli interventi. Oltre alle continue condanne di cui toghe e media investono le divise blu anche dopo le bombe molotov di cui sono vittime quotidianamente ormai. E non più in alcuni quartieri, ma in tutto il Paese. Simon Babre, a capo della DRCPN - Direzione delle risorse e delle competenze della polizia nazionale - ha denunciato che in un anno le sue squadre hanno contato 7 morti - l'ultimo è Eric Masson, ucciso in un'operazione antidroga - e 5500 feriti, di cui 4800 a causa di aggressioni. Per Babre c'è una palese banalizzazione della violenza contro l'istituzione e chi la rappresenta, e il limite è ormai stato superato. Il premier Castex, in tutta risposta, per calmare gli animi ha promesso un finanziamento di 10 milioni per la messa in sicurezza dei commissariati. Ma non è questo che le divise blu chiedono. Il patto tra società e cittadini è stato stracciato dai nuovi inquilini di Francia. E ridurre questo sviluppo al solo traffico di droga è come la psichiatria per i terroristi islamici: una nuova forma di negazione della realtà. Come ha sottolineato anche Jean-Eric Schoetti, ex consigliere di Stato. Jean-Luc Mélenchon, candidato all'Eliseo nel 2017 e fondatore del Partito di sinistra ha voluto condannare sia la polizia sia chi si è permesso di autorizzare una simile manifestazione. Evidentemente non s'è reso conto di quel che sta accadendo in Francia, né ha letto quel che hanno denunciato le due lettere aperte delle forze dell'ordine, all'indirizzo dell'Eliseo. In meno di due settimane i responsabili della sicurezza nazionale hanno chiesto, con toni gravi e accusatori, che il presidente Macron si preoccupi del rischio guerra civile etno-religiosa. Inutile dire dell'irritazione di Macron: non solo perché le ha lette come una minaccia simil golpista, ma perché sarebbero un bel regalo a Le Pen in vista delle imminenti elezioni. La prima missiva, a fine aprile, è stata firmata dai militari in pensione che hanno chiesto di non sottovalutare i quartieri fuori controllo, la radicalizzazione e la demografia, nuovo cavallo di Troia per Parigi: «I pericoli crescono, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che un giorno un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? ...chi guida il nostro Paese deve imperativamente trovare il coraggio necessario per sradicare questi pericoli è sufficiente applicare senza debolezze le leggi che già esistono. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è stufa dei vostri vacillanti e colpevoli silenzi. Come disse il cardinale Mercier, primate del Belgio: "Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte"... Domani la guerra civile metterà fine a questo caos crescente, e i morti, di cui sarete responsabili, si conteranno a migliaia». L'immigrazione incontrollata ha reso Parigi una polveriera, si sa: le rivolte del 2005 e gli attentati del 2015 hanno fatto da introduzione a tutto quello che negli ultimi 6 anni è accaduto e che ha reso la Francia la capitale del terrorismo occidentale. Il campo rifugiati Millénarie, in centro a Parigi, smantellato quasi 40 volte e dei cui inquilini si è presa cura la comunità musulmana donando loro tende ad uso esclusivo di islamici, con tanto di tappeti, la dice lunghissima. Il 9 maggio una nuova lettera aperta. Questa volta scritta da "militari attivi", ergo in servizio, che hanno voluto manifestare sostegno ai firmatari della missiva del 21 aprile. Oltre a ribadire il contenuto dei colleghi in pensione, questi soldati, si dicono testimoni «[del]le banlieue abbandonate e [de]gli accomodamenti con la delinquenza" e denunciano di aver subito "tentativi di strumentalizzazione da parte di innumerevoli comunità religiose, per le quali la Francia non significa niente, nient'altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo e odio». Macron e tutta la classe politica vengono accusati di gravi responsabilità: accondiscendenza con il crimine organizzato, concessioni all'islam radicale e indifferenza nei confronti del rischio di una guerra civile. Chi ignora lo stato delle cose e sentenzia su fantapolitica ed esasperazione delle forze dell'ordine non sa che sono 300 gli imam stranieri considerati pericolosi per la sicurezza nazionale e per i quali è stato predisposto il rimpatrio; 456 i cittadini francesi che sono stati rimpatriati dalla Siria e 350 sono in attesa di recupero, di cui 200 minori; 236 i clandestini identificati come radicalizzati a gennaio 2021; 250 detenuti per reati legati al terrorismo islamico; 15mila i soggetti sorvegliati perché in odore di terrorismo; 23 i casi accertati di ex militari che negli ultimi nove anni hanno abbandonato la divisa per arruolarsi in organizzazioni terroristiche come lo Stato islamico.
Titolo originale: Francia, la grande sostituzione (demografica) Fonte: Sito del Timone, 31 agosto 2021
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