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CHE FARE SE IL MIO RAGAZZO MI PROPONE LA CONVIVENZA?
Lui dice che è per rendere più sicuro il nostro amore, ma...
di Padre Angelo Bellon
 

Caro Padre Angelo,
da alcuni anni sono fidanzata con V., un ragazzo meraviglioso che mi ha fatto sperimentare per la prima volta cosa significhi vivere una storia d'amore stabile, confrontarsi con l'altro, accettarne i difetti e riconoscere i propri, cercare di migliorare e crescere insieme.
Prima del nostro incontro mi sentivo molto sola, non avevo mai avuto un ragazzo. Quando iniziai a conoscere meglio V., a sentirmi a mio agio con lui e ad avvertire una fiducia quale non avevo mai provato per nessun altro ragazzo, riuscii finalmente a superare le mie paure; dal giorno in cui mi misi con lui mi convinsi che era un dono di Dio, la gioia e lo scopo della mia vita.
L'attaccamento verso di lui è stato subito così forte da convincermi che non avrei potuto desiderare altro uomo al di fuori di lui e che le nostre strade erano unite per sempre.
Ma i sentimenti totalmente nuovi che ho provato mi hanno fatto dimenticare l'insegnamento della castità pre-matrimoniale, che ho sempre ritenuto di grande valore.
Lui si è allontanato dalla pratica religiosa da anni, sebbene credente.
Ma è proprio in questi giorni che la nostra storia è arrivata ad una delle prove più grandi, la scelta tra matrimonio e convivenza pre-matrimoniale: sebbene inizialmente, e a malincuore, V. avesse accettato di rispettare la mia scelta di iniziare la vita insieme solo con il matrimonio, ora ha manifestato l'esigenza di andare a convivere nella casa che abbiamo già a disposizione.
Di fronte alla mia domanda sul perché a questo desiderio non si potesse rispondere con il matrimonio, mi ha risposto che in questo momento non si sente sicuro e che non siamo pronti per questo passo.
Comprendo i dubbi e le paure del mio ragazzo, che a questo punto sono anche mie: Le chiedo Padre, la convivenza pre-matrimoniale, sebbene contrastata dalla Chiesa, può comunque essere una scelta matura, dettata dal desiderio di conoscersi e di gettare basi più stabili per la vita matrimoniale?
In questi giorni mi è spesso tornata in mente la parabola della casa costruita sulla sabbia e di quella costruita sulla roccia: prego Dio per essere forte e compiere la scelta migliore che mi consenta di creare una famiglia fondata sulla roccia della fede.
Prego Dio perché V. mantenga la promessa di restarmi vicino qualunque sia la nostra scelta, anche se avverto già che dopo la nostra discussione ci siamo allontanati...
La ringrazio fin d'ora buon Padre. La sua parola sarà un conforto per me.
La prego di unirsi a me nella preghiera allo Spirito Santo perché illumini me e V. e alla Madonna perché possa aiutarci a coronare il nostro desiderio di una vita insieme.
C.

RISPOSTA DEL SACERDOTE

Carissima C.
1. La tua storia con V. è partita molto bene e ti sentivi molto appagata.
Adesso avvertite che vi state allontanando. Giustamente questo ti causa dispiacere, perché è proprio con lui che conti di poter condividere tutta la tua esistenza.
È giusto porsi domande sul proprio cammino per verificare se qualche cosa non sia stato fatto oppure sia stato fatto male.

2. Secondo me fra voi due avete cominciato ad allontanarvi dal momento in cui vi siete allontanati da Dio.
Mi riferisco in particolare ai rapporti prematrimoniali, che inizialmente, accendendo la spinta erotica, vi davano l'impressione di essere molto più uniti di prima, mentre in realtà qualcosa iniziava a sgretolarsi.

3. Iniziava a sgretolarsi il fascino e l'attrazione vicendevole sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello spirituale, quello per i quali V. avrebbe dovuto essere incuriosito sempre di più per quello che c'era nella tua mente e nel tuo cuore, per provare anche lui quello che provavi tu nella tua comunione con Dio e vivendo le realtà nascoste che ci presenta la nostra fede cristiana.
Parlo di realtà nascoste. Perché quello che noi viviamo nella comunione con Dio avviene principalmente nel nostro interno e lo può comprendere solo chi va oltre i segni esterni delle celebrazioni sacramentali, vive l'unione con Dio e con gli eventi della vita di Cristo.
Queste realtà nessuno le vede all'esterno ed è per questo che si parla di misteri (che letteralmente significa: realtà nascoste) della fede cristiana.

4. Invece senza accorgertene hai permesso a V. di essere attratto più dal tuo corpo e da quello che il tuo corpo gli poteva offrire che della tua ricchezza interiore, che nel frattempo veniva in qualche modo oscurata e affievolita.

5. Diverse volte nella tua email riconosci di aver derogato dalle leggi della Chiesa.
Ma ci tengo a dire che non si tratta delle leggi della Chiesa, come se essa di suo arbitrio avesse fissato il cammino da percorrere.
Si tratta della legge di Dio scritta nella natura stessa della nostra corporeità e del nostro animo.

6. Quando Adamo ed Eva hanno derogato dalla legge di Dio, volendo stabilire da se stessi i confini del bene e del male mettendosi al posto di Dio, hanno cominciato anche ad allontanarsi fra di loro. Sono nate le incomprensioni e anche le prime accuse.
Adesso tu stai facendo la medesima esperienza.
In questo momento di crisi avverti come un senso di mancamento.
Hai l'impressione che la vostra costruzione non si sia fondata sulla roccia, ma sulla sabbia e che la presente crisi possa demolire tutto.
La tua intuizione è vera.

7. C'è da chiedersi come mai dopo tanta donazione totale vicendevole con i rapporti prematrimoniali lui non si senta sicuro.
Certo c'è qualche cosa di strano in questo: dopo tanta dedizione vicendevole, come può venirne fuori che non ci si sente sicuri?
Perché se si butta legna sul fuoco, il fuoco arde sempre di più. Ma se il legno è bagnato o verde rischia di spegnerlo.
C'è da riconoscere allora che quella donazione non era totale.
Non lo era neanche materialmente perché i contraccettivi le imponevano di non essere totale.
In quella donazione vicendevole non c'era immolazione vicendevole accettando il frutto di quell'immolazione. Del resto a questa immolazione non eravate preparati, perché ci si prepara solo col matrimonio.

8. Ora il minimo che si possa dire è questo: non sarà la vostra eventuale convivenza a rendere più sicuro il vostro amore.
L'esperienza mostra che molte convivenze sono miseramente rovinate dopo che i due avevano investito risorse economiche per la casa, per le suppellettili e altro.

9. C'è invece un'altra casa da mettere su prima della convivenza.
È solo quest'altra casa che da solidità alla relazione di coppia e fa arrivare sicuri al momento del matrimonio.
E la costruzione di quest'altra casa richiede la castità, anzi è sinomino di castità, con tutto quello che questa parola significa di positivo.

10. A questo punto che cosa ti consiglio di fare?
Secondo me nulla è ancora del tutto perduto.
Devi dire a F. che hai capito che vi state allontanando perché non vi siete impegnati a costruire la casa sulla quale regge il matrimonio e la vita di coppia.

11. Devi dirgli che tante certezze cominciano a scricchiolare perché non avete costruito nel Signore: "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affatica il costruttore" (Sal 127,1).
Devi dirgli che è arrivato il momento di un'autentica svolta nella vostra relazione, che giustamente deve continuare proprio perché vi sentivate fatti l'uno per l'altro.
E devi dirgli che questa svolta è data dalla castità, per vivere la vostra relazione nella purezza di affetti e dei gesti, nella santità delle intenzioni, con l'obiettivo di crescere in grazia davanti a Dio, e crescendo in Dio di crescere anche nel vostro affetto vicendevole.
Se V. accetta di percorrere questa strada, in breve ne sarà molto contento e ti ringrazierà eternamente per avergli fatto trovare il vero volto dell'amore.
Ti assicuro volentieri la mia preghiera allo Spirito Santo e alla B. Vergine Maria, che la Chiesa invoca anche con queste parole mutuate dalla Sacra Scrittura: Madre del bell'amore e della santa speranza.
Ti benedico.

 
Titolo originale: Il mio ragazzo mi propone la convivenza per rendere più sicuro il nostro amore
Fonte: Amici Domenicani, 14/06/2013