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COSA FARE SE LA FIDANZATA HA POCA FEDE
Quanto sarà duro vivere da solo l'esperienza di fede nel matrimonio?
di Padre Angelo Bellon
 

Caro Padre Angelo,
Sono cattolico "abbastanza" praticante, in quanto vado non spessissimo alla Santa Messa e mi confesso troppo di rado. Tuttavia ritengo di avere consapevolezza del messaggio cristiano in quanto leggo la Bibbia e riconosco l'importanza "soprannaturale", cioè divina, della preghiera in tutte le sue forme.
In particolare, al momento sto cercando di comprendere il pieno significato dei dieci Comandamenti, al fine di applicarli alla mia vita.
Da pochi mesi sto vivendo una relazione sentimentale con una ragazza che crede in Dio, riconosce l'importanza di Gesù ed i suoi insegnamenti, tuttavia non crede alla Chiesa come istituzione - pur avendole io chiarito che la stessa è lo strumento che Gesù stesso ha voluto - in quanto, come lei stessa sostiene «non è possibile che Dio abbia voluto questa Chiesa così corrotta».
Ritiene inoltre che la convivenza possa essere una giusta soluzione (pur preferendo per se stessa il matrimonio cattolico). Insomma, io in lei vedo confusione anche per altri aspetti che ora non sto ad elencare, ma mi limito a dire che è anni che non va a Messa.
La sua esigenza di nascondere la sua fede, ritenendola estranea alla vita di coppia, mi fa stare male in quanto mi fa porre mille dubbi sulla riuscita del rapporto. Pur volendomi appoggiare nella futura ed eventuale scelta del matrimonio cattolico, del battesimo (in cui di fatto non crede) degli eventuali figli, della loro educazione cristiana eccetera, io sono certo del fatto che lei lo farebbe quasi solo per facciata. Io ho bisogno di sostanza e non solo di forma. Vorrei avere certezze sulla sua scelta di vita cristiana, ma ogni volta che apriamo l'argomento, questo è spesso motivo di discussione. Eppure io cerco sempre di essere molto cauto. In definitiva, lei crede in Dio, nella educazione - a suo modo- cristiana, ma rifiuta di volersene avvicinare come io stesso sto facendo. Questa parziale/assente condivisione della fede mi fa sentire solo.
Per cui mi chiedo, come è possibile condividere una felice vita di coppia, se il cattolicesimo è realmente voluto solo da me? Dovrei forse darle tempo, oppure evitare di "sprecare" il mio, nella preghiera che il Signore mi conceda una nuova possibilità con un'altra donna?
La ringrazio di cuore per il suo preziosissimo tempo.
La saluto e ringrazio nuovamente.

RISPOSTA DEL SACERDOTE
Carissimo [...]
parto da un'affermazione della tua mail: "Questa parziale/assente condivisione della fede mi fa sentire solo". Ebbene il matrimonio è stato istituito da Dio proprio perché l'uomo non rimanesse solo: "E il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda»" (Gn 2,18).
Inoltre se la fede fosse qualche cosa di periferico per una persona, come il tifare per una squadra di calcio piuttosto che per un'altra, non inciderebbe più di tanto in un rapporto di coppia. Ma se tocca l'orizzonte di fondo della propria vita, se ne va di mezzo l'impostazione della propria famiglia e dell'educazione dei figli, se è così importante per poter seguire le vie di Dio e vivere in grazia allora la parziale o totale assenza di fede di uno dei coniugi può compromettere l'intero bene del matrimonio.
Gli antichi esperti del diritto ecclesiastico asserivano che il matrimonio celebrato tra un battezzato e un non battezzato non sarebbe stato neanche un vero sacramento, perché il matrimonio deve essere segno e impegno vicendevole ad amarsi l'un l'altro come Dio ama l'uomo e come Cristo ama la sua chiesa. Per questo dicevano che il matrimonio non può zoppicare (matrimonium non potest claudicare). Ora quando si zoppica è più facile inciampare e cadere. Fuori di metafora, quando in un coniuge mancano le ragioni della fede i motivi di sfasciare il matrimonio diventano ancor più numerosi.
Per questo ti consiglio di ricuperare in maniera molto più intensa la tua vita cristiana. Riparti dalla confessione sacramentale, impegnandoti a confessarti spesso, anche quindicinalmente e sempre dal medesimo confessore, in modo che questi facilmente diventi il padre della tua anima, come diceva don Bosco.
Inoltre vivi costantemente in grazia sia partecipando alla Messa festiva sia vivendo con grande purezza o castità la tua vita affettiva. Quest'ultimo punto (purezza o castità) sarà la cartina di tornasole che permetterà di decifrare se il rapporto con la tua ragazza sia coltivabile o meno. Se la trovi disponibile a questo percorso, tutto è possibile perché vorrà dire che è capace di anteporre il tuo bene integrale (compreso il tuo rapporto con Dio) e la tua felicità alla sua. Diversamente opporrà un rifiuto e questo metterà fine alla vostra storia senza inutili perdite di tempo.
Coltiva molto anche la preghiera. Il Signore ha detto "senza di me non potete far nulla" (Gv 15,5). Coinvolgi gradualmente anche lei in quest'esperienza perché si apra all'azione della divina grazia perché rimane sempre vero che "se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori" (Sal 127,1).
Ti accompagno con la mia preghiera, ti auguro ogni bene e ti benedico.

Nota di BastaBugie: ecco i link a due precedenti articoli sul tema della convivenza con le risposte di Padre Angelo da noi pubblicati.

CHE FARE SE IL MIO RAGAZZO MI PROPONE LA CONVIVENZA?
Lui dice che è per rendere più sicuro il nostro amore, ma...
di Padre Angelo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4469

UNA CATECHISTA PUO' ANDARE A CONVIVERE?
Una lettrice ci chiede: ''Vorrei sposarmi, ma la mamma vuole che finisca l'università quindi, per non violare il 4° comandamento, scelgo la convivenza: faccio bene?''
di Padre Angelo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5195

 
Titolo originale: Avendo incontrato una ragazza con poca fede, temo di vivere da solo l'esperienza di fede in un eventuale matrimonio
Fonte: Amici Domenicani, 14.04.2018