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Osama Bin Laden convertito all’ecologismo? E’ quello che emergerebbe dal nuovo messaggio del capo di Al Qaeda trasmesso oggi, 29 gennaio, dalla tv araba al Jazeera. Osama accusa gli Stati Uniti e gli altri Paesi industrializzati di essere responsabili del fenomeno del cambiamento climatico; critica l'ex presidente Usa, George Bush, per aver rifiutato di aderire al protocollo di Kyoto e condanna fermamente anche le multinazionali. ''Questo è un messaggio rivolto a tutto il mondo - dice il leader di Al Qaeda - sulle responsabilità, volontarie o involontarie, dei cambiamenti climatici, sulle sue ripercussioni e sulle azioni che dobbiamo intreprendere''. Bin Laden spiega che parlare del clima non è un atto intellettuale perché ''il fenomeno è un fatto d'attualità'', minacciando ''gravi ripercussioni'' nei confronti dei paesi industrializzati, ''la maggior parte dei quali hanno firmato il protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di gas nocivi'', per poi fare un passo indietro, ''come ha fatto George Bush junior e prima di lui il congresso'' americano ''per ammansire le grandi aziende'', aggiunge il leader di Al Qaeda riferendosi alle multinazionali.
In realtà l’uscita di Osama non è affatto nuova. Di riscaldamento globale e Protocollo di Kyoto aveva già parlato due volte in passato. La prima nel settembre 2002, in occasione del primo anniversario dell’11 settembre, quando aveva inviato una “lettera agli americani”. “Voi avete distrutto la natura – scriveva Osama - con i vostri scarichi industriali e gas più di ogni altra nazione nella storia. Malgrado ciò vi rifiutate di firmare il Protocollo di Kyoto, così garantite il profitto delle vostre aziende e industrie avide. Un secondo intervento sul clima, Bin Laden lo ha fatto con un videomessaggio nel novembre 2007: “La vita di tutto il genere umano – diceva Osama – è in pericolo a causa del riscaldamento globale derivante in gran parte dalle emissioni delle fabbriche delle multinazionali. Malgrado ciò i rappresentanti di queste multinazionali alla Casa Bianca insistono nel non osservare il Protocollo di Kyoto, pur coscienti che i numeri parlano di morte e di migrazione di milioni di esseri umani a causa di ciò, specialmente in Africa. Questa, che è la più grande delle piaghe e la più pericolosa delle minacce alla vita degli uomini, sta avvenendo a un ritmo accelerato mentre il mondo è dominato dal sistema democratico, che si conferma fallimentare nel proteggere gli esseri umani e i loro interessi dall’avidità e dall’avarizia delle maggiori multinazionali e dei loro rappresentanti”.
Dunque, niente di veramente nuovo. Resta però la domanda sul perché Bin Laden senta il bisogno di intervenire sui cambiamenti climatici usando espressioni che sembrano uscite dalla bocca di Al Gore.
Una prima possibilità è il vantaggio militare per al Qaeda che viene da un Occidente ossessionato dal riscaldamento globale. Negli ultimi anni abbiamo sentito rappresentanti di governi europei e politici americani – per non parlare degli scienziati alla moda - sostenere che il riscaldamento globale è una minaccia più grave del terrorismo islamico. Questa bizzarra idea è un oggettivo fattore di indebolimento nelle misure di sicurezza. Se ne è avuto conferma nel 2005, quando l’attentato nella metropolitana di Londra si consumava mentre poco distante, in Scozia, il vertice del G8 discuteva di riscaldamento globale.
Una seconda ipotesi sta nel metodo degli interventi di Osama. In effetti il leader di Al Qaeda segue con attenzione il dibattito sui media occidentali e poi amplifica idee e paure dell’Occidente. E’ successo anche per la questione palestinese e per l’11 settembre. Nel primo caso, è diffusa l’idea che la nascita di Al Qaeda sia legata alla violenza israeliana nei Territori. Ma non è così, l’esordio dei messaggi di Bin Laden, nel 1994, è un atto d’accusa contro la dinastia che regna in Arabia saudita (il suo paese natale). E’ solo più tardi – dopo che i media occidentali hanno legato Al qaeda alla questione palestinese – che anche Osama mette il problema al centro della sua azione.
E anche per l’11 settembre è accaduto lo stesso: nel primo messaggio, il 28 settembre, Bin Laden nega ogni responsabilità e accusa lo stesso governo americano di cospirazione, per garantirsi più fondi per gli interventi militari in Medio Oriente. Esattamente la tesi che stava prendendo piede su molti siti internet votati al complottiamo. In messaggi successivi parla invece di rappresaglia per il sostegno a Israele in Palestina e così via, sempre seguendo le opinioni prevalenti nei media occidentali.
Il riferimento al riscaldamento globale potrebbe quindi essere soltanto l’ennesima puntata dello show, all’indomani del fallimento del vertice di Copenhagen sul clima, con l’amplificazione di una paura instillata a forza nell’opinione pubblica da giornali e tv.
Certo è che fa un certo effetto sentire Osama Bin Laden parlare come Al Gore o come i rapporti del WWF. Ma chissà perché non ci stupisce più di tanto.
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