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Sono una di quei miliardi di donne che non hanno marciato contro Trump. Sono una sola e non so quante donne potrei rappresentare, di sicuro so che le marciatrici con simboli di genitali femminili in testa non rappresentano me, e credo che facciano una gran male alla vera causa delle donne. E vorrei sapere a che titolo si sono autonominate esponenti e difensori dei valori femminili.
Ma prima ancora, sinceramente, vorrei scoprire per quale motivo abbiano manifestato. Davvero non l'ho capito. Lo volevo sapere così tanto che mi sono costretta a leggere gli articoli sulla manifestazione, infiorettati di luoghi comuni, tutti pieni di noicheinquantodonne e patriarcato (dov'è?) e diritti minacciati dai maschi cattivi. Quali diritti, e da cosa li difenderebbero queste signore? Qual è il capo d'accusa contro Trump? Pare che abbia definito oca una giornalista. Non so, magari è solo un maleducato. Magari la signora è oca davvero. Ma, sinceramente, è una cosa da provocare una marcia? Non ci sarà un uomo che è stato trattato poco gentilmente da un politico? Oppure un uomo si può trattare male, mentre una donna, un omosessuale e un nero sono intelligenti a prescindere?
SE HAI I SOLDI LE DONNE TI VENGONO DIETRO
L'altro capo di imputazione è che una volta in un parcheggio hanno registrato di nascosto un video in cui Trump diceva a un amico, più o meno, che se hai i soldi le donne ti vengono dietro. Ora, non è una bella immagine, ma non si può negare che sia vero. Non è neanche una bella cosa, io per esempio non ho mai usato questo criterio con gli uomini, ma tante donne sì. Sono libere di farlo. Se lo fanno non è perché gli uomini sono cattivi, ma perché pensano che a loro convenga. E non posso neanche dire che non le stimo per questo, perché credo sia scritto nel profondo di una donna il desiderio di sentirsi protetta da un uomo forte, e a volte la ricchezza può rappresentare la protezione che qualche donna cerca. Se poi c'è qualche arrampicatrice sociale che vuole usare gli uomini per convenienza, ripeto, non è una cosa bella, ma casomai a comportarsi male è lei, o è un mutuo scambio tra due adulti consenzienti. Insomma, qualcosa che non ha niente a che vedere con il maltrattamento delle donne. Sarebbe stato bello vederle sfilare in Arabia Saudita o in Pakistan, lì sì che le donne non sono libere. Una bella marcia per Asia Bibi strappata ai suoi figli e in carcere dal 2009? Siccome non è in carcere per motivi di sesso sfrenato ma per la sua fede è meno donna?
L'ALTERNATIVA A TRUMP QUAL ERA?
Non sto dicendo che Trump sia il mio uomo ideale, quello è san Giuseppe, silenzioso, virile, concreto, fattivo, casto, cioè capace di amare senza voler possedere, e non mi pare certo il tipo del 45° presidente degli Usa. Ma l'alternativa a Trump qual era? Una donna, sì. Ma innanzitutto una moglie di, tanto che ha scelto di candidarsi col nome del marito. Una donna guerrafondaia (come ha ampiamente provato da segretaria di stato) e finanziata coi soldi di Planned Parenthood, la più grande officina di aborti al mondo, pesantemente accusata di aver smerciato pezzi di bambini abortiti.
Finanziata per il 20% da quell'Arabia Saudita dove l'uomo ha il potere assoluto sulla donna, su ogni singolo aspetto della sua vita: ma davanti ai soldi la paladina delle donne ha chiuso un occhio, anzi due. Una donna che ha proclamato a chiare lettere che il concepito non ha alcun diritto finché non nasce, favorevole all'aborto tardivo, cioè praticamente all'uccisione di bambini appena nati (basta tranciare loro il collo quando la testa è uscita dal canale del parto, ma una parte del corpo è ancora dentro la mamma), una donna sostenuta da tutto lo star system, in cui le donne volentieri e liberamente usano la loro bellezza e il loro corpo come vogliono loro, cioè accettando di farsi guardare quasi nude e di essere oggetto di desiderio sessuale, una donna sostenuta da una cantante che ha promesso di offrire fellatio gratuite in cambio di voti, una donna che considera la fede un retaggio di cui bisogna far liberare le masse, e guarda caso una donna finanziata con una montagna di dollari da Soros, ma qui andiamo fuori argomento.
FEMMINISTE RIDICOLE
A me le marciatrici facevano tenerezza, per lo più. A vedere le foto di signore molto brutte, i loro cartelli "not my pussy" decisamente superflui (nessuno la vuole, quella pussy), per me balzava agli occhi con grande evidenza che la vera bellezza e la grandezza di una donna è nella sua capacità di offrire sostegno e aiuto, e se la donna diventa rivendicativa è una caricatura di se stessa, diventa insopportabile.
E, onestamente, di quali diritti siamo private nel mondo occidentale? Abbiamo la vita sessuale più libera di tutta la storia dell'umanità, abbiamo contraccezione e aborto garantito, guidiamo stati e Fondi Monetari ed enormi aziende, ci possiamo candidare alla presidenza degli Stati Uniti, siamo libere dal fardello dei figli, non ne abbiamo mai fatti così pochi nella storia del mondo, possiamo prendere e lasciare uomini senza nessuno stigma sociale, possiamo dedicare soldi e tempo a essere belle, andare in palestra e comprare vestiti, certo non siamo tutte ricche ma molto più delle nostre nonne, perché lavoriamo e non dobbiamo render conto a nessuno. Cosa altro vogliamo? E, soprattutto, perché, allora, siamo così infelici, noi donne?
Siamo infelici perché la nostra gioia e il talento più grande è nel dare la vita, e nel sostenerla e appoggiarla e aiutarla, e abbiamo smesso di farlo. E la colpa è solo nostra, non di Trump.
Nota di BastaBugie: Benedetta Frigerio nell'articolo sottostante dal titolo "Giudicate Trump dai suoi nemici" rivela chi sono i manifestanti anti-Trump. Una collezione di estremisti di sinistra, anti-clericali, filo islamici e persino satanisti "privati dei loro diritti".
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 gennaio 2017:
"Se un uomo si giudica dai suoi nemici, non meno che dai suoi amici", come suggerì sapientemente lo scritto inglese Joseph Conrad, allora giudichiamo loro. Lasciamo da parte per un secondo le polemiche sul discorso inaugurale, sulle paure e i rischi della nuova presidenza americana per descrivere prima la folla che ha protestato nel fine settimana contro Donald Trump. Sì perché mentre la televisione italiana presentava l'evento, non solo gonfiando i numeri e usando foto di folle oceaniche di altri eventi, ma come una marcia democratica e pacifica di donne con indosso simpatici cappellini rosa, in realtà accadeva tutt'altro.
Infatti, sebbene l'attrice Ashley Judd, abbia letto di fronte a una schiera di progressisti agguerriti il poema di una bambina che "sente la presenza di Hitler in queste strade", un video-amatore ha domandato ad alcuni manifestanti vestiti di nero: "Chi siete?". Risposta: "Siamo i Satanic Temple, siamo atei e satanisti, siamo contro Trump perché sta per toglierci la maggior parte dei nostri diritti". I Satanic Temple sono una setta divenuta nota in America negli ultimi anni grazie al potere acquisito durante la presidenza Obama di parlare contro Dio e che ha ottenuto la rimozione di simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche rimpiazzati da quelli satanici. Di fronte agli adoratori del diavolo spaventati da Trump, basta chiedersi se avrebbero reagito allo stesso modo anche al cospetto di Hitler per rendersi conto che l'accostamento fra i due personaggi è quanto meno inopportuno.
Ma per comprendere ancora meglio chi sia il nemico del 45esimo presidente Usa bisogna ascoltare quello che ha affermato la pop star Veronica Luisa Ciccone, lei che ha osato appropriarsi del nome della madre di Dio per salire sui palchi di mezzo mondo incarnando esattamente l'opposto della Nuova Eva: "Benvenuti nella rivoluzione dell'amore, nella ribellione di chi non vuole accettare questa era di tirannia (...) ci è voluto questo momento di tenebre per svegliarci (...) il bene non ha vinto in queste elezione. Ma alla fine il bene vincerà". Anche qui, per rendersi conto di quello che Trump rappresenta, è sufficiente domandarsi a chi la Ciccone, scimmiottatrice dell'unica Madonna, si è sempre voluta ribellare e quale sia il bene a cui ha richiamato generazioni di donne. Così si capirebbe facilmente il gioco degli avversari del presidente, che usano e sovvertono i termini biblici per confondere persino le menti cristiane. Infine, ovviamente, in nome dell'amore, la pop star ha dichiarato: "Ho pensato spesso a come far saltare in aria la Casa Bianca" e ha salutato il nuovo presidente con una canzone in cui gli dava del "testa di c..." ripetendogli più volte "vaff...". Con lei centinaia di manifestanti gridavano sguaiatamente con in testa un cappellino che simboleggia la vagina. E c'è chi è arrivato fino alla blasfemia più rivoltante con cartelli che rappresentavano la Madonna di Guadalupe sotto sembianze così gravi da non poter essere nemmeno descritte.
Una manifestazione così preparata (basta il dettaglio dei centinaia di cappellini identici distribuiti ai presenti e dei fiumi di cartelli con richiami identici) da essere difficilmente catalogabile come spontanea. La stessa professoressa e giornalista Asra Nomani, femminista dichiarata, ha analizzato le 403 organizzazioni che hanno aderito pubblicamente alla manifestazione scoprendo che Soros "finanzia o ha relazioni strette con almeno 56 di queste", incluso il colosso Planned Parethood, che si oppone alla politica anti abortista di Trump. Per capirci Soros è quello che ha cercato di corrompere l'episcopato americano durante la recente visita del papa in Usa, perché convinto che per cambiare il mondo bisogna cambiare la dottrina della Chiesa cattolica. Anche qui non è difficile immaginare da che parte stia Trump se ad odiarlo ferocemente sono gli anticlericali e gli abortisti. Ovviamente erano presenti alla marcia anche tutte le lobby Lgbt (la sezione dei loro diritti è stata rimossa dal sito Casa Bianca) i cui adepti hanno sfilato in atteggiamenti sodomiti.
Non solo, perché ad odiare il presidente ("We love trump's hate" recitava democraticamente uno dei tanti cartelli "pacifici") sono anche associazioni islamiche estremiste. Nomani, infatti, ha scoperto che fra gli organizzatori della marcia c'era anche Linda Sarsour, presidentessa dell'associazione Arab American di New York, vicina ad Hamas e al gruppo Council on American Islamic Relations, vicino alla Fratellanza Musulmana. Come lei ha parlato anche Angela Davis ex latitante e membro del Partito Comunista ed era presente pure l'anarchica texana Lisa Fithian che due giorni prima della manifestazione ha attaccato il vice presidente cristiano Mike Pence (insultato durante la marcia con cartelli di una volgarità imbarazzante) così: "Siamo qui per celebrare la liberazione queer (liberazione dello stile di vita arcobaleno, ndr)". Anche l'ex terrorista mai pentito Bill Ayers (amico di vecchia data di Obama) ha scritto sul suo blog che avrebbe partecipato alla marcia. Presenti le sigle e altri personaggi della sinistra più estrema. Il giorno prima, durante la cerimonia di insediamento, i "black bloc" avevano già spaccato le vetrine dei negozi come McDonald's e delle banche del paese (217 di loro sono stati arrestati).
Ma se un uomo si giudica anche dagli amici, basti dire che a favore di Trump hanno invece parlato i patrioti, diversi pastori cristiani, i siti pro life, la classe media e la maggioranza dell'America profonda legata ai valori della tradizione americana che lo ha votato. Quella che ascoltando il discorso di Trump, che non ha citato un Dio generico, ma un Creatore a cui chiedere "aiuto per fare il presidente", ha tirato un sospiro di sollievo. Quella che sa che non c'è dialogo senza un'identità forte e che non esiste prosperità globale senza un'economia locale stabile. Quella che ha gioito nel leggere la lettera di Trump ai cattolici sul fatto che la libertà religiosa, seriamente messa in pericolo dai democratici, sarebbe stata protetta insieme alla vita nascente (ieri ha tolto i finanziamenti ai programmi internazionali di Planned Parenthood). Quella che ha sperato quando si è sentita promettere che alla Corte Suprema sarebbe stato nominato un difensore della legge naturale. Davanti a uno schieramento simile non sembra più tanto imprudente decidere da che parte stare. Perché, nel bene o nel male, non fosse per le mistificazioni mediatiche dovrebbe essere facilissimo, oltre che opportuno, scegliere.
Infine, per rispondere a chi ha colto l'occasione del recente e subito ritrattato appoggio di Grillo a Trump (evidentemente opportunista visti gli attacchi al candidato repubblicano durante la campagna elettorale) per incasellare il presidente Usa fra i populisti disfattisti senza un'alternativa propositiva, occorre ammettere che la ricetta fino ad ora pennellata dal presidente pare solidale e tutt'altro che demagogica. Visto che, a differenza di Grillo, Trump non è mai andato a braccetto con la cultura di massa dei diritti che ha sfilato contro di lui. Per la stessa ragione a chi ha fatto il paragone con Mussolini che parlava di patria e religione per mantenere il potere, bisogna dire che l'accostamento è storicamente inaccettabile: parlare di Dio Creatore e di patria per accattivarsi un'Italia ancora cattolica è diametralmente opposto al farlo nell'America dell'era laicista, globalizzata ed ecologista.
DOSSIER "DONALD TRUMP"
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