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Mi dispiace, non sono riuscita a scrivere che qualche post su facebook su Bibbiano, perché proprio mi si blocca il cervello, mi si chiude lo stomaco, mi si spezza il cuore. Non riesco a leggere oltre un certo punto. Non sono riuscita a guardare neanche mezzo video. Non riesco a dire nulla di intelligente, anzi, che dico, non riesco a dire niente. D'altra parte se ti raccontano che hanno sgozzato dei bambini e tu sai che è già successo e non puoi fare niente per fermare la lama, che puoi dire? Per come la vedo io strappare un figlio ai genitori con l'inganno, distruggerne anche il ricordo, affidarli ad altri che nella migliore delle ipotesi non li amano come i genitori (nella peggiore volevano i soldi dell'affido) è come sgozzarlo, quel bambino. Ti hanno detto che è successo, ti muore il grido in gola...
L'AGGRAVANTE DELL'IDEOLOGIA LGBT
I miei figli mi prendono in giro perché da venti anni, da quando invento racconti per loro (le dodicenni me li chiedono ancora), racconto sempre la stessa storia: un bambino che si perde o viene rapito, i genitori che lo cercano. Può cambiare il luogo - il bosco o una città - il colpevole - un mostro o un killer - i particolari - i vestiti direbbe Sally a Harry... - cambia tutto, ma il fatto rimane quello: una mamma che perde suo figlio. È stato il mio modo per esorcizzare la mia più grande paura da quando ho figli. La vicenda di Bibbiano per ogni mamma è la paura delle paure, l'incubo che diventa realtà, ed è peggio di come noi avevamo potuto immaginarlo.
Ci sarebbe l'aggravante di un sistema contro cui sembrava impossibile ribellarsi - la macchina della burocrazia - perché un serial killer che ti strappa un figlio puoi sempre inseguirlo e ammazzarlo di botte, invece di fronte a un sistema - assistenti sociali, psichiatri, giudici, autorità locali - puoi solo impazzire, ti sembra di stare nel Processo di Kafka, solo che la vittima è tuo figlio. Ci sarebbe l'aggravante di vedere che a far del male ai bambini sono persone che vanno nelle scuole a insegnare cosa è l'amore. Ci sarebbe l'aggravante dell'ideologia lgbt a cui aderivano alcuni degli indagati, con un'idea folle dell'amore, con un'ostilità cieca nei confronti della famiglia naturale. Ci sarebbe qualcosa di indicibile, e continuo a dire ci sarebbe perché spero che non sia vero altrimenti sarebbe qualcosa di demoniaco.
COSA SAREBBE SUCCESSO SE...
E noi, che per decenni ci siamo dovuti sorbire le lodi degli asili modello Reggio Emilia, noi che adesso assistiamo attoniti al silenzio quasi totale dei media mainstreaming (che quando non tacciono, provano a confondere le acque o addirittura ironizzare, "e allora Bibbiano?"), noi che sappiamo che se l'amministrazione coinvolta fosse stata di destra questa storia avrebbe preso le prime pagine per i prossimi venticinque anni, non parliamo poi di cosa sarebbe successo se un prete fosse stato tra i colpevoli (invece uno, accusato, è morto di crepacuore e allora va tutto bene), noi che vediamo chiaramente come l'esperimento mostruoso sia germogliato su un terreno di odio alla famiglia naturale, un terreno concimato abbondantemente e da decenni da una informazione tutta schierata a sinistra, noi che sappiamo tutto questo, innanzitutto siamo molto riconoscenti a chi sta conducendo questa indagine. Ma soprattutto chiediamo ai mezzi di comunicazione di accendere i riflettori su questa mostruosità, ma non una torcia, qui serve un faro, e che la luce non si spenga mai più. [...] Non lasciamo soli quei bambini, quei genitori, chiediamo che sia fatta giustizia, e che la deportazione dei bambini non possa più neanche essere pensata.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Bibbiano... e la patetica lotta dei politici che vorrebbero difendere la famiglia tradizionale" fa notare la debolezza di chi dice di combattere per i bambini, ma poi non combatte l'ideologia contro la famiglia naturale che dei bambini è la prima barriera protettiva.
Ecco l'articolo completo pubblicato su I Tre Sentieri il 24 luglio 2019:
In questi giorni - seppur in maniera ancora non soddisfacente per motivi che sono facilmente intuibili - si sta parlando del caso Bibbiano. Anche noi lo abbiamo fatto.
Coloro i quali si pongono giustamente dalla parte di chi vuole che i fatti si approfondiscano e che soprattutto si facciano adeguate indagini sul sistema degli affidi, mostrano però un punto di indiscussa debolezza.
Costoro (ripetiamo: giustamente!) si riconoscono in culture di difesa della famiglia naturale, ma nell'agone del dibattito politico sono costretti ad arrampicarsi sui proverbiali specchi.
Veniamo al dunque.
Quando abbiamo trattato del caso, ci tenemmo a sottolineare che questa gran brutta faccenda non sta tanto (il che sarebbe già gravissimo) in eventuali interessi economici a favore di case-famiglie e organizzazioni varie, quanto in un sottofondo "ideologico" che sta sempre più permeando le reti che lavorano in questo settore.
Uno degli psicoterapeuti di riferimento della cooperativa "Hansel e Gretel", Claudio Foti, ha recentemente dichiarato, nel tentativo di difendere il suo operato, che starebbe "pagando" il suo aver voluto mettere in discussione il concetto tradizionale di famiglia. Parole, queste, che sono un'ammissione di quanto i servizi sociali (ovviamente non tutti) e i sistemi di affido lavorino facendo leva su convinzioni ideologiche ed antropologiche ben precise.
Infatti, il nocciolo della questione è questo: superare il concetto tradizionale di famiglia!
Indubbiamente, da un punto di vista giuridico si è in una situazione in cui non ci sono appigli su cui poggiare, anzi si è costretti inevitabilmente a cadere perché appoggi su cui reggersi non ve ne sono. Leggi come quelle che riconoscono le unioni civili (votate anche da politici di estrazione "cristiana" e adesso accettate pressoché dall'intero mondo cattolico), leggi contro espressioni "discriminanti" di fatto non solo rendono impossibile un'autentica difesa della famiglia tradizionale, ma impediscono di porre argini verso possibili affidi che invece di riparare danni possono accentuarli. E' il caso (non temiamo di dirlo) degli affidi di bambini a favore di coppie omosessuali.
Nei dibattiti televisivi fa specie vedere politici, che è risaputo come la pensino sul punto, non poter dire nulla, dribblare sulla questione degli affidi a coppie omosessuali come talentuose "mezzepunte" su un prato verde, e cercare pateticamente di difendere principi sottintesi dopo aver spuntato la propria spada.
In questi giorni, uno dei genitori che si è visto togliere un figlio, ha raccontato che l'assistente sociale gli ha chiaramente detto che non avrebbe potuto rivedere il figlio fin quando non avesse accettato le unioni di genere. Il genitore in questione, infatti, non aveva voluto accettare che il figlio andasse a vivere con la madre che a sua volta aveva iniziato una relazione di coppia con una donna.
Quanti di noi la pensano come quel genitore?
E quanti di noi non hanno il coraggio di dirlo?
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