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Lunedì 8 agosto la repubblica americana è diventata una "repubblica delle banane", per dirla con le parole del governatore della Florida Ron De Santis. Il blitz di diverse ore in una delle residenze di Donald Trump è un grave segno di come si sia diffusa e praticata la cultura del nemico politico da abbattere, anche nel cuore di quella che fu la culla della democrazia.
Lunedì il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha fatto irruzione nella casa di Palm Beach dell'ex presidente degli Stati Uniti. Il raid è iniziato di mattina presto e le forze dell'ordine hanno setacciato in particolare gli uffici e la cassaforte personale di Trump, sequestrando diversi scatoloni di documenti. Un'azione di polizia che mai ha avuto precedenti nella storia degli Stati Uniti. La perquisizione sembra essere in parte legata alla mancata consegna da parte di Trump di alcuni documenti presidenziali alla fine del suo mandato e che avrebbe invece portato nella sua casa in Florida. In precedenza le autorità avevano recuperato 15 scatole di documenti da Mar-a-Lago, consegnate dallo stesso Trump, tra le quali una parte comprendeva materiale riservato. All'inizio di quest'anno il Dipartimento di Giustizia aveva chiesto all'FBI di agire, dopo aver ricevuto una richiesta dell'Archivio Nazionale di indagare sull'eventuale presenza di altri documenti; così lunedì è partito il blitz.
Trump non era a Mar-a-Lago in quel momento, ma ha dato la notizia e rilasciato una dichiarazione molto chiara: «Sono tempi bui per la nostra nazione... Non era mai successo niente del genere a un Presidente degli Stati Uniti. Dopo aver lavorato e collaborato con le agenzie governative competenti, questa irruzione senza preavviso nella mia casa non era necessaria né appropriata. Si tratta... di un'arma del sistema giudiziario e di un attacco da parte dei Democratici della sinistra radicale che non vogliono assolutamente che io mi candidi alla presidenza nel 2024, soprattutto in base ai recenti sondaggi, e che allo stesso modo faranno di tutto per fermare i Repubblicani alle prossime elezioni di midterm».
INTIMIDIRE L'EX PRESIDENTE
I Democratici si dimostrano sempre più incattiviti per la possibile candidatura di Trump alle prossime presidenziali e per la sua crescente popolarità, riscontrata anche alla convention dei conservatori della scorsa settimana. Lo dimostrano gli editoriali di Politico e le notizie rilanciate sulla convention dalla Reuters. L'uso di agenti federali per intimidire un ex presidente non ha precedenti, come dicevamo, nella storia degli Stati Uniti: è tipico invece di regimi totalitari. L'azione dell'FBI, obbligata dopo la richiesta del Dipartimento di Giustizia, è stata immediatamente oggetto di proteste da parte dei Repubblicani - da Nikky Haley a Marco Rubio, da Ron De Santis a Kevin McCarthy - che l'hanno definita un attacco politico al partito e al proprio leader; molti hanno denunciato la «politicizzazione del Dipartimento di Giustizia», lo spirito da «regime comunista», la necessità di un'indagine sul procuratore generale Merrick Garland.
Per altro verso, diversi parlamentari Dem si sono felicitati per l'azione dell'FBI e hanno invocato l'incarceramento di Trump, svelando così lo spirito vero che si celava dietro l'operazione di polizia: il nemico da abbattere. In effetti, stride il trattamento che si è usato con Trump lunedì e l'assoluta noncuranza e mancanza di interventi nei confronti di Hunter Biden e di suo padre Joe (per i diversi scandali e affari opachi), senza dimenticare gli attacchi vandalici (succedutisi negli ultimi tre mesi) di gruppi abortisti contro chiese, persone e centri pro life, gli atti di violenza - rimasti impuniti - degli attivisti di Black Lives Matters, lo scandaloso complotto del "Russiagate" ordito contro Trump dal team di Hillary Clinton, le mail ufficiali e private della stessa Clinton durante le vicende a Bengasi del 2012. In tutti questi casi, l'FBI e il Dipartimento di Giustizia si sono dimostrati tolleranti sino alla pavidità; persino a fronte della recentissima sparatoria contro la Chiesa cattolica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria nella contea di Adams, nei pressi di Denver, in Colorado, avvenuta tra il 6 e l'8 agosto 2022, nulla si è fatto.
UNA NAZIONE IN DECLINO
Il blitz di lunedì a casa Trump, già alle prese con tanti guai giudiziari, è un preoccupante segno di una cultura barbara e antidemocratica, di cui l'Italia è stata oggetto sin dal 1994, secondo la quale non c'è opposizione politica, bensì ci sono nemici da eliminare dalla scena politica in ogni modo e con ogni mezzo legale e illegale. In quest'ottica tutto è consentito, persino le minacce, gli attacchi fisici e la delegittimazione delle istituzioni, siano esse la Chiesa cattolica e le altre denominazioni cristiane che si oppongono all'aborto, oppure la Corte Suprema o un partito o il leader di un partito che potrebbe addirittura guidarlo, nel caso degli USA, alla vittoria alle prossime elezioni.
Il video diffuso da Trump a poche ore dal blitz dell'FBI è eloquente. Gli USA sono una nazione in declino. Nulla di nuovo se consideriamo che lo scopo dei Dem, sin dai primi giorni della vittoria alle presidenziali di due anni or sono, è sempre stato quello di eliminare Trump dalla scena politica, quantomeno di impedirgli di candidarsi nel 2024: lo proclamavano nel gennaio 2021, lo confermano i giornali liberal e i commentatori Democratici con il blitz di lunedì. Lo ribadisce con le sue parole, ancor prima che ci siano dichiarazioni ufficiali di FBI o Dipartimento di Giustizia, Nancy Pelosi: «Nessuno è sopra la legge, c'erano giustificazioni per il raid». Ciò che sta accadendo negli USA è un fatto che stiamo osservando anche nelle fatwa contro politici, governi e coalizioni alternative alle sinistre globaliste in tutta Europa. Il clima di guerra reale che respiriamo da febbraio scorso, unito alla cultura marxista e gramsciana, provoca una miscela esplosiva: antidemocratica, intollerante e totalitaria. C'è una sola speranza, che l'effetto di questi abusi ripetuti si trasformi in un boomerang nei confronti dei nuovi tiranni.
Nota di BastaBugie: per capire come è stata recepita negli Stati Uniti la notizia della perquisizione dell'FBI nella casa di Trump si può vedere il video con l'intervista che ByoBlu ha fatto al giornalista Roberto Mazzoni che vive in Florida. Per vedere il video, clicca qui!
John Rao nell'articolo seguente dal titolo "L'assalto a Trump segna la fine del modello americano" parla dell'irruzione dell'FBI in casa dell'ex Presidente.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 agosto 2022:
Pur avendo impiegato interamente la mia carriera a predire il collasso del sistema politico americano, devo ammettere che non avrei mai immaginato che la sua fine avvenisse già durante la mia esistenza. Tuttavia, gli eventi degli ultimi due anni, culminati l'8 agosto con la palese dichiarazione di guerra alla libertà politica e a una giustizia equa secondo la legge, rappresentata dall'assalto a Mar-a-Lago, mi ha reso evidente che si può intonare senza dubbio il requiem per l'ordine costituzionale americano.
L'irruzione in casa del presidente Trump - dichiarata necessaria per proteggere documenti che di fatto sono già pienamente accessibili all'FBI - ha costituito l'ultimo segnale di quanto sia diventata sicura l'oligarchia politica, finanziaria, tecnologica, sanitaria e mediatica che domina la nazione con arroganza. È un'oligarchia che disprezza totalmente tutto ciò che è relativo alla creazione, all'interpretazione e all'amministrazione delle leggi del Paese, così come dei desideri e del benessere della popolazione statunitense nel suo insieme. La cosa non sorprende, dato il carattere internazionale dei suoi membri, le cui annuali sessioni parlamentari non si tengono a Washington ma a Davos, con la presenza di rappresentanti di ciascuno dei suoi elementi costitutivi. La giustizia e la libertà sono ora semplicemente ciò che questa oligarchia globale vuole che siano, e ogni istituzione americana, sia privata che governativa, è stata mobilitata e politicizzata da essa per garantire i suoi obiettivi internazionali.
Di conseguenza, la giustizia americana assume un certo significato per i corrotti affari di Joe e Hunter Biden con la Cina e l'Ucraina, e un altro invece per le piccole imprese devastate dai lockdown e dai requisiti vaccinali richiesti dai servitori medici dell'oligarchia. Significa che i criminali sono autorizzati a seminare il panico nelle città con la benedizione di sindaci democratici e di procuratori sostenuti da George Soros, che condannano l'opera della polizia e il diritto dei cittadini rispettosi della legge di difendersi dalla violenza. Significa che i difensori della vita, i giudici della Corte Suprema che prendono decisioni che sembrano favorirli, i genitori che desiderano proteggere i loro figli da programmi educativi progettati per pervertire i giovani fin dalla più tenera età e i possibili piani del Nemico Pubblico Numero Uno di candidarsi alla presidenza nel 2024, devono essere bloccati con qualsiasi strumento per quanto scellerato.
La libertà per gli oligarchi implica il diritto di propugnare senza ostacoli qualsiasi menzogna, per quanto assurda, che contribuisca alla loro causa; per il resto della gente, invece, la libertà significa accettare ciecamente tale propaganda e tenere la bocca chiusa sulla collusione di tutti i diversi elementi dell'élite globale che la perpetrano. La libertà implica un'azione risoluta da parte della Gestapo, un tempo nota come FBI, che di fronte ai mugugni pubblici dei servi della gleba deve invadere le loro case e rinchiuderli in carcere, come è avvenuto per alcuni dei manifestanti del 6 gennaio. Se le masse continueranno a ribellarsi, sarà il loro stesso bene a esigere che l'oligarchia torni a spingere gruppi come Black Lives Matter a entrare in azione per dare inizio a un'altra serie di Notti dei Lunghi Coltelli. E la stessa causa della Democrazia dovrà essere difesa da un'interferenza tecnocratica e popolare con una potenziale rivincita elettorale; cioè attraverso la manipolazione dei meccanismi di voto e la contestazione armata delle masse contro qualsiasi esito contrario che disgraziatamente dovesse emergere.
In poche parole, l'assalto a Mar-a-Lago dice che l'oligarchia è pronta a imporre il Trionfo della sua Volontà con ogni mezzo a disposizione, che il sistema di pesi e contrappesi e l'uguaglianza della giustizia di fronte alla legge è totalmente infranti e che bisogna cantare il requiem per l'ordine costituzionale. Prego e spero di sbagliarmi, perché non voglio vivere nel Paese che si sta delineando sotto lo stivale di questa forza corrotta, ideologica e criminalmente vile. Prego e spero che a novembre si palesi una reazione elettorale vittoriosa e che venga difesa da una reazione nelle strade se i risultati saranno ancora una volta falsati come nel 2020.
Ma anche se accadesse, alla nazione resterebbe ancora da risolvere un altro problema ben più cruciale. Per "ricostruire al meglio", nell'unico modo che può garantire il bene comune e la vera dignità della persona umana, si dovrebbe smascherare l'intrinseca menzogna, sofisticata e autodistruttiva, dell'intero mito dell'American way come "ultima e migliore speranza dell'umanità". Infatti, a meno che questa bestia non venga riconosciuta per la pericolosa frode che è, la facciata esteriore del sistema politico americano, già morto, come le corti dell'ultimo imperatore romano d'Occidente, sarà mantenuta artificialmente in vita, consentendo la continua oppressione di una popolazione che in larga misura si rifiuta ancora di riconoscere chi la sta governando, come ci è arrivato e per quali scopi ultimi governa ingiustamente. E poiché questo mito è stato propagandato in tutto il mondo, soprattutto dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la sua sopravvivenza continuerà ad avere spiacevoli conseguenze a livello mondiale.
Non posso certo illustrare qui tutte le ragioni per cui il mito della gloria dell'American way ha condannato il sistema fin dalla sua nascita. Chiunque sia interessato a una discussione così dettagliata può consultare un articolo che ho scritto su questo tema per il Bollettino di Dottrina Sociale della Chiesa dell'Osservatorio Internazionale Cardinal Van Thuan. Basti dire che la Rivoluzione americana, la Costituzione americana e l'American Way, tutte plasmate dal movimento Whig del XVII e del XVIII secolo, i cui obiettivi sono stati espressi al meglio da John Locke, il fondatore del liberalismo, sono state concepite sin dalle origini per consentire il dominio sociale e politico di un'oligarchia. Sotto lo slogan della protezione della libertà e della dignità della persona, in realtà il liberalismo anglo-americano ha liberato l'individuo dagli ostacoli alla sua volontà rappresentati dalle legittime autorità tradizionali, orientate al bene comune, classiche e cattoliche, dello Stato e della Chiesa, e sostenuto che qualsiasi sforzo per ripristinarle avrebbe minato la libertà in generale. Ciò ha sempre comportato un invito aperto agli individui più forti a dominare la società "in nome della libertà di tutti", senza che nessuna forza politica e morale solida, aperta, naturale e soprannaturale potesse opporsi loro.
Le combinazioni oligarchiche di questi uomini forti sono cambiate nel corso del tempo e hanno portato alla vittoria dell'élite globale che opprime non solo gli Stati Uniti ma anche l'intero mondo occidentale, in nome della libertà e della dignità di tutti. Il presidente Trump e i suoi sostenitori sanno che questa affermazione è un vero e proprio inganno. Ma se pensano che il rimedio a questo male consista in un ritorno "ai principi dei Padri Fondatori", Whig, Lockean e liberali che siano, si sbagliano di grosso. Solo il ritorno a uno Stato fondato sulla ragione socratica e sulla verità cattolica può domare le devastazioni provocate dal tentativo di fondare l'ordine politico e sociale sullo scatenamento della volontà individuale corrotta dal peccato originale. Se Cristo non è il re, la Gestapo rimarrà sempre in attesa fuori da Mar-a-Lago.
VIDEO 1: LE ELEZIONI 2020 FURONO TRUCCATE
Nel seguente video (durata: 9 minuti) si parla del documentario "2000 Mules" che analizza i diffusi brogli elettorali durante le elezioni presidenziali del 2020. Segue una intervista a un detenuto della manifestazione del 6 gennaio, rinchiuso nel carcere di Alexandria in Virginia.https://www.youtube.com/watch?v=Gxv7_wCQ2WA
VIDEO 2: TESTIMONIANZE DEI BROGLI 2020
Nel seguente video (durata: 12 minuti) Roman Balmakov intervista i co-autori del film di Dinesh D'Sousa, 2000 Mules, che inizia a dare una prima dimostrazione della realtà e dell'entità delle irregolarità elettorali che nel 2020 hanno "fatto fuori" il presidente Trump e messo Joe Biden alla Casa Bianca.https://www.youtube.com/watch?v=wC6lGXYFcg4
DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto
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