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CINA: LA CHIESA ASSISTE I POVERI, LE AUTORITA' FINGONO DI NON VEDERE
di Bernardo Cervellera

 La Chiesa cattolica cinese è da tempo impegnata a favore dei poveri del Paese. Ben prima che la crisi economica si manifestasse, i cristiani delle città hanno aperto le loro sedi ai migranti bisognosi di tutto: cibo, medicine, assistenza e scuole. Diverse diocesi del Guangdong offrono ospitalità e alfabetizzazione ai migranti venuti a lavorare nelle metropoli del sud; altre hanno piccoli dispensari dove suore e dottori si offrono per visite mediche gratuite o a costi ridotti. Alcune diocesi lavorano a progetti di sviluppo nelle campagne, aiutando i contadini a migliorare la produzione agricola, a scavare pozzi per l’acqua potabile o l’irrigazione, mentre permettono ai bambini di frequentare le scuole senza oneri. Di norma queste attività non sarebbero permesse alle Chiese e ai gruppi religiosi, ma lo sviluppo economico selvaggio cui è stata sottoposta la Cina lascia esclusi troppi poveri e infligge troppe ferite di cui i governi non hanno tempo e forze per occuparsi. Allora chiudono volentieri un occhio perché altri risolvano problemi che altrimenti potrebbero degenerare.
  Un esempio ancora più vivo è quello del terremoto del Sichuan, il 12 maggio scorso, che ha fatto oltre 80mila morti e ha privato di un tetto milioni di persone. Pur con il controllo dell’esercito e della polizia, molti cristiani da Shanghai, Shaanxi, Pechino e Hebei si sono mossi per andare a portare cibo, medicine, conforto psicologico e spirituale alle vittime, vivendo fianco a fianco per settimane e organizzando turni che sono proseguiti per mesi.

 
Fonte: 15 gennaio 2009