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« Torna agli articoli di Ermes Dovico
Dagli Stati Uniti arriva una buona notizia sul fronte della difesa della vita. Lo scorso mercoledì, l'ottantunenne giudice Anthony Kennedy ha annunciato la sua decisione di lasciare la carica alla Corte Suprema, con effetto dal prossimo 31 luglio, esprimendo il «profondo desiderio di trascorrere più tempo» con la sua famiglia. Kennedy, nominato al massimo tribunale americano nel 1988, all'epoca del presidente Ronald Reagan, ha deluso le aspettative dei pro life sostenendo continuamente la Roe contro Wade, cioè la sentenza che nel 1973 ha fatto sì che l'aborto, fino a quel momento disciplinato con legge propria da ciascuno dei 50 Stati federali e vietato nella gran parte di essi, venisse legalizzato in tutto il Paese.
TRENT'ANNI ALLA CORTE SUPREMA
Nei suoi trent'anni alla Corte Suprema, Kennedy ha votato in alcune occasioni nel verso giusto, come quando nel 2007 sostenne il divieto del Congresso all'orribile pratica dell'aborto a nascita parziale (il voto fu di 5-4), ma più volte si è schierato con i giudici abortisti, l'ultima delle quali la scorsa estate, quando votò per cancellare parte di una legge del Texas che aveva salvato migliaia di bambini facendo chiudere le cliniche abortive che non garantivano gli standard minimi di salute per le donne. Nel 2015 Kennedy ha anche scritto l'opinione di maggioranza nella sentenza Obergefell contro Hodges, che ha introdotto le «nozze gay» negli Stati Uniti.
A questo punto Donald Trump ha la possibilità, dopo la nomina di Neil Gorsuch nel 2017 (che ha preso il posto del compianto giudice cattolico Antonin Scalia), di scegliere una seconda persona alla Corte Suprema, che potrebbe ravvivare le speranze del mondo pro life, in vista di un possibile ribaltamento della Roe contro Wade e perciò della restaurazione del diritto dei nascituri. Il presidente statunitense ha promesso che sceglierà il sostituto di Kennedy da una lista di 25 esponenti conservatori, dalla quale aveva già attinto per la scelta di Gorsuch. Trump, che ha comunque lodato il giudice uscente, ha assicurato che la ricerca «inizierà immediatamente» e il capogruppo dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha detto che il Senato voterà questo autunno sul nome designato dal presidente, prima delle elezioni di medio termine in programma a novembre, sebbene la minoranza democratica spinga per posticipare la ratifica del successore di Kennedy.
UN'OCCASIONE STORICA CHE SEGNERÀ LA STORIA
È chiaro che si tratta di una questione fondamentale e nelle prossime settimane il livello dello scontro tra cultura della vita e cultura della morte è destinato a rimanere alto. Come ha affermato la presidente della Susan B. Anthony List, Marjorie Dannenfelser, «il ritiro del giudice Kennedy dalla Corte Suprema rappresenta un momento decisivo della battaglia per assicurare che ogni bambino sia benvenuto e protetto dalla legge». E ha aggiunto: «L'impegno più importante che il presidente Trump ha preso con il movimento pro life è la promessa di nominare solo giudici pro life alla Corte Suprema, un impegno che ha rapidamente onorato nominando il giudice Neil Gorsuch. Il presidente Trump ha adesso un'altra opportunità cruciale per restaurare il rispetto per la vita e la Costituzione. Contiamo che mantenga la sua promessa».
Di parere opposto, e non poteva essere altrimenti, il fronte abortista, con in testa la Planned Parenthood, la multinazionale al centro dello scandalo della compravendita di organi e tessuti di bambini abortiti, e molti personaggi dello spettacolo, dall'attrice Bette Midler alla cantante Cher, secondo la quale «la Corte Suprema porterà via i nostri diritti!!... Alcuni americani potrebbero ritrovarsi in campi di internamento!!». Ilyse Hogue, presidente della Naral, organizzazione impegnata nella propaganda a favore dell'aborto, ha già colto l'occasione per lanciare una nuova campagna di finanziamento, dicendo che la Roe contro Wade è «in grave pericolo». Si potrebbe replicare che mai «pericolo» è stato più lieto.
Tra coloro che hanno risposto per le rime ai commenti pro aborto, c'è il vescovo di Providence, Thomas Tobin, che in un tweet ha ricordato sottilmente le contraddizioni dei democratici: «L'isteria proveniente dalla sinistra riguardo a un nuovo giudice della Corte Suprema sta sbandando in modo estremamente incontrollato. Quando Obama era presidente ha nominato giudici molto liberal. Trump nominerà, si spera, giudici più conservatori. È così che funziona».
Nota di BastaBugie: Leone Grotti, nell'articolo seguente dal titolo "Trump ha l'occasione di cambiare in profondità e per decenni l'America" spiega che il presidente deve scegliere chi nominare alla Corte Suprema al posto del dimissionario Kennedy: se sarà pro-life ci sarà per la prima volta dopo 45 anni una maggioranza in grado di ribaltare la sentenza sull'aborto. Un'occasione veramente storica che gli elettori di Trump si aspettano da lui.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Tempi il 29 giugno 2018:
Liberal e progressisti americani sono spaventati. Molto. E preoccupati anche. Lo si capisce da questo incipit "moderato" del New York Times: «Donald Trump, un bugiardo, bullo, donnaiolo amante degli autocrati, sta trasformando profondamente l'America in modo concreti e duraturo nel tempo, un modo che ha lasciato le persone perbene a bocca aperta, arrabbiate ed esasperate». La decisione comunicata ufficialmente mercoledì in una breve lettera del giudice Anthony Kennedy di dimettersi dalla Corte Suprema, dopo oltre 30 anni di onorato servizio, ha gettato nello sconforto e nel panico tutti coloro che vedevano nel magistrato di 81 anni nominato da Ronald Reagan un tassello fondamentale per difendere alcuni diritti civili ottenuti attraverso i tribunali come aborto e matrimonio gay.
La Corte Suprema americana è attualmente composta da quattro giudici di chiara fede conservatrice, quattro di credo progressista e Anthony Kennedy. Per quanto considerato essenzialmente un conservatore, Kennedy si è rivelato nell'ultimo decennio lo "swing vote" che ha concesso ai liberal le vittorie più importanti, appoggiando in modo decisivo la causa dei nuovi diritti. Non solo ha sempre impedito qualunque revisione della sentenza Roe v. Wade del 1973 (il suo parere è stato decisivo in particolare negli anni Novanta), quella che ha legalizzato l'aborto negli Stati Uniti, ma è stato suo il voto decisivo che ha spianato la strada all'imposizione delle nozze omosessuali in tutti gli Stati americani nella storica sentenza Obergefell v. Hodges.
A fine luglio Kennedy andrà in pensione e il suo successore dovrà essere nominato da Trump, che ha convinto milioni di americani a eleggerlo alla Casa Bianca promettendo di scegliere candidati esplicitamente pro-life. Se il presidente repubblicano rispetterà l'impegno preso, come già accaduto a febbraio dell'anno scorso quando ha nominato Neil Gorsuch per prendere il posto di Antonin Scalia [leggi: ALLA CORTE SUPREMA IL NUOVO GIUDICE PROVITA PROMESSO DA TRUMP, clicca qui, N.d.BB], il Nyt prevede scenari apocalittici: «Se sei una donna, una minoranza, un immigrato, una persona Lgbt, i tuoi diritti potrebbero essere in pericolo; se sei anche solo una persona perbene che crede nell'estensione dell'uguaglianza, nel rispetto della libertà di scelta, dell'identità e dei diritti civili, la tua visione di America è in pericolo». Perché, continua, «i tribunali sono un'assicurazione politica nella strategia conservatrice che mira a impedire il progresso».
La Bibbia liberal non ha dubbi su quale sia la parte giusta della storia e la convinzione che i nomi più gettonati nella lista di Trump per prendere il posto di Kennedy (Hardiman, Pryor, Kavanaugh, Larsen, Barrett) stiano dalla parte sbagliata è incrollabile. Di sicuro, il tycoon ha un'occasione d'oro per cementare una maggioranza alla Corte Suprema che potrebbe durare per decenni, tanto più spaventosa per i democratici quanto più si considera l'anagrafe di altri due giudici liberal: Bader Ginsburg (85 anni) e Stephen Breyer (79 anni).
Trump sa bene quanto questa scelta sia importante per una fetta enorme del suo elettorato. Come dichiarato da Catherine Glenn Foster, presidente dell'associazione Americani uniti per la vita, «l'impegno più importante preso da Trump in campagna elettorale è stato quello che riguarda le nomine alla Corte Suprema. Noi vogliamo un costituzionalista che si attenga strettamente alla Carta e si astenga dall'utilizzarla come un mezzo di ingegneria sociale». Le fa eco il presidente di Studenti per la vita, Kristan Hawkins: «Vogliamo un giudice nella tradizione di Scalia, che rispetti la legge per come è scritta e che consideri la vita come il fondamento di tutti gli altri diritti».
Se il presidente americano manterrà fede alle sue promesse elettorali, l'aborto legale potrebbe essere messo in discussione a livello federale e toccherebbe poi a ogni singolo Stato decidere se autorizzarlo o meno e a quali condizioni. «Chiunque Trump nomini alla Corte Suprema», continua l'editorialista del Nyt, Charles Blow, «rimarrà probabilmente per il resto della mia vita. Vivrò il resto dei miei giorni con l'eredità di Trump. Questo pensiero è infernale. Così, un uomo la cui candidatura era uno scherzo, la cui elezione è stata una coincidenza contaminata da frodi e la cui presidenza è un tormento avrà la possibilità di stravolgere la magistratura americana. Questo abominio sta accadendo ora soprattutto perché troppa gente pensava che non sarebbe mai potuto succedere». L'occasione è davvero unica e non si ripeterà per decenni.
DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade
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