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OMELIA XVII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutto e la compra
di Giacomo Biffi
 

Ancora una volta l'odierna pagina evangelica offre alla nostra meditazione alcune delle così dette "parabole del Regno". Sono brevi racconti (qualche volta addirittura brevissimi) coi quali Gesù rivela con semplicità e quasi con discrezione - si direbbe nell'intento di illuminare senza abbagliare i nostri poveri occhi - il progetto di salvezza del Padre verso di noi; un progetto che comincia ad avverarsi qui in terra e troverà il suo compimento nel mondo definitivo (nel "Regno", appunto).
Il "tesoro nascosto". Un uomo - dice Gesù - scopre un grande tesoro in un campo altrui, e decide furbescamente il da farsi. La legge prescrive che in questi casi si divida il ritrovato a metà tra lo scopritore e il proprietario. Allora egli decide di comprarsi il campo, prima di rivelare la notizia della scoperta, in modo da assicurarsi l'intera proprietà del tesoro. Per far questo vende tutti i suoi averi: vende tutto quello che ha per poter fare l'acquisto. Il sacrificio è grande, ma poi il tesoro lo ripagherà ampiamente di ogni sua rinuncia. È interessante notare che il comportamento del protagonista della parabola è certamente scorretto, anzi è francamente disonesto. Ma Gesù non intende qui darci un insegnamento sulla morale degli affari. Qui, come nella parabola analoga della perla di grande valore, vuole insegnarci che l'adesione al Vangelo non patisce mezze misure. Vende tutto quello che ha: questa è la frase più importante del testo. Se si vuole mettersi davvero alla sequela di Gesù, tutto deve essere sacrificato: diventare discepoli di un Salvatore crocifisso impone che tutto nella nostra esistenza sia trasformato. In fondo, queste due parabole sono il commento - e quasi la raffigurazione scenica - del primo e fondamentale comando della legge antica: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze; o anche della sconcertante frase di Gesù: Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Noi siamo toccati sul vivo da questo insegnamento. Siamo tutti - chi più chi meno - maestri del compromesso: tentiamo sempre di salvare qualcosa da questo sacrificio totale che ci viene richiesto. Nella vita spirituale siamo dei mercanti che mirano sempre a tirare di prezzo, in modo da non rinunciare proprio a tutto, di quello che abbiamo, di quello che siamo, di quello che ci è particolarmente caro. Ciascuno ha le sue allergie e le sue incompatibilità. Come Rachele, pur essendoci dedicati al culto del Dio vivo e vero, teniamo nascosto qualche idoletto nella sella del nostro cammello. Invece il Signore, di fronte alla esigente volontà del Padre, ci propone una resa senza condizioni e una totalità di donazione.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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ALTRA OMELIA XVII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
da Il settimanale di Padre Pio
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Fonte: Stilli come rugiada il mio dire