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« Torna agli articoli di Giano Colli
Gentile Redazione
vi segnalo che lavorando nelle scuole, mi sono accorta in questi anni che è in corso una specie di lotta silenziosa intorno alla mensa scolastica della mia città.
Se qualcuno dei docenti (perché primariamente si pensa agli adulti) desiderava non mangiare carne il venerdì e il mercoledì delle ceneri doveva fare richiesta scritta, per poter avere (al pari degli alunni musulmani ad esempio) un menu personalizzato nei giorni prescelti.
Quest'anno è arrivata una circolare che informava che il menu non sarebbe stato cambiato per il Mercoledì delle Ceneri, ma chi desiderasse un pasto alternativo, poteva segnalarlo direttamente al mattino.
Segnalazioni necessarie, poiché l'anno scorso nel giorno delle Ceneri fu servita pasta al sugo di carne, quest'anno tacchino arrosto.
Nessuno insomma ha limitato la libertà religiosa di scegliere il proprio pasto, ma di certo si vuole rendere la cosa piuttosto complicata: per carità, apprezziamo la novità di quest'anno del poter segnalare anche solo al mattino il menu alternativo.
Ma pensando a tutto l'impianto del servizio mensa ci chiediamo: dato che comunque un giorno alla settimana viene servito pesce, per quale motivo, coerentemente con la tradizione cristiana che appartiene al nostro paese, quel giorno non è il venerdì?...e perché in questa settimana non si è avuto un occhio di riguardo anche per il menu del mercoledì?
Di certo non si offenderebbe nessuno, dato che viene comunque garantita a tutti la possibilità di scegliere un pasto alternativo per motivi religiosi: non credo che gli alunni musulmani siano in difficoltà a mangiare il pesce di venerdì anziché il giovedì...
Pare che si preferisca spendere di più (ci viene detto che la gestione dei pasti personalizzati è un dispendio di denaro e tempo enorme), e gestire una situazione caotica (come quella che, con molte richieste alternative, si è creata oggi per le Ceneri), pur di non affermare la realtà delle nostre origini culturali cristiane.
Non sarebbe popolare forse rendere il pasto a scuola dei lavoratori cristiani coerente con la propria fede, senza obbligarli a segnalare la propria presenza e le proprie scelte religiose? Sarebbe forse trattare con troppa apertura questo gruppo di credenti?
Credo che la risposta sia da cercarsi nella funzione educativa che in quel caso avrebbe la mensa della scuola. I bambini, seppur non obbligati all'astinenza e al digiuno, apprenderebbero così precetti che è bene che non sappiano.
Così buttiamo via tutto ciò che richiama la religione e la fede... e non importa se ai quiz della sera (quelli si culturali!) si perde quasi sempre per una domanda da prima classe di catechismo!
Rita
Cara Rita,
c'è poco da aggiungere alla tua schietta testimonianza.
Possiamo ricordare il cardinal Biffi denunciò diversi anni fa che le mense scolastiche prevedevano una volta a settimana il pesce, ma si guardavano bene dal programmarlo per il venerdì per non soddisfare i precetti dei cristiani.
Va ricordato infatti che l'astinenza dalle carni (e dai cibi prelibati) è obbligatoria per i credenti tutti i venerdì di quaresima, ma anche negli altri venerdì dell'anno (anche se in quest'ultimo caso è possibile sostituirla con un'altra rinuncia). Come giustamente da te segnalato anche il mercoledì delle ceneri (e il venerdì santo) prevede l'astinenza (oltre che il digiuno: che consiste, al minimo, in un po' di cibo al mattino, un pasto normale a pranzo e un po' di cibo alla sera).
Concludendo bisognerebbe che i cattolici, riappropriandosi delle proprie tradizioni iniziassero a farsi sentire prima che scompaiano del tutto e prima che i nuovi arrivati impongano le loro.
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