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« Torna agli articoli di Giano Colli
Cara redazione di BastaBugie,
io ho passato i cinquanta anni e ricordo la tronfia prosopopea che accompagnava l'introduzione, nel quotidiano, di nuove tecnologie, dei robot nelle fabbriche, i nuovi macchinari che automatizzavano di tutto e di più lasciando all'uomo il solo compito di controllarne i meccanismi, per non parlare poi del boom delle tecnologie informatiche. Basta carta, tutto facile, tutto veloce, i computer penseranno a tutto. Ricordo che ci furono persone preoccupate per l'eccessivo tempo libero che ne sarebbe derivato. Come occuparlo, cosa farne del tempo che sarebbe stato decisamente troppo?
Si parlava di leggi giuste, di tutela dei lavoratori, di abolizione delle discriminazioni legate al sesso alle condizioni sociali, vita più facile e vivibile per tutti, benessere, pace.
E poi cosa è successo?
E' successo che il lavoro è diventato sempre più abominevole, stressante e competitivo, la vita faticosamente insopportabile, il lavoro poco e precario, mal pagato, senza garanzie.
Ci si uccide per un posto di lavoro!
Le macchine ci hanno schiavizzato, mettendoci nelle condizioni di dover competere con i loro standard di efficienza produttiva a zero errori.
Non dormono e non si fermano di notte e anche l'uomo deve fare altrettanto. Le macchine non si fermano nemmeno la domenica o a Natale e pure le mamme lavoratrici devono farlo, non si ammalano e nemmeno il lavoratore deve ammalarsi tant'è che se manca un solo giorno gli si decurta la busta paga e lo s'imprigiona in casa.
Le macchine non rimangono stupidamente incinte, sono efficienti sempre, le donne hanno voglia di maternità? Per un capriccio ormonale non si può fermare la produttività, vietato quindi portare lamentazioni sull'inconciliabilità tra turni e poppate, o su stanchezze per nottate insonni.
E poi cosa vuole ancora questo lavoratore, andare in pensione? Tze! Le macchine non ci vanno, si rottamano... è la legge della produttività e del guadagno.
Siccome però il sistema ha un cuore (che induce persino le lacrime) si andrà in pensione a settanta anni dopo aver pagato una montagna di contributi da deporre per il 60% sull'altare del gran Moloch.
Sarà impedito l'accudimento dei vecchi di casa? No problem, per loro c'è in programma una pietosa, civile ed economica eutanasia! Parimenti per i portatori di handicap inutili mangiapane a ufo! (Danimarca docet)
Sarà impossibile dare l'opportunità ai propri figli di contare su un appoggio familiare in vista di una maternità? Poco male, del resto le autorevoli autorità dicono che siamo troppi su questo pianeta. Sfoltire, sfoltire, non ci sono risorse per tutti!
La maternità è costosa e non è produttiva meglio assumere omosessuali e pianificare una denatalità si massa, e per le irriducibili c'è sempre l'aborto o la pillolina, o la firmetta liberatoria sul contratto da precario co co co /co co pro / co co dè! Meglio perdere un figlio che il lavoro.
La senilità provocherà incidenti, metterà a repentaglio la sicurezza, l'efficacia e l'efficienza lavorativa? Poco male: c'è già la leggina ad hoc che stabilisce il recupero del danno erariale per l'assenza o danni provocati da negligenze personali o da depauperamento neuronico.
E i giovani parcheggiati? Si è pensato anche a loro e da tempo. Droga, sesso a gogò, happy hour a volontà con una innaffiatina di poker on line e videogiochi truculenti tanto per tenere sottocontrollo il disgusto per la vita che tanto giova all'incapacità di vedere il futuro...
È impedito di vivere la vita con dignità e serenità e godere del tempo e degli affetti? Beh! mica è colpa del governo se a sessantasette e undici mesi il corpo cede e viene l'infarto, o la sincope, o il tumore e si comincia a deperire come una muffa acida.
Di chi la colpa se non si riuscirà a fare nemmeno il tentativo di sognare una vita lontana dal cartellino da timbrare sei giorni su sette (per ora) per 355 giorni l'anno (per ora) per 42 /43/44/45 anni (per ora).
Dicono che è per colpa dell'aspettativa di vita che si è allungata, ma la qualità chi l'ha controllata? Come sarà?
Come sopravvivrà l'infermiera a sessantasei anni con alle spalle quarantatre anni di turni, pendolarismi e acrobazie casalinghe? L'insegnate elementare con classi di 32 indemoniati, il carpentiere in cima al tetto, l'autista di tir, il macchinista turnista, l'operaio alla catena di montaggio, il medico al pronto soccorso, la segretaria d'azienda super efficiente, il poliziotto e il pompiere?
A mio parere, mi sembra che tutto questo nasca dal connubio tra la lucida e cinica prepotenza finanziaria dei poteri forti e la manovalanza politica ingorda che ignora del tutto come sia la vita reale delle persone reali che non riesce a capire e nemmeno a immaginare.
Probabilmente molti italiani, direi tutti, riuscirebbero a lavorare fino a 67 anni se avessero chi: cura la casa, fa la spesa, porta i pupi a scuola e li riprende, prepara il pranzo, leva la polvere, fa le lavatrici, stira e cuce, aiuta nei compiti i figli, accompagna i suoceri dal dottore, lava e rigira nel letto il genitore ultraottantenne, paga le bollette e fa la fila negli uffici pubblici, sbriga tutte le noie burocratiche!
Persino io riuscirei a lavorare pimpante fino a 67 anni se non avessi altro da fare che spostare il mio deretano da un sedile di un'auto da tre milioni di cavalli con autista a una poltrona in velluto con alle spalle l'omino che mi gira le pagine da firmare!
Tutta questa politica scellerata e corrotta, avida e ignorante, e per ultimo i poteri forti da cui il governo attuale ha preso le distanze (escusatio non petita...) mi hanno (ci hanno) sottratto la vita e la dignità di cittadina. Ciò è Male e non resterà impunito.
Io non ho potuto godere la crescita dei mie figli perché ai loro primi passi ero dietro una scrivania, così come lo ero quando avevano i febbroni a 40°, o quando mia madre si ammalò di Sla e la burocrazia le negò l'invalidità, così come lo ero quando si ammalò mio marito uscendone con un'invalidità che gli ha impedito di essere " produttivo".
Con quanto ho versato fino ad oggi potrei meritatamente riposarmi un poco prima di morire e invece ho davanti altri 11 anni di lavoro, uno sfinimento psicofisico inenarrabile e acciacchi che fanno presagire assenze dal lavoro e buste paghe decurtate.
Sono stata privata della mia vita, di poter accudire con il dovuto amore i miei genitori. Non potrò essere d'aiuto ai miei figli, ai miei nipotini, e nemmeno potrò consolarmi di aver salvato il mio paese dal baratro perché tutto ciò che mi è stato scippato con l'inganno non servirà a nulla.
Questo almeno mi sia consentito di gridarlo, lasciate che possa dire che sono consapevole di essere una delle tante vittime inutili di un sistema demoniaco, cioè nemico dell'Uomo.
Avrete la mia vita, ingozzatevi, ma sappiate che non siete così furbi e intoccabili come pensate di essere. Siete solo momentaneamente dalla parte dei forti, ma non durerà.
Questo sistema che state difendendo e attualizzando con pseudo manovre salva Italia o salva Europa non basterà a garantirvi la sopravvivenza, perché il parassita quando è troppo avido finendo con uccidere il suo sostentamento decreta la sua stessa fine.
Da troppo tempo stiamo assistendo ad una recita oscena in cui i protagonisti sono, da un lato i vari paesi del mondo, cicale imbecilli, che stupidamente hanno fatto troppi debiti con le banche pur sapendo che non sarebbero state in grado di restituirli, dall'altro pallidi vampireschi banchieri che senza vera lungimiranza e garanzie prestano soldi alle cicale per scoprire, solo dopo che queste non sono in grado di onorare gli impegni.
C'è qualcosa che non quadra in questo gioco osceno, o forse no, è tutta una finta il cui vero scopo è il cannibalismo mistico e rituale di visionari che si credono dei.
Fate presto allora, se il vostro scopo è di mangiare la nostra carne e bere il nostro poco sangue rimasto, per di più amaro, fate presto, è la nostra unica possibilità di far soccombere anche voi.
Sabrina
Cara Sabrina,
purtroppo questa tua lettera non è un caso isolato. Ne stiamo ricevendo a decine con lo stesso tono di disperazione. Alcuni che già vivevano in situazioni economiche precarie sono adesso in una crisi profonda e si sentono oppressi dal regime fiscale instaurato in Italia che si sta appesantendo sempre più.
Non potendo fare altro, nel nostro piccolo, non ci resta che dare voce alle ragioni di chi è oppresso da uno Stato sempre più accentratore e spremi-contribuenti.
Giano Colli
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