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« Torna agli articoli di Giano Colli
Cari amici di BastaBugie,
permettetemi uno sfogo.
Dalle pagine del Corriere il ministro Profumo parla di voler abolire l'ora di religione perché l'Italia è ormai un Paese multietnico. Lo stesso afferma che «Ieri ero in una scuola con il 50% di alunni stranieri - ha riferito - e mi hanno detto che imparano la geografia dai loro compagni che raccontano dei loro Paesi» di provenienza.
Ha omesso però di dire che oltre alla geografia s'impara anche a eccedere nel consumo di alcol, tabacco e si viene iniziati al consumo di droghe varie. S'impara anche che i valori correnti sono la furbizia, la prevaricazione, l'oppressione del più debole, la persecuzione del diverso o del disabile, ecc. S'impara che la verginità non è una virtù, anzi … La fedeltà nel matrimonio? Un'eccezione. L'indissolubilità di un matrimonio? Follia, masochismo. Non esistono più promesse per sempre. Tutto ha una durata limitata, tutto deve cambiare in continuazione: oggetti, pensiero, relazioni, ecc. Se forse s'impara qualcosa di geografia (cosa di cui fortemente dubito), non s'impara molto degli avvenimenti di quei Paesi da dove i compagni "maestri" provengono.
Chiedete a un musulmano nigeriano delle chiese cristiane date alle fiamme, ad un musulmano egiziano delle persecuzioni contro i Copti cristiani, ad un pakistano dei continui attacchi alle comunità cristiane, ecc. Subito negheranno e, spesso, affermeranno che sono notizie false costruite dai media occidentali asserviti all'America. Se gli si chiederà come mai le loro sorelle, che frequentano la stessa scuola, vengono in classe con il capo coperto e in abiti tradizionali, risponderanno che è una loro scelta e non un'imposizione della loro famiglia. Se gli si chiederanno notizie circa l'infibulazione e l'escissione ai danni delle loro donne (incluse le loro mamme) diranno che anche questo è frutto della propaganda occidentale. Diranno che l'assumere alcol o fumare non è concesso dalla loro religione, ma il fornire stupefacenti ai loro compagni di scuola è cosa lecita perché sono degli infedeli.
Per entrare nei loro Paesi noi dobbiamo munirci di un visto, la cui durata è spesso molto limitata nel tempo. Loro sono spesso arrivati come clandestini infrangendo le nostre leggi e scardinando le nostre abitudini. Noi li accogliamo, sfamiamo, alloggiamo. Ma se facessimo noi le stesse cose da loro la musica sarebbe molto diversa.
C'è chi dice che abbiamo tanti stranieri perché i nostri "ragazzi" certi lavori non li vogliono più fare. Mi verrebbe da gridare "Balle"! Abbiamo bisogno di stranieri perché la natalità in questo Paese è in calo visto che il numero di aborti di potenziali italiani continua ad aumentare.
Bernardo
Egregio direttore di BastaBugie,
che pena... ieri sera ho dato un'occhiata al libro di storia di mia figlia (1° media) ed ho potuto constatare con mano l'idiozia dell'insegnamento nella scuola pubblica.
Ho cercato invano un cenno alla nascita e al significato del cristianesimo: niente, zero, nada de nada. Non solo non si parla né si descrive un movimento sociale e culturale (volutamente impiego questa definizione neutra e chiaramente limitativa) fondamentale per la storia. Nemmeno si cita la nascita di Gesù come fatto storico. L'unico riferimento è il posizionamento dello zero nell'asse temporale delle storia antica, senza spiegazioni.
In compenso qualche capitolo dopo sono dedicate ben 4 pagine alla figura di Maometto, con gran ricchezza di particolari sulla sua "straordinaria vita" (cito le parole usate sul libro), riuscendo a creare un alone leggendario e di grande fascino intorno a questa figura.
Sono poi dedicati ampi spazi al monachesimo (descritto sostanzialmente come una struttura economica, finalizzata a creare delle aziende agricole e basata sulla schiavitù e sulla scelta obbligata dalle famiglie e dal contesto storico a diventare monaci) e alle crociate (confermando le solite idee preconcette: i crociati erano rozzi e crudeli, mentre gli islamici erano raffinati e tolleranti; l'imperialismo europeo attaccò senza provocazione i pacifici musulmani; Saladino era un galantuomo e i crociati dei farabutti; da allora i musulmani ci odiano con ragione, ecc.)
Un quadro veramente desolante di disinformazione e pregiudizi negativi verso il cristianesimo.
Ora io non capisco per quale motivo si debba trascurare, anzi rinnegare la nostra cultura (continuo volutamente a parlare di cultura e non di religione, perché qui il problema non è nemmeno più solo un fatto di libertà religiosa, ma è proprio una questione di formazione culturale).
In una scuola come quella di mia figlia che vuole dare anche una più approfondita formazione artistica ai suoi studenti (tant'è che abbiamo fra le materie di studio "educazione al patrimonio" che si prefigge di far conoscere il patrimonio artistico della zona) come si può prescindere dalla conoscenza di quella "filosofia" che ha generato la maggior parte di questo patrimonio artistico?
Fra l'altro proprio ieri leggevo trasecolando le esternazioni del ministro Profumo circa l'insegnamento della religione, che poi non è nemmeno materia obbligatoria...
Scusate lo sfogo un po' ingenuo, per voi saranno problemi ahimè fin troppo conosciuti, per noi è il primo scoraggiante approccio alla scuola pubblica... più che altro volevo chiedervi se ritenete che si possa fare qualcosa, intendo dire se noi come genitori possiamo fare qualcosa, se possiamo pretendere che ci sia più rispetto e formazione verso la nostra cultura (così come viene ampiamente assicurato a quelle degli altri).
Sapete indicarmi qualche organizzazione e/o sito internet che si occupi dei rapporti con la scuola pubblica? Mi servirebbe capire se abbiamo la possibilità di organizzare qualcosa in orari scolastici e se ci sono associazioni o movimenti che si occupano proprio di questo.
Noi vigileremo sulla formazione dei nostri figli (ho già pronto il volumetto sulle Crociate edito dal Timone e scritto da Rino Cammilleri che cercherò di far leggere loro), ma vorrei far qualcosa affinché possano anche crescere in un ambiente che gli assicuri quanto meno il rispetto e non di essere considerati dei pazzi retrogradi e fanatici.
Colgo l'occasione per ringraziarvi del lavoro preziosissimo che fate con il vostro sito: per me personalmente e per molti miei amici è davvero un punto di riferimento e una guida utilissima. Grazie e buona giornata!
Rosetta
Cari Bernardo e Rosetta,
tra le tante mail che abbiamo ricevuto sulla scellerata proposta del ministro dell'istruzione, abbiamo scelto le vostre due perché ben sintetizzano la situazione in cui ci troviamo.
A Bernardo, per trovare conferma alla drammatica realtà da lui descritta, consigliamo la visione del filmato di sette minuti da noi più volte proposto "Europa islamica in pochi anni: lo sconvolgente video sul futuro dell'Occidente che rischia di scomparire":
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=89
A Rosetta, che ci chiede a chi potersi rivolgere per muoversi meglio nel mondo scolastico, consigliamo di rivolgersi al nostro amico Nicola Incampo, che grazie al sito di Cultura Cattolica aiuta tutti coloro che operano nella scuola e sono interessati soprattutto all'IRC, per affrontare e risolvere le questioni giuridiche che sorgono continuamente. La sua mail è nicola.incampo@culturacattolica.it
Il link al sito di Cultura Cattolica è http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=95
Dopo il clamore suscitato dalla notizia il ministro Profumo ha fatto marcia indietro. Resta il puzzo e il dubbio che appena il governo avrà forza per farlo, imporrà le sue decisioni. Oppure, passato il clamore, la misura potrà passare nel silenzio mediatico con circolari e decreti...
Per concludere, riportiamo qui sotto l'articolo di Stefano Fontana pubblicato il 26 Settembre 2012 su L'Occidentale dal titolo "Perché non ci piace la proposta di Profumo sull'ora di religione". Ci sembra che metta il dito nella piaga, ben individuando il motivo per cui alla lunga la nostra posizione è perdente: nelle battaglie in difesa della fede dobbiamo sempre puntare sulla motivazione vera e fondante, senza accontentarci di motivazioni più sbiadite, senz'altro di più facile accettazione, ma alla lunga perdenti (vedi anche le battaglie in campo bioetico). Ecco dunque le illuminanti riflessioni di Stefano Fontana:
Il ministro della Pubblica istruzione Profumo ha buttato lì un'idea che puzza di bruciato. Ha detto che bisogna cambiare i programmi scolastici per il fatto che ormai la scuola italiana è multireligiosa e multiculturale e questo vale anche per l'insegnamento della religione cattolica che dovrebbe diventare un'ora di conoscenza di tutte le religioni. Quest'ultimo punto merita qualche considerazione.
Il motivo per cui il concordato prevede l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche è indipendente dal fatto che trai banchi esistano anche alunni di altre religioni, i quali potranno liberamente avvalersene oppure no. Il motivo è formativo e storico-culturale: non esiste identità culturale italiana senza la religione cristiana che l'ha plasmata in profondità e che ancora parla nelle opere letterarie ed artistiche. Non c'è un angolo di Italia che non ne sia caratterizzato. Non è quindi la stessa cosa che dalle cattedre delle nostre scuole si insegni il cristianesimo o il buddismo. Se poi questo già avviene, ossia se gli insegnanti di religione cattolica fanno la scelta di insegnare le religioni anziché il cristianesimo, si tratta di una scelta non conforme a quanto previsto dal concordato.
Per capire però la proposta di Profumo bisogna andare più in là di queste considerazioni. Infatti, c'è un altro motivo, ben più profondo, per cui si dovrebbe insegnare la religione cristiana nelle scuole pubbliche. Lo si dovrebbe fare per il suo contenuto di verità, ossia per come essa illumina la conoscenza della persona umana e motiva le relazioni tra le persone in società. Non si tratta solo di insegnare il cristianesimo perché altrimenti non si può più comprendere la nostra storia o leggere i segni che esso ha lasciato nelle chiese o nei musei. Si tratta anche di attingere dal cristianesimo dei valori umani che si ritengono importanti per la nostra società e senza dei quali la convivenza sarebbe più difficile. In altre parole si insegna il cristianesimo perché non lo si considera come le altre religioni, ma gli si attribuisce un valore di verità – laicamente considerata alla luce della ragione – che lo rende importante per la nostra società.
C'è da osservare che la Chiesa italiana ha puntato più sulla prima motivazione che su questa seconda. Ha parlato più della religione cristiana come strumento per comprendere la nostra storia e la nostra cultura piuttosto che puntare sulla sua verità umana. La prima argomentazione è seria ma non decisiva e, del resto, dipende dalla seconda. La storia e la cultura che abbiamo ereditato dal cristianesimo ci interessa solo se ne vediamo la verità e l'utilità per l'uomo di oggi. Avendo trascurato questa argomentazione, ora ci troviamo a fare i conti con le proposte di Profumo il quale dice che la storia e la cultura cambiano e quindi l'insegnamento della religione cattolica non serve più.
La conseguenza di una ipotetica "riforma Profumo" sarebbe di radicare ancora di più l'idea che le religioni sono tutte uguali, ossia l'indifferenza religiosa. Lo Stato non può però farlo, in quanto significherebbe rinunciare all'uso della ragione politica che considera le religioni in ordine al bene comune.
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Giornalista
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