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Spettabile redazione,
vorrei spiegarvi perché mi sono cancellato dalla vostra newsletter.
Mi sono cancellato perché siete bigotti ed egoisti. Io sono un cristiano cattolico credente e praticante, ho un lungo passato in Azione Cattolica da catechista e animatore, ho passato anni coi bambini cercando di aiutarli a crescere cristianamente ma senza MAI mettere in discussione l'amore di Dio verso tutti, gay e lesbiche incluse. Che sono esseri umani come tutti gli altri, giusti e peccatori, credenti o laici...di certo meno fortunati della maggior parte per non avere la prospettiva della maternità e della paternità.
Che la Chiesa abbia le sue regole e non ammetta al suo interno matrimoni che non siano fra Uomo e Donna siamo tutti d'accordo, ma perché pure la società laica dovrebbe fare altrettanto? Su che basi? Perché il vostro amore deve essere considerato un prodotto superiore? Dove sta scritto? Perché non devono avere gli stessi diritti sociali di una coppia eterosessuale? Per quale motivo una coppia di gay non dovrebbe avere diritto a sentirsi e vedersi unita legalmente davanti allo Stato? Ma stiamo scherzando? Ho più amici gay che hanno un cervello e un cuore talmente immenso che la maggior parte dei cristiani "eccellenti" che conosco dovrebbero solo impallidire. Ma veramente credete che il Padre la pensi così? Cristo ci ha insegnato la Libertà signori!!! davvero De Andrè aveva ragione quando cantava che "lo sanno a memoria il diritto divino e scordane sempre il perdono"...che poi gay e lesbiche avranno da chieder perdono a tutti ma non certo a noi!
Poi la questione delle adozioni è tutta un'altra storia, evitiamo di tirarla in mezzo col dire "tanto ci si arriverà" perché è vile e ipocrita. La maternità non è un diritto, è un'opportunità. Per tutti.
Per di più parlare di questi argomenti proprio in questi mesi in cui la politica cerca di dare risposte alle esigenze di una parte consistente di popolazione puzza talmente di propaganda che la cancellazione dalla vostra newsletter è il minimo che possa fare.
Cordiali saluti.
Sandro
Gentile Sandro,
grazie innanzitutto per la sua mail che ci dà la possibilità di spiegare meglio alcuni concetti.
Lei inizia con il dire: "Mi sono cancellato perché siete bigotti ed egoisti. Io sono un cristiano cattolico credente e praticante [...] ma senza MAI mettere in discussione l'amore di Dio verso tutti, gay e lesbiche incluse. Che sono esseri umani come tutti gli altri...".
Siamo sinceramente stupiti delle accuse che ci rivolge.
Mai abbiamo messo in dubbio l'amore di Dio per ciascuna creatura, né la dignità e il valore che ogni essere umano possiede in virtù del dono della vita che viene da Lui.
Di certo saprà che esiste un Magistero della Chiesa molto preciso, che invita a distinguere l'accoglienza dovuta ad ogni persona dalla Verità della dottrina e di un diritto naturale che non ci appartengono e di cui non possiamo disporre.
Per sua comodità le riportiamo le parole del Catechismo della Chiesa Cattolica, recentemente citato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dal Brasile rispondendo alle domande dei giornalisti. Le televisioni hanno riportato solo la frase "Chi sono io per giudicare", ma il Papa poco prima aveva citato proprio il Catechismo. Ecco cosa c'è scritto sul Catechismo (nn. 2357-2359): "L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati. Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione. Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana".
Ma lei poi continua la sua mail dicendo: "Che la Chiesa abbia le sue regole e non ammetta al suo interno matrimoni che non siano fra Uomo e Donna siamo tutti d'accordo, ma perché pure la società laica dovrebbe fare altrettanto? [...] Per quale motivo una coppia di gay non dovrebbe avere diritto a sentirsi e vedersi unita legalmente davanti allo Stato?"
Purtroppo non è così scontato - come invece lei afferma - che presto anche le chiese non saranno trascinate in tribunale perché accusate di non celebrare matrimoni gay (ci permettiamo di segnalare che in Inghilterra proprio questo mese un omosessuale ha vinto una causa civile per costringere una chiesa a celebrare il suo "matrimonio" gay...).
Detto questo, le motivazioni per cui il riconoscimento delle unioni omosessuali anche da parte del diritto civile, non sono solo di tipo religioso, ma prima di tutto razionale poiché provenienti dal diritto naturale (cioè nella natura umana).
Gli omosessuali come individui già hanno tutti i diritti civili di chiunque altro, proprio perché per adesso non esistono diritti dipendenti dalla tendenza sessuale (cosa che presto non sarà più vera, se verrà approvata la legge antiomofobia).
Ma il riconoscimento del loro "matrimonio" è altra cosa. Il matrimonio non è un'invenzione umana: lo stato riconosce nella coppia, come unione sponsale di uomo e donna, un dato ad esso preesistente (derivante appunto dalla natura umana), di cui non può disporre.
Il matrimonio riconosciuto dallo stato (e come tale riconosciuto ad esempio dalla Costituzione Italiana che riconosce il matrimonio come realtà preesistente allo stato) deriva da un concetto di matrimonio naturale che esiste da molto prima dell'istituzione del matrimonio cristiano, e che accorda al matrimonio e alla famiglia un valore sociale da riconoscere.
Inoltre il matrimonio, dal punto di vista della società civile, non c'entra nulla con l'amore (nessun prete, ma anche nessun sindaco prima di sposarla le chiederà se ama quella donna accanto a Lei). Ciò che conta è l'impegno di formare una famiglia. Ciascuno è e sarà sempre libero di vivere i propri sentimenti e la propria sessualità come preferisce (in un paese libero), ma il riconoscimento civile è altra cosa.
Se uniti da un rapporto sentimentale, gay ed eterosessuali possono - con i mezzi messi a disposizione nella libertà negoziale privata - assicurarsi diritti analoghi a quelli dei coniugi sposati civilmente. Il motivo per cui si richiede il riconoscimento ufficiale non fa parte di una conquista dei diritti civili è una battaglia ideologica che punta alla funzione che la legge ha nel promuovere un cambiamento...
Lei sa benissimo che, dove istituiti, i registri per le unioni civili (aperti anche ai gay) non hanno avuto che pochissime adesioni. questo dimostra che il matrimonio non è un bisogno profondo delle coppie gay, non più di tanti altri sogni che appartengono a tutti noi.
La lotta politica in corso mira invece a scardinare l'assetto naturale della nostra società, tanto è vero che molte associazioni gay si sono dissociate - in Francia ad esempio - da tali rivendicazioni.
Lei scrive: "Ho più amici gay che hanno un cervello e un cuore talmente immenso che la maggior parte dei cristiani "eccellenti" che conosco dovrebbero solo impallidire. Ma veramente credete che il Padre la pensi così? Cristo ci ha insegnato la Libertà signori!!! davvero De Andrè aveva ragione quando cantava che "lo sanno a memoria il diritto divino e scordane sempre il perdono"...che poi gay e lesbiche avranno da chieder perdono a tutti ma non certo a noi!"
Per quanto riguarda il perdono auspicato da De André (!), mai la nostra azione di informazione ci ha spinto a giudicare le persone dalla loro tendenza sessuale piuttosto che dal loro cervello o cuore, e men che meno a perdonare o condannare le anime.
Tale ambito rientra nel foro interno di ciascuno e nella dottrina sulla confessione.
Noi cerchiamo di fare controinformazione per favorire un giudizio libero dalla cultura dominante. Se pubblichiamo gli articoli, lo facciamo proprio per amore dell'uomo, e per non chiudere gli occhi davanti all'errore.
La libertà insegnata da Cristo ha un limite oggettivo, non imposto. Non è Dio che limita la nostra libertà, ma Egli ci ha indicato chiaramente quali siano le conseguenze delle nostre libere scelte.... questo forse è un limite interessante per il nostro bene eterno.
Lei poi prosegue dicendo: "Poi la questione delle adozioni è tutta un'altra storia, evitiamo di tirarla in mezzo col dire tanto ci si arriverà perché è vile e ipocrita. La maternità non è un diritto, è un'opportunità. Per tutti".
Anche qui lei si sbaglia, purtroppo. In Francia, dopo la legge contro l'omofobia, è venuto il riconoscimento delle coppie omosessuali e poi le adozioni...non crediamo che affermare un fatto incontrovertibile e certo sia vile e ipocrita.
Per il resto, sinceramente non capiamo il riferimento alla maternità come opportunità per tutti... Non siamo certo noi che priviamo gli omosessuali della possibilità di diventare genitori, dato che questa opportunità è la natura a negarla.
Del resto è ben noto che la maternità omosessuale è oggigiorno possibile solo attraverso pratiche che prevedono l'uso (abuso?) di un corpo estraneo alla coppia (utero o seme), uso del corpo separato dalla sessualità (e quindi contrario alla dignità umana) e purtroppo spesso oggetto di mercato se non anche di sfruttamento.
La sua conclusione ci pare affrettata. Lei scrive: "Per di più parlare di questi argomenti proprio in questi mesi in cui la politica cerca di dare risposte alle esigenze di una parte consistente di popolazione puzza talmente di propaganda che la cancellazione dalla vostra newsletter è il minimo che possa fare".
A questa insinuazione, ci permettiamo di rispondere segnalandole un documento di dieci anni fa: "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali", che è stato pubblicato il 31 luglio 2003 a firma del Prefetto Card. Joseph Ratzinger e del Segretario Mons. Angelo Amato, e approvato esplicitamente dal Beato Giovanni Paolo II.
E' a tutti gli effetti un atto di Magistero pontificio, e almeno per la data siamo certi che non possa essere accusato di propaganda politica.
Ci spiace molto che il nostro sito non incontri più il suo gradimento. Il nostro è un servizio completamente gratuito che viene offerto a chi lo desidera e quindi sono senza dubbio libere l'adesione così come la cancellazione, qualora qualcuno ritenga che la linea editoriale non corrisponda più al suo personale sentire.
Ci permettiamo però di farle altresì notare, visto che si è definito cattolico, che i punti su cui ha ritenuto di farci pervenire le sue critiche si riferiscono a questioni precise su cui il Magistero della Chiesa (con il sopra citato documento) e il Catechismo della Chiesa Cattolica hanno dato delle risposte difformi dal suo pensiero. Forse, da cattolico, più che prendersela con noi, dovrebbe riflettere su questi autorevoli interventi e comportarsi di conseguenza.
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