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EGITTO: ISLAM MODERATO? MA MI FACCIA IL PIACERE... IL RECENTE (E FREQUENTE) CASO DI UNA CRISTIANA RAPITA
di Lorenzo Fazzini
 

Tensione Al Cairo. Almeno diciassette i fermati dalla polizia dopo le proteste Incendio non doloso nella chiesa che per la tradizione locale conserva l’impronta di Gesù bambino.
Egitto  rapita ragazza copta.  Cristiani scendono in piazza. La giovane sequestrata all’uscita di scuola. Sospetti sul vicino di casa musulmano:  «Voleva convertirla».

Nuovo atto di violenza contro la comunità copta in Egitto. Una ragazza cristiana è stata rapita nei giorni scorsi da un giovane musulmano, presumibilmente per essere convertita con la forza all’islam. Maria Gerges Labib, questo il nome della vittima, 17 anni, è stata sequestrata sabato scorso all’uscita della sua scuola nella località di Abu Al Matamer, nella provincia settentrionale di Al Behera dove si era recata per gli esami di fine anno. I genitori della ragazza hanno sporto una denuncia contro il loro vicino, un giovane musulmano chiamato Amro Abd Mazen. Al momento, la sorte della ragazza è un “giallo”, visto che alcune fonti locali danno notizia della sua liberazione, ma nulla vi è ancora di ufficiale. La denuncia arriva dall’associazione “ Voice of the Copts”, che si batte per la difesa dei diritti dei copti in Egitto, la più grande comunità cristiana di tutto il Medio Oriente e che rappresenta circa il 10% della popolazione egiziana. «Denunciamo l’ennesimo coinvolgimento dell’autorità egiziana filo-wahabita che protegge i sequestratori di giovani copti allo scopo di convertirli all’islam»: è l’allarme di Ashraf Ramelah, presidente di “Voices of Copts”. Oltre al danno la beffa: appresa la notizia del rapimento dell’adolescente cristiana, centinaia di copti si sono riuniti davanti al commissariato locale della polizia chiedendo notizie della rapita, ma la polizia ha arrestato 17 persone. Gali Eskander, un avvocato che difende la famiglia della giovane, ha dichiarato che i copti hanno iniziato una protesta pacifica di fronte al commissariato a causa dell’inerzia della polizia sul caso.
  Il caso della Labib è l’ultima vicenda di una pesante recrudescenza di violenza contro i copti. Il 28 maggio un gioielliere cristiano e tre suoi impiegati erano stati assassinati a colpi di arma da fuoco nel sobborgo di Zeitoun, quartiere a maggioranza cristiana nella periferia del Cairo. Il 6 giugno un giovane cristiano, MIlad Ibrahim Farag, 20 anni, è stato ucciso a Dafash, nell’Egitto meridionale, da un vicino musulmano. Di recente il monastero copto di Abu Fana, vicino alla città di Minya, è stato assaltato e dato alle fiamme da una folla di islamici che accusava i monaci di illegalità per la costruzione di un muro dell’edificio: negli scontri un musulmano è rimasto ucciso. Commentando questi fatti. Il giornalista egiziano Ahmad AlAswani ha scritto che «ciò che sta accadendo ai nostri fratelli copti non sono episodi sporadici, ma un’ininterrotta serie di omicidi, rapimenti e assalti». A turbare la comunità copta, poi, l’altro giorno è sopravvenuto un incendio nella chiesa di Vergine Maria a Sakha sul delta del Nilo, conosciuta perché – secondo la tradizione – conserva l’impronta di Gesù bambino mentre si apprestava a lasciare l’Egitto per tornare a Nazareth dopo la fuga da Erode. Le autorità e i religiosi copti hanno escluso però il dolo e hanno parlato di «incidente».

 
Fonte: fonte non disponibile, 19/06/08