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LA DIRIGENZA DEL ''MOVIMENTO PER LA VITA'' NON TOLLERA OPINIONI LEGITTIME, MA CONTRARIE ALLE LORO
Le scorrettezze del direttore di ''Sì alla vita'' contro chi ha sottoscritto l'appello al Papa sul prossimo incontro ad Assisi
di Francesco Agnoli
 

Su Avvenire del 16 gennaio 2010 è comparso questo articolo, a firma Piergiorgio Liverani, attuale direttore del mensile del Movimento per la Vita, "Sì alla vita":

"Adesso che Il Foglio ha pubblicato una pagina intera (martedì 11) scritta da un gruppetto di buoni cattolici, i quali, però, convinti di saperne più del Papa, gli hanno intimato: «Santità, fugga lo spirito di Assisi» (dovrebbe andarci in ottobre) e lo hanno invitato a non fare «confusioni», adesso, dicevo, tutto è più chiaro. All'inizio dell'autunno scorso, quando anche le foglie cominciavano a cadere, più o meno i medesimi firmatari (che non nomino, per evitare loro occasione d'insuperbirsi) avevano sferrato ripetuti incomprensibili e assai poco credibili attacchi in batteria (prima su Libero e poi sul Foglio, con seguito di alcuni siti Internet) contro il Movimento per la Vita e la sua attuale dirigenza. Capita di avere amici o compagni che sbagliano, pazienza. Adesso, però, è chiaro: non era il Movimento il loro vero bersaglio. Quella era soltanto una prova con un falso obiettivo, troppo poco importante per le loro ambizioni. Così, visto che le grandi manovre avevano sollevato un po' di chiasso, adesso giocano a carte scoperte.
Il loro vero obiettivo è il Papa, anzi i Papi, perché il fuoco amico è diretto anche contro il suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II. Questa volta, però, il tiro è andato male.
 Sul "laico" Corriere della sera (mercoledì 12), quei compagni che sbagliano si sono sorbiti una lavata di capo fin troppo dura addirittura dallo storico Alberto Melloni (cattolico, ma spesso severo e talvolta ingiusto, con le strutture e il governo della sua stessa Chiesa), il quale ha parlato di «zelo untuoso e cortigiano, che cerca di impossessarsi di qualche brandello del suo [del Papa] magistero per bastonare coloro che la pensano diversamente»: forse «qualche sponda interna alle congregazioni di curia»?
 La loro tecnica è quella dell'alternanza tra l'«adulazione intimidatoria», il «ricatto laudativo» e l'«insensatezza eretica o stupida»...".

Ho letto e riletto questo articolo, perché non potevo crederci. Sono abbastanza abituato ad essere insultato, e di solito non mi sembra opportuno rispondere. Ma in certi casi occorre farlo. Perché trovo allucinante che Liverani usi Avvenire per spacciare menzogne e per esercitare la sua piccola vendetta, che ha un unico scopo: screditare alcune persone e non, invece, contraddire le loro idee con onestà e correttezza.
Liverani, da buon impiegato di "Sì alla vita", è arrabbiato ferocemente col sottoscritto (cioè il pazzo che in altri tempi sarebbe andato "al rogo"), perché si è fatto portavoce di una critica alla dirigenza del MpV attuale che proviene dalla base e da tanti fondatori storici del MpV stesso.
Non ha esitato, recentemente, a scrivere ben quattro facciate di menzogne, a cui avevo già risposto, dimostrando, credo, la scompostezza delle accuse (https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1477).
Quattro facciate di un mensile pro life piene di menzogne, per attaccare una persona del Movimento, accusata di essere contro il Movimento!
Vediamo allora il modo di procedere in quest'ultimo articolo.
Liverani parte da una lettera aperta al Santo Padre su una possibile riedizione di Assisi 1986 (http://blog.messainlatino.it/2011/01/santita-abbiamo-paura-per-lincontro-di.html), per poterne additare i firmatari al pubblico ludibrio: guardate questi cattolici che insegnano al Papa cosa deve fare!
Sfugge, al Liverani, che la questione Assisi non è di fede, e che nella santa libertà del cristiano è implicita la possibilità di discutere scelte e strategie, ancor più quando non è così certa la loro provenienza, nel pieno rispetto dei dogmi e della Rivelazione (vedi: http://www.mascellaro.it/node/47944).
Sfugge al Liverani che nella storia della Chiesa ci sono stati innumerevoli casi in cui dei Papi hanno sbagliato in atti di governo, pur non venendo meno al dogma della fede. Gli sfugge, ancora che la storia della Chiesa è zeppa di dispute tra Paolo e Pietro, il santo Papa che negò Cristo tre volte; tra san Ippolito, antipapa, e san Callisto, Papa; tra Iacopone da Todi e Dante e Bonifacio VIII; tra Caterina da Siena e i Papi dell'epoca, che lei riprendeva, incoraggiava, ecc...
Gli sfugge che anche dei miseri cristiani come i firmatari di quell'appello, hanno il diritto di esprimere, al loro Papa, un semplice parere, quand'anche fosse sbagliato e ridicolo, specie se lo fanno appellandosi all'autorità di Papi precedenti, senza certo proporre né una dottrina loro, né alcuna disobbedienza in materia vincolante...
Ma l'importante per Liverani è utilizzare, forzando, una lettera legittima, onesta, che potrebbe essere condivisibile o meno, ma che non tocca affatto l'integrità della Fede, né mina l'autorità papale, per tornare sull'argomento MpV. Dice Liverani che i firmatari dell'appello al Papa, cioè i feroci nemici del Papa - ben mascherati invero, dal momento che fino ad ora nessuno aveva mai notato questa inimicizia, ma piuttosto il contrario -, sarebbero "più o meno i medesimi firmatari" che hanno sollevato la polemica contro il dirigente nazionale del MpV italiano, Carlo Casini, su Libero e sul Foglio.
 "Più o meno" non significa nulla. Forse per questo Liverani non fa nomi e cognomi (limitandosi ad una battuta infelice). Altrimenti dovrebbe dire che il primo a scrivere sulle manovre piemontesi di Carlo Casini su Libero, è stato il giornalista cattolico Andrea Morigi, che non è affatto uno dei firmatari dell'appello al Papa!!!
Ma Liverani, appunto, non fa nomi, solo battute acide, e così può dire ciò che vuole, alla faccia della deontologia professionale.
Poi Liverani prosegue che ora sì, ha capito tutto: "Adesso, però, è chiaro: non era il Movimento il loro vero bersaglio. Quella era soltanto una prova con un falso obiettivo, troppo poco importante per le loro ambizioni. Così, visto che le grandi manovre avevano sollevato un po' di chiasso, adesso giocano a carte scoperte. Il loro vero obiettivo è il Papa".
Dunque, coloro che hanno criticato la dirigenza Casini (nell'ordine: Mario Paolo Rocchi, fondatore del MpV, Francesco Migliori e Silvio Ghielmi, altri fondatori del MpV, Morigi, Agnoli, Movimento per la vita ambrosiano al completo, e poi decine di altri movimenti per la vita locali, da Benevento a Biella, e poi Corrispondenza Romana, BastaBugie ecc...), essendo secondo Liverani gli stessi che hanno scritto al Papa, avrebbero un obiettivo, ora chiaro: attaccare nientemeno che il Papa!
Peccato che il solo ad aver firmato sia le critiche a Casini, sia la lettera al Papa (tutt'altra cosa!), sia stato il sottoscritto (accanto a cui, al massimo, si possono mettere anche Palmaro e de Mattei, altri due giornalisti che non condividono la linea Casini, e che, come il sottoscritto, non hanno mai criticato il Pontefice, bensì solo sottoscritto la lettera aperta su Assisi. Però Palmaro non ha mai criticato il MpV sul Foglio, bensì si è limitato a rispondere a varie accuse di Anzani, e lo stesso dicasi per de Mattei, che ha sempre espresso le sue perplessità altrove). Quante bugie e semplificazioni! E' bene ripetere: avremmo fatto tutto, pur essendo per lo più persone diverse, per attaccare il Papa, e "per ambizione"! Forse per sottrargli il ruolo di pontefice... da spartire poi tra tutti noi...
Si possono arrivare a dire amenità simili in buona fede? E' possibile impostare una discussione sull'insulto, la calunnia, la maldicenza? Da parte di un ex direttore di Avvenire? Con quale serietà?
Ma non è tutto. Liverani ci gode a riportare contro il sottoscritto, principale bersaglio dell'articolo, le parole di Melloni, cioè di una cattolico che critica e condanna, non solo questo, ma anche gli altri Papi del passato, ad ogni piè sospinto (lo ammette Liverani stesso, ma stavolta, appunto, va bene anche lui), un cattolico che considera le posizioni pro life, quindi anche quelle del MpV, con grande fastidio.
Però anche Melloni può tornare utile, benché anche lui abbia screditato i firmatari della lettera senza opporre alcuna argomentazione, ma solo aggettivi volgari e insultanti, che Liverani trova, visto il suo rancore, appropriati: "La loro tecnica è quella dell'alternanza tra l'«adulazione intimidatoria», il «ricatto laudativo» e l'«insensatezza eretica o stupida»".
Per Liverani come per Melloni, siamo intimidatori e adulatori, stupidi ed eretici...
Questo arriva a dire il direttore di un giornale che non esita a mentire sino al punto di cambiare la versione di un articolo on line rispetto a quella cartacea, dopo che il sottoscritto gli ha fatto presente alcune cosette, da lui negate (http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=2106); il direttore di un giornale che per far credere ai suoi lettori che Francesco Migliori, storico presidente del MpV, starebbe oggi con lui e non col cattivo Agnoli, o col cattivissimo Palmaro, pubblica una foto di Migliori proprio nell'articolo contro il sottoscritto, pur sapendo benissimo che al contrario la posizione di Migliori coinciderebbe con la mia e non con la sua (http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=2122); il direttore di un giornale che per mesi ha ignorato volutamente Marisa Orecchia ed Olimpia Tarzia, cioè le uniche portatrici di buone novità nel fronte pro life italiano, negando ai suoi lettori il diritto di conoscere l'opera delle due reprobe (in quanto non gradite al capo...).

 
Fonte: Libertà e Persona, 16/01/2011