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SE IO FOSSI ETTORE GOTTI TEDESCHI...
Nessuno può rimanere indifferente al modo in cui uno stimato professionista come lui è stato liquidato da presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione)
di Costanza Miriano
 

Se io fossi Ettore Gotti Tedeschi, cosa che, con sollievo della finanza e dell'economia, non sono, personalmente me ne andrei in giro a parlare, a spiegare, a chiarire, a mettere puntini sulle i ed eventualmente anche su qualche o, per essere sicura. Concederei interviste a chiunque mi volesse ascoltare, e non credo ci sia un giornale in nessuna parte del mondo che non vorrebbe ascoltare in questo momento le ragioni dell'uomo più importante della finanza vaticana, a parte forse il gazzettino del Kirghizistan, tutto occupato da uno speciale sulla transumanza. Concederei interviste, se è per questo, anche ai vicini di casa, alle mamme della scuola, fermerei i passanti per spiegare le mie ragioni.
Invece lui non parla. Tace. Lo fa per non sollevare ancora fango, per amore e rispetto del Papa, l'unico che potrebbe ascoltare chiarimenti riservati e diretti.
Continua a tacere anche dopo una perquisizione: non è indagato ma chiunque di noi può immaginare quanto sia piacevole avere qualcuno che fruga tra le proprie cose, anche se non si è accusati di niente. Tra parentesi io vorrei solo dire che per quanto riguarda me se venissero a casa mia (probabilmente alla ricerca di foto compromettenti di me quando non mi ricordo di ritirare la pancia) aprirebbero la porta e immediatamente la richiuderebbero: "qui sono già passati i colleghi" direbbero al vedere cassetti rovesciati dai miei figli e cataste di disegni a terra.
Scopro le carte: provo una grande e particolare stima e simpatia personale per l'ex presidente dello Ior, e questo forse spiega la sofferta partecipazione con cui ne sto leggendo le vicende dai giornali. Ma certo nessuno può rimanere indifferente al modo in cui uno stimato professionista è stato liquidato con una freddezza davvero inusuale in un mondo di solito, almeno formalmente, felpato come quello della finanza (per non parlare di questa perquisizione: non un'indagine, ma un'ombra davvero sgradevole). A parte la mia simpatia, però, credo che tutti noi e anche Gotti Tedeschi avremmo diritto a capire qualcosa di più.
Esiste qualcuno, un commissario, una commissione che possa analizzare, super partes e da un punto di vista tecnico, come è stato diretto lo Ior, quali eventuali manchevolezze ci siano state, e contribuire a fare un po' di chiarezza almeno in un lato di questa storia di veleni e fazioni vaticane?
Sarebbe un bene per tutte le persone coinvolte: per l'ex presidente, che avrebbe modo di esporre tecnicamente e oggettivamente le sue ragioni, per chi lo ha sfiduciato, che potrebbe spiegare cosa abbia sbagliato, ma anche per chi dentro e fuori la Chiesa è rimasto scandalizzato. Quando si parla di Ior, soldi, Vaticano, infatti è facile persino per chi crede e ama la Chiesa pensare qualcosa di non trasparente, figuriamoci per chi invece la Chiesa la odia, e continua a pensarla ricca potente sporca e conforme alle leggi del mondo. Chi ha letto Il nemico di O'Brien non può non ripensare con inquietudine a quella trama che vede il Vicario di Cristo e il suo nemico per eccellenza combattere proprio dentro al cuore della sede di Pietro.
Noi qualunque cosa succeda continueremo a credere la Chiesa, sacramento di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica. Proprio perché non la vediamo così lo crediamo. Ma gli altri?
La verità va ristabilita, perché non siamo del mondo ma ci viviamo dentro, e se è vero che il nostro parlare sia sì sì, no no, tutto il resto viene dal maligno, allora è bene parlare più chiaro possibile.

 
Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 06/06/2012