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STRAGE DI EMBRIONI NELL'INGHILTERRA SENZA REGOLE
In vent'anni più di 3 milioni e 300mila quelli creati e non impiantati nell'utero materno perché distrutti o congelati
di Lorenzo Schoepflin
 

Sono numeri spaventosi quelli che descrivono la pratica della fecondazione artificiale nel Regno Unito. Emersi grazie alle interrogazioni presentate in Parlamento da Lord David Alton, evidenziano una vera e propria ecatombe generata dal male intrinseco della provetta – l'enorme numero di embrioni che muoiono inevitabilmente in laboratorio per ogni bambino nato – associato alla totale deregolamentazione vigente oltremanica.
Sul sito della Hfea, l'autorità che gestisce e monitora l'attività delle cliniche britanniche, è consultabile l'infinita gamma di servizi garantiti nell'ambito della fecondazione: da qualunque tipo di tecnica per ottenere il concepimento al congelamento di embrioni, sperma e ovuli, passando per eterologa, diagnosi preimpianto e maternità surrogata.
Un campionario dall'esito catastrofico. Come riportato da Daily Mail e Telegraph , che ha pubblicato le cifre rese note dal Ministero della Sanità a seguito delle richieste di Lord Alton, sono tre milioni e 600mila gli embrioni creati in laboratorio dall'agosto del 1991, cioè da quando esiste un registro pubblico. Di questi, meno di un milione e 400mila sono stati impiantati in utero, per un totale di poco più di 230mila gravidanze. Sono quindi più di tre milioni e 300mila gli embrioni che hanno avuto una sorte diversa dall'utero materno: su quindici esseri umani concepiti in vitro, solo uno arriva a dar luogo ad una gestazione.
È sconvolgente apprendere quale sia la fine dei restanti embrioni: 840mila sono quelli destinati al congelamento per ipotetici usi futuri, 2mila quelli congelati per essere donati ad altre coppie, quasi 6mila sono divenuti oggetto di ricerche scientifiche, oltre 23mila quelli prima congelati e poi scartati e addirittura quasi un milione e 700mila sono stati direttamente eliminati subito dopo il concepimento. Da notare, inoltre, che non sono stati forniti i dati sulle 230mila gravidanze: non si sa, cioè, quante di esse siano terminate con la nascita del bambino.
«Stiamo creando e distruggendo embrioni umani su scala industriale» affermò Lord Alton nel luglio del 2011, quando analoghe cifre furono rese pubbliche. Dopo un anno, la realtà fuori controllo della fecondazione dà ancora ragione alle proteste unanimi del mondo pro-life del Regno Unito. Lord Alton ha chiesto chiarimenti anche sulla produzione delle cosiddette chimere, embrioni creati mescolando patrimonio genetico di esseri umani e animali, per essere poi distrutti, al fine di condurre studi su cellule staminali embrionali. L'anno scorso emerse che erano stati creati 155 embrioni ibridi dopo che la pratica era stata autorizzata dall'Hfea nel 2008. Ma dai centri di ricerca che hanno prodotto le chimere non è giunta notizia di alcuna scoperta scientifica.

 
Fonte: Avvenire, 03/01/2013