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LE POLEMICHE SULLO SHOW DI GHEDDAFI A ROMA
Intervista a Massimo Introvigne
di Massimo Introvigne
 

IL MONDO CATTOLICO, E MOLTA STAMPA, SI SONO MOLTO AGITATI PER L’ESIBIZIONE DI GHEDDAFI IN ITALIA. C’È UNO SCONTRO CON IL GOVERNO?
Consiglio di sottrarre anzitutto da un esame serio del problema l’attacco politico al governo e a Berlusconi, frutto maturo di un’estate della politica particolarmente avvelenata. Se non fosse stato Berlusconi a ricevere Gheddafi ma, che so, Obama giornali come “Repubblica” avrebbero reagito ben diversamente. In effetti, quando era presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti ricevette in pompa magna il presidente venuezelano Chavez, che venne a Roma a dirne letteralmente di tutti i colori. E Obama ha sempre rifiutato nei suoi incontri con i leader cinesi di proseguire la politica di denuncia delle violazioni dei diritti umani della precedente amministrazione. Dunque, vanno anzitutto rifiutate le strumentalizzazioni politiche volgari. Detto questo, va pure condannata con fermezza l’esibizione provocatoria di Gheddafi. Stando però attenti a pesare bene il personaggio Gheddafi.
 
IN CHE SENSO?
Dal punto di vista politico ed economico Gheddafi ha un potere regionale che non va sottovalutato. Dal punto di vista religioso, invece, quello di Gheddafi è un islam del tutto particolare, che non è rappresentativo dell’islam maggioritario. Come ha affermato in un’intervista pubblicata oggi dal "Corriere della Sera" uno specialista che conosco e stimo, don Andrea Pacini, Gheddafi nel mondo islamico rappresenta più o meno se stesso. Al Cairo o in Arabia Saudita le pretese di Gheddafi di presentarsi come “il capo” del mondo islamico sono considerate ridicole. Le può prendere sul serio solo in Italia una stampa che o è male informata o è in malafede.
 
E TUTTAVIA LA VISITA HA AVUTO ENORME RISONANZA. COME LO SPIEGA?
Al netto della cattiva informazione, la risonanza è dovuta sia al tono e ai gesti provocatori e inaccettabili di Gheddafi – che sollevano una indignazione assolutamente giustificata – sia al fatto che, paradossalmente, alcuni dei problemi che pone sono reali. È vero che c’è una crisi demografica dell’Europa, un vero suicidio demografico come lo chiamava Giovanni Paolo II, più grave che altrove in Italia. È vero che la demografia come la natura aborre il vuoto, e dunque il vuoto di nascite è riempito dall’immigrazione. È vero che molti immigrati sono musulmani, e che le proiezioni dei demografi indicano un rischio reale che, continuando a crescere con questi ritmi, interi Paesi e regioni d’Europa si ritrovino con una maggioranza islamica. È vero che alcuni musulmani pensano a questo come a un processo di conquista dell’Europa non per via militare ma demografica. Ma non c’è un solo grande vecchio che organizza questo processo demografico di dimensioni epocali, e certamente non è Gheddafi. Gli sconvolgimenti demografici non hanno mai una sola causa o un singolo organizzatore. Se mi è concessa una battuta, semmai li organizzano più gli italiani che in camera da letto non fanno figli che Gheddafi.
 
E LA PROPAGANDA ISLAMICA?
Pur essendosi trattato di una vicenda con aspetti francamente ridicoli, resta pur sempre un’offesa e una provocazione che nella capitale della Cristianità non avrebbe dovuto essere tollerata, e che personalmente disapprovo senza riserve.
 
PER FINIRE, CHE COSA PENSA DELL’AFFERMAZIONE DI GHEDDAFI SECONDO CUI L’ISLAM GARANTISCE L’UGUAGLIANZA FRA  UOMINI E DONNE E LE DONNE SONO PIÙ RISPETTATE NELL’ISLAM CHE IN EUROPA?
Sarebbe fin troppo facile replicare che Gheddafi ha raccontato queste cose a un uditorio di hostess pagate per starlo a sentire, e che avrebbe avuto grandi difficoltà a riempire una sala con un pubblico di donne “vero”, intendo dire non pagato per partecipare. Sulla sostanza occorre essere molto chiari. L’islam proclama l’uguaglianza teologica fra uomini e donne: entrambi sono chiamati alla salvezza e possono andare in Paradiso. Rispetto alle concezioni dei popoli arabi preislamici si trattò all’epoca senz’altro di un progresso. Ma nell’islam non c’è nessuna uguaglianza giuridica fra uomini e donne. Nei processi legali ci vogliono due donne per bilanciare la testimonianza di un uomo. Un uomo può sposare quattro mogli ma una moglie può avere un solo marito. Il marito può divorziare con un semplice ripudio, la donna deve rivolgersi al giudice. E così via. Gheddafi può pensare che questa disuguaglianza giuridica sia una forma di rispetto per le donne. Ma a chi lo ascolta o ne sente parlare in Italia deve essere assolutamente chiaro che la disuguaglianza giuridica esiste, e che è contraria alla nostra tradizione e alla nostra civiltà.

 
Fonte: Quarta Rete, 1° settembre 2010