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LA FICTION SUL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY
Andata in onda su La7 ci svela i retroscena nascosti del comico diventato presidente
di Rino Cammilleri

Chi mi segue sa che una delle mie frasi preferite è questa: la storia insegna che la storia non insegna niente. Infatti, gli ucraini avrebbero dovuto sapere che cosa succede quando un popolo manda un comico al potere. Sarebbe bastato loro guardare l'Italia. Ci fidammo di un new entry, digiuno di politica, che con la sua verginità naïve avrebbe dovuto liberarci dalla corruzione, dal malaffare, dalla faziosità partitocratica, dall'inefficienza burocratica. E siamo finiti nel disastro.

LA TRAMA
Gli ucraini sono finiti pure peggio, come il Giornale Unico Atlantico non cessa, ossessivamente, di mostrarci cotidie coi suoi approfondimenti-fotocopia visti i quali ne esci più frastornato di prima. La7 ha mandato in onda la tanto attesa fiction a puntate che portò Volodymir Zelensky alla presidenza dell'Ucraina. Il tempo di doppiarla ed ecco le prime due puntate, seguite dall'approfondimento del tuttologo Mieli. L'approfondimento non l'ho visto, per scusabile saturazione. Ma ho visto i due telefilm. Se ve li siete persi, non avete perso niente, perché le gag fanno forse ridere gli ucraini, ma noi abbiamo avuto Totò e Alberto Sordi, perciò siamo di palato un po' più fino.
Comunque, la trama è questa: un insegnante di storia di liceo, tornato a stare col padre taxista dopo il divorzio, un giorno si produce in uno sfogo da bar contro il malgoverno. Non sa di essere stato ripreso col telefonino da uno studente che poi ha postato in internet la sua sfuriata. Poiché il post diventa subito virale, a un quartetto di oligarchi (ci sono anche in Ucraina, anche se tutti pensano siano solo russi) viene in mente una bella idea per riguadagnare il favore del popolo. Non si vedono in faccia, ma si capisce che sono quelli che, dietro le quinte, comandano davvero. L'idea è proprio questa: usare l'insegnante in questione come nuovo presidente per cambiare tutto onde non cambiare niente.

IL SERVITORE DEL POPOLO
Così, il «Servitore del Popolo» (Sluha Narody) si ritrova presidente e, quando si sparge la notizia, tutti i parenti, anche i più lontani, gli danno l'assalto per raccomandazioni. Tutto il mondo è paese. Lui viene calzato e rivestito di tutto punto. Gli fanno perfino scegliere tra orologi costosissimi, uno dei quali è un Putin Hublot. Che in ucraino assona col gergale huilò, che è un pesante insulto. Si badi: la fiction è parecchio precedente alla guerra. Vabbè, da quel che si capisce, lo sprovveduto ma onesto presidente nelle prossime puntate metterà le cose a posto, e sappiamo che proprio questa fiction ha mandato Zelensky al potere davvero.
La domanda è pelosa, di questi tempi, ma proprio la fiction induce a farla: chi ci ha messo i soldi? La campagna elettorale di Zelensky è stata finanziata da un crowfunding, come nella fiction? O esistono alcuni oligarchi veri che hanno provveduto sul serio? Boh. Di sicuro, allo stato attuale delle cose, c'è che la Finlandia ha appena chiesto di entrare nella Nato. Così che la Russia finirà davvero accerchiata, e accerchiata stretta. E Dio non voglia che l'orso all'angolo, perso per perso, non si scateni sul serio. Biden, comunque, ha già vinto: è antica politica inglese e poi americana impedire a ogni costo una saldatura economica tra Russia e Europa. Già fatto, e forse per sempre. In più, cosa che non guasta, l'impoverimento della Ue, che era il maggior competitor commerciale degli Usa. E senza sparare un colpo (suo). E poi dicono che Biden è suonato...

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Titolo originale: Cosa nasconde davvero la fiction su Zelensky
Fonte: Blog di Nicola Porro, 15 aprile 2022