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SI CONVERTE AL CATTOLICESIMO ANNE RICE, AUTRICE DELL'ESOTERICO INTERVISTA COL VAMPIRO: ECCO IL NUOVO ROMANZO ANGEL TIME
di Massimo Introvigne
 

Con Angel Time ( «Il tempo dell’angelo» , Knopf, New York 2009) una delle scrittici più amate dagli americani, Anne Rice, offre al pubblico il suo primo vero romanzo dopo il ritorno al cattolicesimo annunciato nell’ottobre 2004. Nel 2005 aveva iniziato a pubblicare una vita romanzata di Gesù Cristo – di cui sono usciti i due primi volumi – e nel 2008 era tornata in libreria con un’autobiografia spirituale sulla sua «uscita dalle tenebre». Angel Time è invece un romanzo che torna su molti temi cari alla scrittrice americana – New Orleans, il crimine, l’intreccio fra creature immortali e umani – ma questa volta presentati da un punto di vista esplicitamente cattolico. Anne O’Brien (Rice per il matrimonio del 1961 con il poeta Stan Rice, 1942-2002) nasce nel 1941 a New Orleans in una famiglia di origine irlandese, profondamente cattolica. Dopo la morte della madre nel 1956 si trasferisce prima in Texas e poi in California. Qui, negli anni della controcultura, abbandona la fede cattolica e conduce una vita sregolata, soprattutto dopo la morte di leucemia a sei anni dell’amata figlia Michèle nel 1972.
  Nel 1969 scrive un racconto, Intervista col vampiro, e nel 1976 pubblica un romanzo con lo stesso titolo. Il libro si vende benino, non benissimo, anche se diventa un oggetto di culto per piccoli gruppi di entusiasti. Per sbarcare il lunario, la Rice scrive in questi anni anche libri pornografici. Lo fa per sopravvivere, ma insieme – racconta – per affermare la sua libertà nei confronti sia del cattolicesimo dell’infanzia, sia del radicalismo femminista dei suoi amici californiani, per cui la pornografia non è certo «politicamente corretta» . Nel 1985 entra nell’olimpo degli autori più letti d’America con The Vampire Lestat (in italiano «Scelti dalle tenebre»), il seguito di Intervista col vampiro, che a sua volta diventa un best seller mondiale grazie al film del 1994 con Tom Cruise e Brad Pitt. Da allora è una sequela di trionfi in libreria, con gli altri libri del ciclo dedicato ai vampiri –in totale saranno quindici–, e i tre consacrati alle streghe della famiglia Mayfair di New Orleans. Di questa serie fa parte The Witching Hour ( «L’ora delle streghe» , 1990), che molti critici considerano il suo vero capolavoro. Nel 1995 la scrittrice inserisce nel ciclo dei vampiri Memnoch il diavolo, un vero e proprio romanzo teologico dove il vampiro Lestat incontra il Diavolo, il quale gli propone una visita del Cielo e dell’Inferno e un viaggio nel tempo in cui il vampiro rivede la creazione, la «grande controversia» fra Dio e il Diavolo, e la stessa redenzione a opera di Gesù Cristo. Questo romanzo mostra già l’orientamento di Anne Rice verso la religione e la teologia. I vampiri, come gli angeli, il Diavolo e le entità con cui sono in contatto le streghe Mayfair, illustrano una cosmologia non ortodossa e gnostica, dove Dio (come spiega Memnoch al vampiro Lestat) crea il mondo per scoprire come è diventato Dio. Dopo che la dolorosa malattia e la morte di cancro del marito la hanno riavvicinata alla Chiesa, Anne Rice torna dall’esoterismo a una visione del mondo cattolica tradizionale. In Angel Time il protagonista Toby O’Dare viene da una difficilissima adolescenza nella New Orleans dei poveri – un ambiente che torna in molti romanzi della Rice – ed è diventato un killer professionista, che però prova disgusto per il suo stile di vita e medita il suicidio.
  L’angelo e il «diavolo custode» lottano per la sua anima. Alla fine l’angelo, Malchiah, gli si rende visibile e gli propone un patto. I suoi numerosi peccati saranno perdonati se egli metterà i suoi notevoli talenti al servizio del bene. Dovrà andare nel passato, nell’Inghilterra del XIV secolo: a Norwich. Qui nel 1144 è nata l’ «accusa del sangue» nei confronti degli ebrei, l’idea cioè che gli ebrei rapiscano e sacrifichino bambini cristiani di cui intendono usare il sangue nei loro riti. E sempre in Inghilterra, a Lincoln, nel 1255 c’è stato uno degli incidenti più gravi di «accusa del sangue» nella storia dell’Occidente.
  Anne Rice conosce questi episodi, ma riferisce pure – correttamente – che la gerarchia della Chiesa non ha creduto all’accusa del sangue e che nel secolo XIV le acque si sono calmate. Nel romanzo la sparizione di una bambina rischia di scatenare nuovi tumulti contro gli ebrei.
  Toby interviene e salva la situazione, attraverso un espediente: mostra alla folla una bambina, che non è però quella scomparsa – che è morta – ma una sua sorella gemella che vive a Parigi. L’uso di un gemello o di una gemella per risolvere una situazione critica non è nuovo nei romanzi, e denuncia di solito qualche problema nella vena narrativa degli autori. L’ora delle streghe o Intervista col vampiro erano capolavori, sebbene sorretti da una visione del mondo da un punto di vista cattolico inaccettabile. Angel Time, nonostante qualche pagina felice, non lo è. Ma l’incontro fra il talento letterario di Anne Rice e la fede ritrovata promettono di meglio per il futuro.