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« Torna agli articoli di Massimo Viglione
Il Ministro degli Interni francese qualche tempo fa sentenziò pubblicamente, in piena coerenza con tutta la storia francese degli ultimi 250 anni, che i bambini appartengono non ai genitori ma allo Stato. Coerentemente, quello Stato ora vuole condannare a morte una piccina sotto cure intensive, sebbene i genitori si oppongano perché vogliono che viva. Ciò è normale: i genitori amano la loro piccina, lo Stato idolatra la propria collettività e in tal senso odia ogni individualità che vi si possa opporre, in particolare gli essere umani più indifesi.
Ma tale spiegazione non è ancora sufficiente: è la più banale. Lo Stato, nella concretezza effettuale, sono le persone che hanno potere. Queste persone odiano perché sono votate al male, sono serve del Male e si sono rese schiave dell'ideologia del male, sotto le sue più svariate forme di manifestazione, di cui lo statalismo è solo una tra tante. In questo momento, in Francia come in Italia o in Svizzera o in Belgio o nel mondo specialmente "occidentale", meglio dire "liberale", queste forze del male hanno scatenato la guerra sul fronte dell'eutanasia. Ovvero, ciò che nessuno capisce, sul ritorno ai sacrifici umani.
La tattica è sempre la stessa. Lutero per distruggere la Chiesa denunciò la corruzione - vera, presunta e falsa - del clero romano. Robespierre e soci dissero di lottare contro le ingiustizie dell'Antico Regime per massacrare 500.000 persone e introdurre la sovversione nel mondo intero. Marx per introdurre l'inferno in terra ci ha deliziato con la caterva di ingiustizie sociali da correggere anche con la violenza. Freud e soci per schiavizzare l'uomo nella brutalità sessuale ha dichiarato di volerlo liberare dai complessi. E si può continuare a lungo ma non serve, il meccanismo è evidente: si prende a pretesto una distorsione o deviazione del bene - se c'è; altrimenti la si inventa senza troppi problemi - come scusante dell'azione repressiva, per poi far passare il principio che l'abuso deve togliere l'uso, ovvero per far diventare normale, e quindi legale, ciò che è a-normale, a-morale, illegale.
Ed ecco il dj che non ce la fa più, ora la bambina che soffre per colpa dei genitori (i cattivi, mentre lo Stato, buono, si prende cura dei suoi "cittadini"); prima ancora, non dimentichiamo, una ragazza di nome Eluana, che non soffriva affatto, ma che è stata condannata a morte del Presidente della Repubblica Italiana e della magistratura per non far soffrire il padre, che si era stufato dopo tanti anni di vegliare sulla figlia la quale, peraltro, non dava alcun fastidio materiale.
IL RITORNO DEI SACRIFICI UMANI
Ma i casi sono tanti e tutti pietosi. Ed ecco bella che giustificata - con il contributo totalitario dei mass-media scatenati come un immenso esercito in battaglia, con quello delle marionette del mondo dello spettacolo e con quello meno scontato ma oggi del tutto scontato di prelati d'assalto e à la page - l'eutanasia. Ovvero, come detto, il ritorno dei sacrifici umani alle divinità infere. E questa mia affermazione non scandalizzi e non susciti ironia: perché di questo si tratta, e la riprova risiede - oltre che nel suddetto scatenamento totale per ottenere il lavaggio del cervello collettivo di chi non pensa o pensa di essere furbo mentre è solo uno stupido suicida - proprio nel fatto che ormai non se ne parla più solo per i vecchi, come avveniva nel passato, ma anche per i giovani e per i bambini, i più graditi alle divinità infere. Anzi, dei vecchi quasi ci si è dimenticati: se vanno eliminati, è perché magari così si rendono più disponibili le risorse previdenziali per altri scopi. Invece, da sempre, sono stati i giovani e i bambini a essere sacrificati, in tutte le società che praticavano i sacrifici umani. E questo sta accadendo oggi, guarda caso.
L'unica differenza con il passato consiste nel fatto che mentre prima i sacrifici si facevano e basta senza dover dare spiegazioni, oggi, dopo secoli di cristianesimo e civilizzazione, occorre - ancora per il momento almeno - trovare l'usuale pretesto di cui sopra. Sia quello di natura emotiva per ubriacare il popolo beota, sia quello di natura più ideologico-politica per i "dotti": vedi ministro degli Interni francese.
Media e spettacolo servono - come accaduto sempre in questi ultimi sessant'anni (vedi divorzio, aborto, nuovo diritto di famiglia, droga "leggera", omosessualismo, genderismo, e già si parla di pedofilismo "pacifico", bestialità e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare l'immigrazionismo di massa) a schiavizzare le famose "masse". Il mondo della politica e della cultura a piegare chi pensa (oggi anche coadiuvati da parte del mondo ecclesiastico). E per chi proprio non si piega ovviamente arriva la magistratura. E così, il gioco è fatto: è solo questione di tempo, come accaduto per tutte le "conquiste civili" dei decenni e secoli precedenti. Il meccanismo è sempre identico.
IL VERO PROCESSO STORICO E METASTORICO
Solo chi pensa - ma purtroppo stiamo parlando della quasi totalità delle persone, comprese quelle che hanno giuste idee - che quanto sta accadendo è frutto di errori di alcune persone confuse o cattive non arriva a capire il processo storico e metastorico che sottende tutto quanto stiamo vivendo oggi, un processo plurisecolare che parte dall'umanesimo e da Lutero per arrivare, tramite tappe fondamentali, a oggi. E, non capendo questo, non coglie chi sta dietro questo processo. E non cogliendo chi sta dietro questo processo non capisce la necessità del ritorno ai sacrifici umani. Così come non capisce perché si stia affermando il gender o qualsiasi altri dei fenomeni su citati e di tutti gli altri non citati.
Questo processo – che negli ultimi decenni, e quindi negli ultimissimi anni, con la fine della presenza del kathèkon, è divenuto incontenibile e sta raggiungendo velocità prima inconcepibili - non è ancora finito. Disilludetevi. Il fondo non è ancora toccato, manca molto anzi, e solo chi capisce - per tornare a quanto si diceva prima - chi sia l'intelligenza che tutto muove riesce a intravedere quale sarà la meta finale. Gli altri si credono intelligenti e "dotti", ma sono stolti, cui sono state nascoste le più evidenti verità.
Questa "marcia trionfale" del male, che travolge ogni ordine morale, politico e sociale, ogni legame con la vera Fede e vuole sovvertire, rivoluzionare antropologicamente perfino l'uomo stesso, non trova ormai più ostacoli seri ed è anche per questo che stravince ovunque. La politica è completamente asservita, nel mondo liberale oggi ancor più che in quello socialista o ex tale. La magistratura - quella che conta e ha potere - non ne parliamo proprio. Media e spettacolo sono la sua cavalleria di sfondamento. Intellettuali e scienziati sono venduti nella quasi totalità. E perfino la cavalleria "nemica" (ovvero quelli che dovrebbero essere le guide dei buoni) oggi si sta schierando con il male. Tutto e tutti sono asserviti ai signori che guidano la marcia, che sono - non in ultimo stadio, sia chiaro, ma almeno ad alto livello - i padroni della finanza mondiale, gli inventori del debito pubblico con cui ricattano l'intero sistema planetario che essi stessi hanno costruito.
L'UNICA RESISTENZA
L'unica resistenza sono le brave persone che capiscono, almeno in parte, e trovano forza e coraggio di impegnarsi. Ma sono quasi senza mezzi economici per poter opporre una seria resistenza. Ma non è questo il peggiore dei limiti: il peggiore dei mali è che sono irrimediabilmente divisi, per ragioni di egoismo e protagonismo individualistico ancor prima che per motivi ideologici (che pur esistono). E, come ha scritto Tolkien, non esiste prova più grande del potere dell'Oscuro Signore della divisione dei buoni.
Dinanzi a una società che propugna - e in maniera sempre più totalitaria e opprimente - la genderizzazione della gioventù, l'uccisione degli innocenti, la miseria delle masse che diventano così sempre più schiave e manovrabili e la distruzione delle patrie, delle identità culturali ed etniche, perfino della più piccola proprietà privata; dinanzi al fatto che siamo sempre più soli, abbandonanti anzitutto da chi per primo dovrebbe essere alla nostra guida, sarebbe forse giunto il momento di comprendere a fondo l'estrema necessità di superare divisioni, protagonismo e individualismi per ricercare l'unità di lotta. Dinanzi alla legalizzazione dell'uccisione dei bambini - come dei vecchi e dei malati, che precorre quella di ognuno di noi in qualsiasi momento - bisognerebbe forse aprire gli occhi, disincantare le coscienze e divenire pronti al sacrificio della lotta, come tante volte nel passato i nostri antenati sono stati pronti a fare per garantire ai loro figli, e a tutti noi, la libertà e la vita. Anche in Francia. Soprattutto in Francia. E in ogni parte dell'Europa occidentale.
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