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« Torna agli articoli di Padre Angelo Bellon
Caro Padre Angelo,
mi chiamo Rossella, ho 32 anni e sono sposata con Marco da 5 anni.
Abbiamo 2 bambini di 4 e 2 anni, e un terzo in arrivo fra pochi giorni. Il quesito che le pongo mi sta molto molto a cuore, ed è motivo di discussione con mio marito in quanto la vediamo in modo diverso e non riusciamo a trovare un accordo insieme.
Il problema riguarda l'educazione cristiana cattolica che abbiamo promesso di trasmettere ai nostri figli, e che entrambi desideriamo "assolvere"...
Io sono dell'idea che la fede in Cristo vada trasmessa giorno per giorno, fin da piccoli, educando alla gioia di un rapporto vivo con il Signore, che nella pratica poi si esterna anche in momenti rituali come le preghiere ai pasti, al mattino e alla sera, la messa domenicale, qualche piccolo segno nei momenti liturgici forti... cose piccole adatte a bimbi piccoli, ma che trasmettano il cuore di un rapporto vivo con Cristo, non solo formalismo.
Mio marito all'opposto, ritiene che forzarli a quelle che per loro sono solo pratiche esteriori sia inutile, anzi dannoso per la loro fede perché li svia da quella che è la vera fede instradandoli in una arida pratica esteriore...
In particolare siamo in disaccordo sulla partecipazione alla messa domenicale: lui ritiene che i bimbi non dovrebbero partecipare (perché non ci vanno liberamente ma costretti da noi e quindi fa più male che bene, e inoltre noi grandi non riusciamo a partecipare), mentre io penso sia importante educarli alla messa domenicale come momento di incontro forte col Signore e con la comunità, come un dono grande che ci viene offerto, e anche come abitudine... nel senso positivo del termine, di "habitus"... qualcosa che diventa parte di te.
Certo a 4 e 2 anni non si può pretendere il silenzio totale né l'immobilità, ma pian piano impareranno dico io....
Abbiamo chiesto un parere al nostro parroco e lui ha dato ragione a mio marito, sostenendo che prima dell'età del catechismo è inutile portare i bambini in chiesa, perché a loro non serve dal punto di vista spirituale e distrae i genitori. Questo mi ha confusa ancora di più, e non condivido affatto la sua posizione.
Andare a messa separati non mi piace e credo sia un esempio negativo; se provo ad andare da sola il grande di 4 anni vuole venire con me... e che senso ha proibirgli di entrare in chiesa se lo desidera?
Siamo molto confusi, e le saremmo grati se vorrà aiutarci a vedere un po' di luce... grazie!
pace e bene.
RISPOSTA DEL SACERDOTE
Cara Rossella,
mi complimento anzitutto per la vostra volontà di edificare una famiglia cristiana, nella quale Cristo sia il centro della vostra vita comune e della vita di ciascuno di voi.
Dal momento che non siamo solo anime ma anche corpi, e dal momento che i corpi esigono segni, mi pare che sia necessario creare proprio attraverso un segno il clima che aiuta a vivere in comunione con il Signore e a vivere con Lui, in Lui e per Lui.
È importante che i bambini crescano vedendo papà e mamma che pregano prima dei pasti, che si fanno il segno della croce, che pregano insieme.
Anche la loro preghiera, per quanto infantile, è importante e preziosa per tutti voi: è una benedizione, una protezione continua.
L'attenzione che ponete attraverso piccoli segni nel far sentire ai bambini che vivete momenti forti dell'anno liturgico vale più di tanti discorsi.
È vero che la preghiera dei bambini dà l'impressione di essere poco interiorizzata e che talvolta la facciano solo perché i genitori lo chiedono.
Ma quante altre cose le fanno solo perché i genitori le chiedono. E talvolta sono costretti a farle per forza.
L'educazione passa anche attraverso questa strada.
Per quanto riguarda la partecipazione alla Messa le cose vanno ponderate per bene.
Se i bambini stanno bravi e non disturbano, si fa bene a portarli.
Ma se la loro presenza fosse un motivo continuo di distrazione per i genitori o per altri fedeli, allora almeno per rispetto degli altri, bisognerebbe lasciare i bambini a casa.
Mi capita talvolta di vedere, o meglio, di sentire bambini che anche durante la consacrazione corrono in Chiesa e di sentire che i genitori corrono dietro di loro. E che tutta la messa è un accompagnarli di qua o di là per distrarli un poco. A questo punto mi dico: sì, i genitori sono venuti in Chiesa nel giorno di festa. Ma è un altro paio di maniche vedere se hanno partecipato alla S. Messa.
Ora la partecipazione all'Eucaristia è troppo importante per sostenere e alimentare la vostra vita cristiana.
Su questo secondo punto, pertanto, non sarei drastico. È necessario valutare il loro comportamento.
Decidere di portali a Messa comunque, anche se stanno in perenne agitazione e disturbando, è più nocivo che benefico.
Non dobbiamo dimenticare che il sacro silenzio che si vive nella liturgia è talvolta più potente di tanti canti ed è più benefico di tante parole.
La gente ha bisogno anche di questo silenzio profondo, sacro. Toglierglielo con grida, pianti e scorribande dei bambini non mi pare un atto di carità.
Forse ormai sei già diventata mamma per la terza volta. Anche questa è nuova nascita è una benedizione per te e per tutta la tua famiglia. E ringrazio Dio insieme con te e tutti i tuoi familiari.
A tutti voi assicuro la mia preghiera e tutti vi benedico, in particolare l'ultimo.
Nota di BastaBugie: per vedere alcune reazioni dei nostri lettori a questo articolo clicca nel link sottostante
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Una cosa è certa: quando Gesù ha detto ''Lasciate che i bambini vengano a me'' non era nel tempio e non stava pregando
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