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« Torna agli articoli di Padre Angelo Bellon
Gentile Padre Angelo,
nell'amministrazione del sacramento della Confessione, come negli altri Sacramenti, il sacerdote agisce "in Persona Christi". Questo significa che bisogna considerare tutto quello che il Sacerdote dice dall'inizio alla fine del Sacramento come se fosse stato detto da Cristo stesso? Cristo parla attraverso il Sacerdote? Se il Sacerdote dice qualcosa che va contro il Magistero?
Distinti saluti.
Marchesini
RISPOSTA DEL SACERDOTE
Caro Marchesini,
il sacerdote agisce in persona Christi soprattutto nel momento in cui proferisce le parole dell'assoluzione, nello stesso modo in cui agisce in persona Christi nel momento della Preghiera eucaristica, e in particolare quando proferisce le parole consacratorie.
E come nell'omelia durante la Messa il sacerdote può andare fuori strada (e in questo caso non va ascoltato), così si deve fare anche a proposito di quanto viene detto in confessionale. Se un sacerdote si discosta dalla dottrina del Magistero, non va ascoltato.
Inoltre va ricordato che le parole del il Sacerdote, sebbene siano molto importanti per chi si sta confessando, non fanno parte della materia (contrizione, accusa, penitenza) o della forma del sacramento (le parole dell'assoluzione proferite dal sacerdote). Rientrano nel rito, come quelle dell'omelia durante la Messa. Pertanto non hanno il carisma dell'infallibilità.
Le parole di esortazione o di illuminazione che il sacerdote dice al penitente dopo che questi ha fatto l'accusa dei peccati rientrano nel compito di medico, di padre e di maestro che il sacerdote è chiamato a svolgere.
E come da un punto di vista umano c'è un medico, un padre o un maestro più bravo di un altro, così può succedere anche per il confessore.
E per questo non è sbagliato scegliere un confessore piuttosto che un altro.
Tuttavia, per quanto riguarda l'assoluzione dei peccati, quella data da qualunque prete, purché sia legittimato ad ascoltare le confessioni, è del medesimo valore dell'assoluzione del prete più santo e più dotto.
Ti saluto, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
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