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VIA DALLA PAZZA FOLLA ESALTA LA DONNA INDIPENDENTE E RIDUCE L'UOMO A UNO ZERBINO
Il romanzo di Thomas Hardy (al pari del relativo film) per difendere un ideale di amore astratto e romantico, dimentica di dare la più grande lezione di vita: gli errori si pagano!
di Pietro Guidi
 

Betsabea Everdene è una giovane donna orfana che è da poco andata a vivere con la zia. Qui conosce Gabriel Oak un affittuario che gestisce una fattoria di pecore. Uomo in gamba e di nobili sentimenti, Gabriel s'innamora di Betsabea e la chiede in sposa, ma ella, pur nutrendo un certo affetto per l'uomo, declina la proposta dicendo che è troppo indipendente per sposarsi e che non vuole essere soggetta ad un marito. Una notte, il gregge di Gabriel, spaventato dal cane da pastore, scappa dal recinto e cade giù da una scogliera, schiantandosi sulla spiaggia.
Non più in grado di pagare i debiti, l'uomo è costretto a vendere la fattoria e cercare un impiego altrove e si ritrova a lavorare nella fattoria che Betsabea ha appena ricevuto in eredità dal defunto zio. Gabriel, da parte sua, lavora con zelo e continua a vigilare su Betsabea, nonostante il suo precedente rifiuto.
Poco dopo, Betsabea conosce William Boldwood, ricco proprietario terriero confinante con la sua fattoria, il quale, incoraggiato da un biglietto ambiguo della donna, la chiede anche lui in sposa. Betsabea però rifiuta anche questa proposta, dicendo che quel biglietto era uno scherzo. L'uomo però non demorde e insiste, chiedendole del tempo per riflettere.
In quel periodo, il bellissimo ufficiale Frank Troy attende in chiesa Fanny Robin per celebrare il loro matrimonio ma, vedendo la giovane non si presenta, se ne va adirato. Troy non sa che in realtà Fanny si era persa e non era riuscita a trovare la chiesa. Così una sera, Betsabea conosce lo spavaldo Troy e, per la prima volta in vita sua, crede d'innamorarsi... e i due finiscono per sposarsi. Frank è però un uomo violento che non gli interessa più di tanto di Betsabea, passando tutta la giornata a bere con i soldi del podere della moglie.
Nonostante tutto Gabriel continua a starle vicino dandole consigli e aiutandola nel momento del bisogno. Ad esempio nel giorno del matrimonio di Betsabea e Frank scoppia una tempesta nel podere e, siccome erano tutti alla festa, Gabriel si mette a ricoprire il fieno, che altrimenti si sarebbe bagnato, nonostante sia notte e piova a dirotto. Dopo una serie di vicissitudini Frank muore e Betsabea capisce finalmente il valore di Gabriel che aveva continuato ad amarla per tutto il tempo e i due si sposano. E vissero tutti felici e contenti... oppure no?

LA DONNA MODERNA ED EMANCIPATA
Alcuni elementi di questa storia sono molto realistici. Betsabea, ad esempio, è la classica donna moderna, fiera di essere emancipata dagli uomini. Infatti, per poter continuare ad essere libera, rifiuta di sposarsi Gabriel, un ragazzo semplice e alla sua portata che l’avrebbe amata per tutta la vita. Rifiuta di sposarsi anche con il ricco proprietario Boldwood, che sicuramente avrebbe dato una buona stabilità economica a lei e ai figli. Dopotutto è giovane e vuole pensare a divertirsi... Infatti appena le si presenta l’occasione si innamora perdutamente dell’ufficiale belloccio Frank, che di certo non si distingue per l’intelligenza. Proprio lei che non si voleva sposare per non stare sottomessa ad un uomo mite come Gabriel si ritrova succube del violento ufficiale. Se ci si pensa bene, va sempre così.
In televisione ci bombardano in continuazione sulla violenza sulle donne, strumentalizzata per colpevolizzare i maschi e la famiglia patriarcale. La realtà però è molto diversa e questo film lo fa vedere bene: chi tratta male le donne fino anche alla violenza fisica non è l’uomo comune, che spesso è un tipo tranquillo come Gabriel, ma piuttosto un uomo violento con il quale la donna ha volontariamente intrapreso una relazione perché è più eccitante. Continuare a dire che la colpa di questi spiacevoli episodi è soltanto degli uomini dà alle donne una visione distorta della realtà per cui se le cose vanno male è sempre colpa degli altri e non impareranno mai a prendersi la loro parte di responsabilità delle scelte fatte.

L'UOMO ZERBINO
Arriviamo però alla nota più dolente di questo film: Gabriel. Dopo il rifiuto da parte di Betsabea infatti lui non ne prende atto e si mette a cercare un’altra donna, come ci si aspetterebbe, ma rimane innamorato, arrivando persino ad umiliarsi per lei. Quello che lui fa, e che molti chiamerebbero amore, io lo chiamo essere zerbino. Lui non ha accettato il rifiuto e continua ad essere ossessionato per quella donna anche quando lei aveva mostrato chiaramente di preferire un altro uomo. Il colmo dell’umiliazione lo raggiunge quando lui si bagna per la pioggia ricoprendo il fieno di Betsabea e di suo marito, mentre loro si stavano divertendo. Insomma, l’ufficiale Frank mangia e Gabriel paga il conto.
Una storia iniziata così male non poteva che andare a finire peggio: il marito se ne stava tutto il giorno ad oziare e a sperperare il denaro, mentre Gabriel si impegnava molto più del dovuto per far funzionare il podere di Betsabea. In pratica stava facendo quello che avrebbe dovuto fare il marito, in più senza contraccambio. Poi entra in scena la finzione cinematografica e grazie all’espediente della morte di Frank si inventa un improbabile lieto fine dove lo zerbino Gabriel riesce finalmente a conquistare il suo amore.
La verità però è molto diversa dai film e umiliarsi nei confronti di una donna che non è interessata a te non paga, ma è solo una grandissima perdita di tempo e di energie. L’ufficiale non l’ha mica fatto aspettare così tanto per decidersi.
Se Gabriel fosse stato un uomo serio sarebbe andata in un modo completamente diverso: avrebbe messo Betsabea di fronte ad un’alternativa. Se sei interessata a me smetti di frequentare Frank, se invece vuoi andare avanti sappi che se la tua vita andrà in frantumi è soltanto colpa tua e io non sarò lì a riparare i cocci. In caso di risposta negativa avrebbe cercato un’altra donna e l’avrebbe sposata, facendosi una vita e realizzandosi. Invece lo troviamo nella patetica scena finale del film farsi andare bene quella donna che in precedenza lo aveva rifiutato e aveva preferito a lui l’ufficiale belloccio.
Purtroppo questo film, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Thomas Hardy, poteva avere delle ottime potenzialità per illuminare un po’ quelle che sono le dinamiche e gli sbagli che si possono fare nelle scelte relazionali. Invece con il finale buonista perde questa occasione e comunica al pubblico due grandi bugie:
1) se sei un bravo ragazzo, anche se sei incapace di farti valere e rispettare, prima o poi andrà tutto bene e gli altri riconosceranno il tuo valore;
2) se sei una donna, qualsiasi scelta tu faccia, alla fine un principe azzurro che ti sposa lo troverai. Non c’è nessuna responsabilità nella scelta del partner, ma la colpa è sempre degli altri.
La realtà è ben diversa dai film e le cose andranno bene soltanto se avremo lottato e se avremmo fatto le scelte giuste. Via dalla pazza folla, per difendere un ideale di amore astratto e troppo romantico, finisce col dimenticare di dare la più grande lezione di vita: gli errori si pagano!

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 8 febbraio 2023