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IL VERSETTO DI GIOVANNI 3,16 IN AMERICA E' USATO DAGLI SPORTIVI PER RIMARCARE LA LORO FEDE
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna
di Rino Cammilleri
 

La citazione di John 3:16 è popolarissima negli Usa, addirittura la si può trovare scritta sulle confezioni di prodotti di larghissimo uso. Ma è tra i giocatori di football che spopola.
Cominciò negli anni Settanta a comparire negli stadi, su cartelli che il pubblico esibiva. Bisogna ricordare che in ambiente protestante il ruolo del clero è decisamente secondario. Lutero proclamò il libero esame delle Scritture e da allora è normale che ognuno si senta autorizzato a dire la sua. Certo, oggi con moderazione, ma negli Usa è consueto imbattersi in cittadini improvvisatisi predicatori di strada o di qualunque altro posto pubblico.

LA MODA LANCIATA DA ROLLEN STEWART
Il versetto Gv 3,16 è effettivamente centrale nel cristianesimo ("Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna"): da qui il suo utilizzo di preferenza. E ormai basta la sigla, perché tutti sanno che cosa vuol dire. Il lancio sistematico si deve a un tale Rollen Stewart, uno stravagante personaggio che all'inizio degli anni Ottanta cominciò a farsi notare per l'abbigliamento eccentrico e per la capacità di attirare su di sé l'attenzione. Si presentava agli eventi sportivi più affollati eseguendo dei veri e propri numeri di spettacolo estemporaneo. Ma, soprattutto, indossando una maglietta con su scritto John 3:16. Si piazzava a vista di telecamera e si esibiva. Divenne così famoso che noti attori televisivi ne facevano l'imitazione.
La sua carriera ebbe uno stop alle Olimpiadi di Mosca: la polizia russa non gradiva. Il suo percorso umano finì in galera nel 1992, quando sequestrò un paio di persone in una stanza di hotel che aveva tappezzato di cartelli con la solita scritta: John 3:16. Ma la moda che aveva lanciato negli stadi rimase e da allora è consueto vedere tra il pubblico cartelli del genere.

IL MATCH DEL 3:16
Nel 2009 il famoso giocatore di football Tim Tebow si dipinse la scritta sotto agli occhi, sulla striscia nera che i giocatori si spalmano in faccia per attutire il riflesso del sole. Tebow, religiosissimo, era solito inginocchiarsi in campo e pregare. I vertici della Lega americana, però, vietarono ai giocatori le scritte sulla faccia. Ma ormai la moda era dilagata. Grazie a Tebow, milioni di internauti ignari assediarono Google per sapere che cosa significasse quella sigla sulla faccia del campione.
Il quale ebbe la sua rivincita morale tre anni dopo, durante una importantissima partita rimasta famosa per le prodezze di Tebow legate ai numeri 3, 1, 6: «Tebow lanciò la palla per 316 yard, per una media di 31,6 yard a passaggio (...). Anche altri dati fatti registrare da Tebow in quella partita contenevano il 3, l'1 o il 6». La partita, tra i Denver Broncos e i Pittsburgh Stelers, passò negli annali e nella memoria dei tifosi come «il match del 3:16».

Nota di BastaBugie: cliccando sul seguente link si può vedere il servizio sportivo di una televisione americana che parla dell'impresa di Tim Tebow di cui parlava l'articolo qui sopra. Il video è in inglese e dura un minuto.
https://www.youtube.com/watch?v=xD8JEqDHDE0

LE REGOLE DEL FOOTBALL AMERICANO (IN 5 MINUTI)
Per conoscere il football americano (di cui anche in Italia si gioca un campionato) si può vedere il seguente video che in cinque minuti spiega molto bene le regole di questo affascinante gioco in italiano


https://www.youtube.com/watch?v=Zg2av8PnIjg

 
Titolo originale: Giovanni 3,16: quel versetto che diventa vita
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30/04/2017