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« Torna agli articoli di Tommaso Scandroglio
Alla fine del marzo scorso l'American College of Pediatricians (Acp) ha pubblicato un documento in cui si mettono in guardia medici e genitori dall'intraprendere percorsi di rettificazione sessuale a danno dei minori. I casi sono in aumento. Sul Gender Watch News del mese scorso, infatti, davamo questa notizia: «L'inglese Tavistock and Portman Nhs Trust, clinica che tratta i problemi di disforia di genere, ha reso noto che da aprile a dicembre 2015, nella sola Inghilterra sono stati "curati" per disturbi legati alla cosiddetta identità di genere 1.013 minorenni, contro i 97 casi del 2009-2010. Le terapie vanno dalla consulenza psicologica al bombardamento ormonale in vista dell'operazione chirurgica di rettificazione sessuale».
L'Acp sottolinea che «XY e XX sono marcatori genetici sani - non i marcatori genetici di un disturbo», cioè voler dire che il paradigma di normalità è dato dalla genetica (quando ovviamente non è intaccata da patologie) e non dalla percezione del soggetto come appartenente ad un sesso che non è quello biologico. Il processo terapeutico corretto per le persone affette da disforia di genere è quindi quello dell'adeguamento di tale percezione psicologica al dato genetico e non l'inverso, tentando di mascherare il corpo con sembianze femminee o mascoline.
E così l'Acp arriva alla conclusione che bloccare gli ormoni affinché il minore possa già in età puberale iniziare a "cambiare sesso" provoca solo danni fisici e psicologici (i tassi di suicidi sono vertiginosi). La disforia di genere, spiega l'Acp, non si cura avvallando gli atteggiamenti femminili di bambini maschi o la castrazione chimica, ma attraverso un accompagnamento psicologico che conduca il minore a diventare uomo e donna anche nella propria psiche. Il documento infine così conclude in merito alla gender theory: «il College of Pediatricians dichiara che promuovere questa ideologia è oltraggioso, in primo luogo e soprattutto per il benessere degli stessi bambini che presentano disforia di genere e in secondo luogo, per tutti i loro pari che non presentano discordanza di genere, molti dei quali metteranno in discussione di conseguenza la propria identità di genere e si troveranno di fronte a violazioni del loro diritto alla privacy e alla incolumità corporea».
IL DOCUMENTO DELL'AMERICAN COLLEGE OF PEDIATRICIANS
L'American College of Pediatricians sollecita gli educatori e i legislatori a rifiutare tutte le politiche che condizionano i bambini ad accettare come normale una vita di imitazione chimica e chirurgica del sesso opposto. Sono i fatti - non l'ideologia - a determinare la realtà.
- La sessualità umana è un tratto biologico binario oggettivo: "XY" e "XX" sono marcatori genetici sani - non i marcatori genetici di un disturbo. La norma del progetto umano è che si venga concepiti maschio o femmina. La sessualità umana è binaria nel suo progetto ed ha per scopo palese il riprodursi e il prosperare della nostra specie. Questo principio è autoevidente. I rarissimi disturbi dello sviluppo sessuale (DSD), compresi tra gli altri la femminilizzazione testicolare [Sindrome di Morris] e l'iperplasia surrenale congenita, sono tutte identificabili devianze mediche rispetto alla norma sessuale binaria e sono a ragione riconosciuti come disturbi del progetto umano. Gli individui con DSD non costituiscono un terzo sesso.
- Nessuno nasce con un genere. Tutti nascono con un sesso biologico. Il genere (la consapevolezza e la percezione di sé come maschio o femmina) è un concetto sociologico e psicologico, non un concetto biologico oggettivo. Nessuno nasce con una consapevolezza di sé come maschio o come femmina; questa consapevolezza si sviluppa nel tempo e, come tutti i processi evolutivi, potrebbe essere sviata dalle percezioni soggettive di un bambino, dalle sue relazioni e dalle sue esperienze avverse dall'infanzia in poi. Le persone che si identificano "sentendosi come del sesso opposto" o "da qualche parte tra i due" non costituiscono un terzo sesso. Rimangono biologicamente uomini o biologicamente donne.
- La convinzione di una persona di essere ciò che non è rappresenta, nel migliore dei casi, un segnale di pensieri confusi. Quando un ragazzo biologicamente maschio e per il resto sano crede di essere una ragazza, o una ragazza biologicamente femmina e per il resto sana crede di essere un ragazzo, c'è un problema psicologico oggettivo, che ha sede nella mente, non nel corpo, e come tale dovrebbe essere trattato. Questi bambini sono affetti da disforia di genere. La Disforia di Genere (GD), classificata in precedenza come Disturbo dell'Identità di Genere (GID), è riconosciuta come disturbo mentale nella più recente edizione del Manuale Diagnostico e Statistico della American Psychiatric Association (DSM-V). 5 Le teorie psicodinamiche e dell'apprendimento sociale della GD/GID non sono mai state confutate.
- La pubertà non è una malattia e gli ormoni che bloccano la pubertà possono essere pericolosi. Che gli effetti siano reversibili o meno, gli ormoni che bloccano la pubertà inducono uno stato patologico - l'assenza di pubertà - e inibiscono la crescita e la fertilità in un bambino che era prima biologicamente sano.
- Secondo il DSM-V, fino al 98% dei ragazzi con una confusione di genere e fino all'88% delle ragazze con una confusione di genere accettano alla fine il proprio sesso biologico dopo avere attraversato in modo naturale la pubertà.
- I bambini che fanno uso di ormoni bloccanti per imitare il sesso opposto richiederanno ormoni del sesso opposto nella tarda adolescenza. Gli ormoni del sesso opposto (testosterone ed estrogeni) sono associati a pericolosi rischi per la salute, che comprendono, tra gli altri, l'ipertensione, la formazione di trombi, ictus e cancro.
- I tassi di suicidio sono venti volte superiori tra gli adulti che usano ormoni del sesso opposto e si sottopongono a chirurgia di riassegnazione sessuale, persino in Svezia, che è tra i Paesi che maggiormente sostengono gli LGBQT. Quale persona compassionevole e ragionevole condannerebbe dei bambini a questo destino sapendo che dopo la pubertà fino all'88% delle ragazze e fino al 98% dei ragazzi finiranno per accettare la realtà e raggiungeranno uno stato di salute mentale e fisica?
- Condizionare i bambini a credere che una vita di imitazione chimica e chirurgica del sesso opposto sia normale e sana è un abuso infantile. Avallare la discordanza di genere come normale, attraverso l'istruzione pubblica e le politiche legislative confonderà i bambini e i genitori, portando un numero maggiore di bambini a presentarsi alle "cliniche gender", dove verranno somministrati loro dei farmaci che bloccano la pubertà. Questo, a sua volta, assicura praticamente che "sceglieranno" una vita di ormoni del sesso opposto, cancerogeni o comunque tossici e che probabilmente, da giovani adulti, prenderanno in considerazione una non necessaria mutilazione chirurgica di loro parti corporee sane.
CHIARIMENTI IN RISPOSTA A DOMANDE RIGUARDANTI I PUNTI 3 E 5
Riguardo al punto 3: "Dove è che l'APA o il DSM-V indicano che la Disforia di Genere è un disturbo mentale?"
L'APA (American Psychiatric Association) è autore del DSM-V. L'APA afferma che coloro che vivono un disagio o sono danneggiati dalla propria GD corrispondono alla definizione di un disturbo. Il College of Pediatricians non è a conoscenza di letteratura medica che documenti il caso di un bambino con disforia di genere che richieda ormoni che bloccano la pubertà e non viva un significativo disagio al pensiero di attraversare il normale e sano processo della pubertà.
Dal DSM-V fact sheet: "L'elemento critico della disforia di genere è la presenza di un disagio clinicamente significativo associato alla condizione."
"Questa condizione causa un disagio clinicamente significativo o un danno nell'area funzionale sociale, occupazionale o in altra importante area funzionale."
Riguardo al punto 5: "Dove è che il DSM-V elenca i tassi di risoluzione della Disforia di Genere?"
A pagina 455 del DSM-V, alla voce "Disforia di Genere in assenza di un disturbo dello sviluppo sessuale" si afferma: "I tassi di persistenza della disforia di genere dall'infanzia all'adolescenza o all'età adulta variano. Nei soggetti nati maschi la persistenza era compresa tra il 2.2% e il 30%. Nei soggetti nati femmine la persistenza è andata dal 12% al 50%." Una semplice operazione matematica consente di calcolare che per i nati maschi si verifica una risoluzione fino al 100% - 2.2% = 97.8% dei casi (approssimativamente 98% dei ragazzi con confusione di genere). In modo analogo, per i soggetti nati femmine la risoluzione si verifica fino al 100% - 12% = 88% delle ragazze con confusione di genere.
CONCLUSIONE
I nostri avversari propugnano un nuovo standard terapeutico privo di basi scientifiche per i bambini con una patologia psicologica (GD) che diversamente si risolverebbe dopo la pubertà per la grande maggioranza dei pazienti interessati. Nello specifico consigliano: conferma dei pensieri dei bambini che sono in contrasto con la realtà fisica; la castrazione chimica di questi bambini prima della pubertà con agonisti GnRH (bloccanti della pubertà che causano infertilità, disturbi della crescita, bassa densità ossea, e un impatto sconosciuto sullo sviluppo cerebrale) e, da ultimo, la sterilizzazione permanente di questi bambini prima dei 18 anni attraverso ormoni del sesso opposto. Incoraggiare i bambini con GD a imitare il sesso opposto e introdurre poi la soppressione puberale, ha un evidente natura di autodeterminazione. Se un ragazzo che si chiede se è o non è un ragazzo (destinato a diventare un uomo) viene trattato come una ragazza, e poi viene soppresso il suo naturale sviluppo puberale verso la virilità, non abbiamo dato l'avvio a un risultato inevitabile? Tutti i suoi pari dello stesso sesso si sviluppano diventando giovani uomini, le amiche, del sesso opposto, si sviluppano diventando giovani donne, ma lui rimane un ragazzo in fase pre-puberale. Dal punto di vista psicosociale rimarrà isolato e solo. Sarà lasciato con l'impressione psicologica che ci sia qualcosa di sbagliato. Sarà ridotta la sua capacità di identificarsi con i pari dello stesso sesso e di essere maschio, e sarà così più probabile che si auto-identifichi come "non-maschio" o femmina. Inoltre, le neuroscienze rivelano che la corteccia pre-frontale del cervello, che presiede al giudizio e alla valutazione del rischio non è matura fino a un'età intorno ai 25 anni. Non è mai stato più chiaro scientificamente che i bambini e gli adolescenti sono incapaci di prendere decisioni informate riguardo a interventi medici permanenti, irreversibili e che cambiano la vita. Per questa ragione il College of Pediatricians dichiara che promuovere questa ideologia è oltraggioso, in primo luogo e soprattutto per il benessere degli stessi bambini che presentano disforia di genere e in secondo luogo, per tutti i loro pari che non presentano discordanza di genere, molti dei quali metteranno in discussione di conseguenza la propria identità di genere e si troveranno di fronte a violazioni del loro diritto alla privacy e alla incolumità corporea.
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