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« Torna agli articoli di Tommaso Scandroglio
In giro c'è aria di rinuncia. Il maschio da tempo ha dismesso la sua armatura e s'imbelletta nelle beauty farm, abdica al ruolo di padre preferendo quello più comodo di amico dei propri figli. La donna abbandona il focolare domestico e salta sul rapido 901 che si chiama divorzio express, destinazione successo personale oppure s'imbarca sul transatlantico della carriera emancipatrice. La politica desiste dagli ideali alti, più attratta, sotto ricatto elettorale del popolino cresciuto sull'Isola del Famosi, dal cabotaggio tra i litorali dei desideri dei cittadini che si fanno diritti in Parlamento.
La Chiesa rinuncia alla trascendenza nelle fede e alla metafisica in morale e si scolora in un'organizzazione non governativa che, sempre a rimorchio, dà una mano ai governi in tema di povertà e immigrazione, temi alla fine confortevoli. La scuola si è ridotta a un'erogatrice di servizi insipidi e incolori perché l'inclusività e il pluralismo non hanno mai incendiato i cuori dei ragazzi, ma solo strappato a loro ampi sbadigli. I media, con lodevoli eccezioni, cucinano con ossessiva ripetitività lo stesso menù fatto di stereotipi di plastica e di giudizi copia-incolla.
LA RINUNCIA ALLA PROPRIA IDENTITÀ
In breve pare che ognuno abbia rinunciato ai propri ruoli naturali, alla sua vocazione, ossia alla sua identità. Il filosofo francese Vladimir Jankélévitch ebbe a scrivere in merito all'identità: «io sono il solo ad essere me stesso» (La cattiva coscienza, Dedalo, Bari, 2000, p. 130). Ecco, pare che si faccia a gara per imitare chi non dobbiamo essere: il maschio imita la donna, la donna il maschio, la Chiesa lo Stato, lo Stato la Chiesa perché si dogmatizza (es. la Costituzione è sacra, l'Europa non si tocca), etc.
Il risultato è il seguente: se ciascuno di noi insieme allo Stato, alla Chiesa, alle varie agenzie educative e realtà sociali, preferisce giocare a ribasso, il mondo si svuota di identità e il «diventa ciò che sei» di Pindaro (Pitiche, II, 72) svapora di significato. L'identità è quel tratto di bisturi inciso dalla natura nella carne viva dell'uomo che la storia e la volontà di molti agguerriti ominidi tentano da sempre di cancellare. In tal modo la fisionomia dell'uomo, della donna, degli ordinamenti giuridici, della scuola si deforma, anzi diventa amorfa, liquida. Senza più confini l'uomo non diventa libero, ma si perde perché cammina nel deserto. «Sono libero, ma tra i morti» ricorda il Salmo 87.
LA GUERRA CONTRO LA REALTÀ
Ora tratto comune di tutte le ideologie è la guerra contro la realtà, contro ciò che è così come è, ossia contro l'identità. Questo per tentare, con sforzo da Sisifo, di sostituire al reale un ideale.
Aleksandr Solženicyn racconta nel suo Arcipelago Gulag che l'intellighenzia staliniana un giorno chiese al fior fiore degli ingegneri esperti in mobilità quanti passeggeri ci potessero stare in un vagone ferroviario. Gli ingegneri fecero i conti e li presentarono ai politici. Questi ne furono scandalizzati. Ma come?! Così pochi?! I vagoni dei treni della Grande Madre Russia sono i migliori al mondo e quindi di certo possono contenere un numero di passeggeri enorme. Risultato: gli ingegneri finirono nei gulag con buona pace dei loro calcoli. Se la realtà non ti piace, fai guerra alla realtà.
E così se io sono maschio, ma mi sento donna, magicamente divento ciò che la realtà mai potrà concedermi. Se la donna pensa che la sua felicità sia involarsi lontano dalla famiglia e dai figli, ecco l'emancipazione femminile che sbeffeggia la maternità come costrutto sociale, non riconoscendola come realtà naturale. Se la Chiesa pensa che lo srotolarsi dell'esistenza umana scorra unicamente sul piano immanente della storia, dimentica che la realtà dell'uomo è composta da materia e spirito, ecco che le priorità diventano i posti di lavoro e la lotta alle mafie. E l'elenco potrebbe continuare a lungo e lungo le strade della vulgata corrente.
Rinunciamo ai compromessi per non rinunciare all'identità.
Nota di BastaBugie: non ci stancheremo mai di consigliare la visione dello straordinario video "La battaglia contro la realtà" (durata: 2 minuti) tratto da un film discutibile, ma che in questo spezzone raggiunge un vertice di saggezza.
Gli adepti del Fronte Popolare di Giudea confabulano azioni terroristiche contro i nemici di sempre: i romani. Un uomo vuole che la battaglia dei gay di avere figli venga condivisa dagli amici di quel fronte. Ecco allora che uno degli esponenti più saggi del gruppo si domanda se quella non sia una sterile "battaglia contro la realtà". Essere "contro la realtà" è infatti la prerogativa di ogni ideologia. Ieri comunismo e nazionalsocialismo, oggi animalismo, ambientalismo, movimento gay...
Ecco dunque l'esilarante ma serissimo video, seguito dal nostro commento alle frasi più significative.
http://www.youtube.com/watch?v=Sz9rJowh0pY
REALISMO CONTRO IDEOLOGIA
- Perché vuoi essere Loretta?
- Voglio avere dei bambini. E' un diritto di ogni uomo averne, se li vuole.
- Ma tu non puoi avere dei bambini...
- Uffa! Non mi opprimere
- Non ti sto opprimendo: è che tu non hai l'utero. Dove si dovrebbe sviluppare il feto? Lo vuoi tenere in un barattolo?
COMMENTO: al contrario del realismo, l'ideologia non tiene conto della realtà ed anzi vuole piegarla al proprio schema. Se i fatti contraddicono l'idea, tanto peggio per i fatti. Coloro che ricordano la realtà, vengono definiti "nemici" e "oppressori", nonostante le loro argomentazioni siano perfettamente logiche e scientifiche.
Come diceva san Massimiliano Maria Kolbe: "Alcuni non cercano la verità perché hanno paura di trovarla".
CAMBIARE LA REALTA'
- Supponiamo di stabilire che lui non possa avere bambini perché non ha l'utero, il che non è colpa di nessuno, (semmai dei romani)...
COMMENTO: l'ideologia non comprende che la realtà è il dato da cui partire, per cui pensa che ciò che vede sia sempre frutto di decisioni umane, quindi tutto può essere cambiato, cambiando il modo di pensare della gente. Ad esempio anche matrimonio e maternità possono essere cambiati a piacimento perché, anche se fino ad ora si pensava che il matrimonio fosse tra un uomo e una donna, ora non è più così. Anche avere figli non può essere impedito a due uomini o due donne.
Non accettando la realtà, si considerano "nemiche" tutte le istituzioni che difendono la realtà. Nel video sono i "romani", oggi è principalmente la Chiesa Cattolica (guarda caso: romana).
LA PERDITA DELLA RAGIONE
- ... ma comunque il diritto di avere dei bambini ce l'ha
- Combatteremo gli oppressori per il tuo diritto ad avere dei bambini
- Che senso ha combattere per il suo diritto ad avere dei bambini se lui non può avere bambini
COMMENTO: il realismo si stupisce dei contorti ragionamenti degli ideologi e cerca di proporre le sue idee cariche di semplice buon senso, cioè di ragione. Purtroppo quando si perde la fede, automaticamente si perde anche la ragione.
Come ricordava Giovanni Paolo II: "La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità" (Enciclica Fides et ratio).
Ed ecco perché G. K. Chesterton ricordava che "Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo".
LA LOTTA CONTRO LA REALTA'
- Simbolicamente parlando, è la nostra lotta contro l'oppressione
- Simbolicamente parlando, è la sua lotta contro la realtà
COMMENTO: in conclusione, si può affermare con San Paolo che il problema dei sapientoni di questo mondo, che pensano di piegare i fatti con l'uso della loro ragione, è che alla fine "Sragionarono con i loro ragionamenti" (Rm 1,21). Ecco perché ad esempio il razionalismo non è usare la ragione, ma storpiarla. Infatti il razionalismo sta alla ragione, come la polmonite sta al polmone.
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