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« Torna agli articoli di Tommaso Scandroglio
Se gli uomini, in questo periodo di pandemia, si fossero preoccupati della propria salute spirituale tanto quanto si sono preoccupati della propria salute fisica, saremmo già tutti santi. Come c'è il virus del Covid che, in alcuni casi, è letale, così c'è il virus del peccato che, nella sua variante più grave, conduce a morte certa dell'anima.
Nel primo caso abbiamo fatto di tutto per evitare il contagio: distanziamento sociale, mascherine, coprifuoco, lockdown, vaccini, terapie, igiene delle mani, rilevamento della temperatura, investimenti miliardari dei governi e molto altro ancora. Nel secondo caso la maggior parte delle persone spesso non si cura di non contrarre il virus del peccato, anzi il più delle volte cerca volontariamente il contagio.
Eppure, a differenza del Coronavirus, avremmo strumenti efficacissimi sia di cura che di prevenzione. Le terapie antivirali possono trovare un corrispettivo nel sacramento del battesimo e della confessione che cancellano il virus del peccato: il primo nella forma originale, il secondo nelle sue varianti, anche quelle meno minacciose chiamate peccati veniali. I vaccini hanno un loro omologo nei sacramenti - eucarestia e nuovamente la confessione - nella preghiera e nei digiuni: strumenti che aiutano nella immunità al male e nell'evitare che altri si contagino.
Come continuamente da più di un anno ci informiamo su tutto ciò che riguarda il virus, così dovremmo fare per la salute della nostra anima: leggendo la Bibbia, studiando la dottrina, etc. Come con il coronavirus pendiamo dalle labbra degli esperti, così dovremmo pendere dalle labbra degli esperti della salvezza, ossia i Padri e i Dottori della Chiesa e il Magistero di sempre. Come guardiamo con profondo interesse gli esempi virtuosi di quei paesi che stanno meglio di noi nella lotta al virus, così dovremmo imparare dai santi per capire come lottare contro il peccato. Come alla prima avvisaglia di malessere prendiamo il termometro, chiamiamo il medico ed eseguiamo un tampone, così al primo sospetto di aver peccato dovremmo fare un serio esame di coscienza e chiamare un sacerdote se i sintomi sono gravi.
Come un rischio remotissimo di contrarre il virus ci spinge ad essere cauti sino al parossismo, anche quando si tratta di persone giovani e sane, tanto che evitiamo di stringere le mani e gli assembramenti, così dovremmo comportarci quando si tratta del peccato: un rischio bassissimo di compiere anche un solo peccato veniale ci dovrebbe portare ad evitare le occasioni prossime e remote di peccato, evitando di stringere le mani a chi ci vuole portare lontano da Dio e chiudendo occhi e orecchie alla tentazione con la mascherina della preghiera, così come facciamo con il Covid chiudendo naso e bocca al virus con la mascherina chirurgica.
Come il timore di contagiare qualcuno, soprattutto qualcuno di caro e le persone fragili, ci ha portato addirittura a non vederlo per mesi, così la paura di contagiare con il nostro cattivo esempio gli altri, soprattutto chi amiamo e chi è fragile nella fede, ci dovrebbe stimolare a comportarci santamente di fronte a loro.
Siamo sinceri. Non abbiamo usato un centesimo delle energie spese contro il Covid per combattere il peccato. Questo per un semplice motivo: non abbiamo fede. Non crediamo nel giudizio finale, nell'Inferno e nel fatto che la nostra anima sia continuamente in pericolo. Anzi non crediamo addirittura all'esistenza stessa del peccato: siamo negazionisti, tanto quanto quelli che negano l'esistenza del Coronavirus. Siamo da sempre investiti da infinite ondate di questa pandemia letale e il mondo non fa nulla perché non ci crede. E così non possiamo che tenere di più alla salute del corpo che a quella spirituale. Eppure Gesù è stato chiarissimo: «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima».
Nota di BastaBugie: nel seguente video ironico (durata: 3 minuti) si spiega come fare se andate al ristorante, ma non avete il green pass.
https://www.youtube.com/watch?v=a9CNkxJxJIU
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