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« Torna agli articoli di Tommaso Scandroglio
Dopo 70 anni di Tv e 93 di vita, sabato 13 agosto è morto Piero Angela. Non si contano i messaggi commossi provenienti da personaggi famosi e cariche istituzionali, nonché i commenti autorevoli dal sapore agiografico sui social e i coccodrilli di firme note del giornalismo italiano. Qualcuno ha lanciato addirittura la proposta di una Giornata Nazionale della Divulgazione Scientifica per ricordarlo.
Non c'è dubbio: Piero Angela è quello che si dice "un pezzo della televisione italiana" e nessuno di noi, almeno una volta in vita, è riuscito a fare meno di tifare per la gazzella inseguita dal leone dagli spalti di Superquark. Altrettanto indubbie le sue capacità di divulgatore scientifico e autore televisivo che ha inventato un format inossidabile.
QUATTRO GRAVI OMBRE
Accanto a queste luci però vi sono alcune significative ombre. La più significativa è l'impostazione scientista di Angela che ne ha condizionato i contenuti. Il positivismo scientista del decano della televisione ha alcune caratteristiche salienti. La prima: il sapere scientifico è il sapere più elevato. Filosofia e teologia, ad esempio, non possono competere ed anzi non hanno le carte in regola per essere definite discipline scientifiche.
In secondo luogo e come conseguenza del primo assunto, l'unica realtà esistente è quella empirica. Bandita la metafisica e con essa le religioni e Dio. Queste ultime possono essere studiate solo come fenomeni sociali per poi concludere marxianamente che sono solo tutte fanfaluche inventate dagli uomini che hanno paura di morire.
In terzo luogo la scienza ufficiale è solo quella indicata dall'ideologia di turno. Angela infatti fa rima con darwinismo, ambientalismo e teoria del gender. A proposito di omosessualità e transessualità, negli ultimi anni Superquark ospitava lezioni che esplicitamente seguivano l'agenda dell'ideologia arcobaleno. Proprio nell'ottobre scorso, poi, Piero Angela intervenne alla trasmissione Che tempo che fa per spezzare una lancia a favore del Ddl Zan avventurandosi a dire che tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali non c'era nessunissima differenza, neppure nella filiazione (sic).
In quarto luogo lo scientismo angelico era di stampo schiettamente illuminista: la luce della ragione non solo dissiperà tutti i timori e le angosce dell'uomo, ma potrà anche spiegare ogni cosa. Basta darle solo il tempo per farlo. Scienza e tecnica insieme riusciranno nell'impossibile perché debelleranno ogni malattia, porteranno la felicità eterna sulla Terra affrancando l'uomo dalle superstizioni religiose.
ATEISMO MILITANTE
A questo proposito è noto l'ateismo del conduttore televisivo, tanto sfegatato che per decenni invitò a parlare l'etologo Danilo Mainardi, sì accademico ma anche, guarda caso, membro dell'UAAR, l'Unione Atei Agnostici e Razionalisti. Angela è stato quindi sacerdote di un messianismo scientista, di una gnosi tecnologica, di un'utopia del sapere che avrebbe dovuto liberare l'uomo da ogni male, senza bisogno di Dio perché l'uomo si salva da sé dato che è sapiens sapiens. Una visione che tra l'altro, nell'attuale secolarismo che viaggia alla velocità della luce, appare addirittura superata, stantia tanto è stereotipata.
Piero Angela se n'è andato, ma rimarrà il succo dei suoi insegnamenti perpetuato dalle sua prole: l'uomo è poco più di una scimmia perché per caso si evoluto leggermente meglio, tanto che le banane non solo le mangia, ma riesce anche a coltivarle. È tutta questione di cervello, non di anima; stiamo distruggendo il pianeta che ci ospita: dobbiamo iniziare a pagare il risarcimento danni almeno per qualche secolo; Dio non esiste perché con tutti i satelliti in orbita nessuno lo hai mai avvistato; non c'è morale perché siamo bestie al pari dei leoni, semmai solo regole civili stabilite a tavolino per non sbranarci.
Ora l'amato conduttore televisivo sta guardando faccia a faccia il Creatore di tutte quelle meraviglie che lui con tanta passione e professionalità ha illustrato per decenni dagli schermi della televisione. Che le nostre preghiere possano aiutare Angela a continuare a guardarlo faccia a faccia per l'eternità.
Nota di BastaBugie: Corrado Ocone nell'articolo seguente dal titolo "Vi dico dove sbagliava Piero Angela" parla del divulgatore che ha promosso la scienza come una religione.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul Blog di Nicola Porro il 14 agosto 2022:
Da un punto di vista formale, Piero Angela è stato sicuramente un grande giornalista: sapeva farsi capire da tutti, usava un linguaggio diretto e semplice, aveva un fare gentile, era scrupoloso nel mestiere e nulla concedeva al dilettantismo e all'improvvisazione. Aveva trovato la sua strada, a un certo punto della carriera, nella divulgazione della scienza, e la fortuna gli aveva sorriso oltre forse ogni sua più rosea aspettativa.
Un brand di sicuro successo il suo, con un target ampio di riferimento, facilmente trasmesso, come in quelle imprese familiari che sono la cifra del capitalismo italiano, al figlio che oggi ne continua l'opera. Che poi tutto questo abbia significato che le sue idee siano state scientificamente neutrali o innocenti, asettiche e pure come può esserlo la scienza nell'immaginario comune, questo proprio non lo si può dire. Angela era anche uno straordinario missionario della sua Chiesa, il teologo della sua religione. Era, fuor di perifrasi, il cultore e il promotore di una ideologia e di una visione del mondo ben precisa, che a suo modo non tollera dubbi se non all'interno di un rigido e nettamente delineato perimetro. Fuori di esso ci sono gli eretici, chi si attarda in vecchie superstizioni e miti che infallibilmente e inesorabilmente saranno sconfitti dal trionfo della Ragione.
Da giornalista a propagandista, da divulgatore a uomo impegnato in una missione, il passo è stato breve. Qui non si pretende certo che Angela avesse studiato le epistemologie novecentesche e che, forte delle complesse acquisizioni conquistate riflettendo sul principio di indeterminazione oppure sulle geometrie non euclidee, sulla fisica quantistica o l'anarchismo epistemologico dei post-popperiani, concepisse infine l'idea di somministrarle al suo vasto e affezionato pubblico. Ma da qui a farsi missionario e teologo, quale in effetti è stato, di una nuova religione chiamata Scienza, concepita nel suo senso più positivo, anzi positivista, e banale, ce ne corre. Eppure, questa strada, la più semplice e quella di più facile successo, Piero Angela l'ha percorsa tutta.
E perché questa strada è anche quella che fa da supporto ai nostri tempi, che ne costituisce per così dire il sapere di sfondo o l'ideologia dominante, soprattutto nel versante progressista, Angela è stato anche un insuperabile cantore della nostra epoca, piena di miti quanto e più delle altre ma convinta in cuor suo di non possederne alcuno. Gira in queste ore in rete e sui siti l'intervento che Angela fece in quel palcoscenico dell'autocompiacimento e del conformismo epocale che è in Italia la trasmissione di Fabio Fazio. Il quale non poté farsi sfuggire in quell'occasione l'opportunità di fare una domanda sull'omosessualità per strizzare l'occhio alle culture di genere e delle diversità avvalorandone le tesi con i crismi della scientificità. Piero Angela non si sottrasse e disse che l'omosessualità è del tutto "naturale". Il che, pur dando l'impressione di scolpire nella pietra ciò che è ritenuto giusto o opportuno, finiva per dire una ovvietà e dimostrare l'ambiguità del termine "natura" che significa tutto e niente allo stesso tempo.
Qualcosa invece significa il "naturalismo", cioè l'idea di fondo, tipicamente moderna, che Angela abbracciava toto corde, che non ci sia un salto fra l'uomo e gli altri enti del creato, animati e inanimati. E che nulla ci sia di trascendente rispetto alla natura e all'uomo. Il che può ben concedersi dalla prospettiva, molto parziale è limitata, del biologismo, ma che, nel momento in cui si pone come un assoluto, si trasforma in una metafisica bella e buona, facilmente smontabile sol che ci si chieda chi è l'ente che pone la questione dell'essere e quindi apre l'orizzonte di senso in cui può darsi anche ciò che chiamiamo "natura".
Di fronte alla morte, Angela, che era un ateo piuttosto che un agnostico come pure è stato in queste ore detto, civettando aveva detto che sarebbe stata nulla più che una "scocciatura". Noi gli auguriamo invece con tutto il cuore che sia stata per lui l'apertura di un diverso e più profondo universo di comprensione. Gloria e riconoscenza al grande giornalista scomparso, ma mettiamo a tacere tutti colo che in queste ore si apprestano a erigergli un monumento esaltandone l'attività in modo banale e acritico.
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