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« Torna agli articoli di don Stefano Bimbi
È iniziato un nuovo anno liturgico e, come tutti gli anni, ci imbattiamo nel tempo di Avvento. Come tutti sanno è il periodo che precede il Natale, ma forse è bene approfondire il significato di queste quattro settimane (sei per il rito ambrosiano).
Va ricordato che si parla di Avvento in quanto venuta del Figlio di Dio sulla terra. Ma questa "venuta" (da cui la parola "avvento") è triplice. Infatti si parla del primo avvento di Cristo quando duemila anni fa è venuto nel mondo attraverso Maria nella grotta di Betlemme. Il secondo avvento ci sarà quando, alla fine dei tempi, il Signore tornerà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine. In tale occasione torneranno sulla terra anche le anime dei defunti per ricongiungersi ai loro corpi che risorgeranno per la vita eterna. Infatti è verità di fede che la risurrezione riguarda gli uomini nella loro interezza di anima e di corpo. Ma c'è un terzo avvento di Cristo che è la sua venuta ogni giorno nella nostra vita concreta. I suoi interventi sono invisibili agli occhi umani, ma allo stesso tempo visibilissimi con gli occhi della fede.
GIOVANNI IL BATTISTA E MARIA
Ecco quindi che le letture di queste domeniche ci accostiamo alle figure di Giovanni il Battista e di Maria che hanno rispettivamente preparato e acconsentito alla prima venuta del Figlio di Dio. Giovanni, ultimo profeta dell'Antico Testamento e primo del Nuovo, ha annunciato al mondo la presenza dell'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Si dice che sia il precursore di Cristo perché con la sua vita ha annunciato sia il giudizio per i peccati - ad esempio ha ricordato con forza a Erode la sua irregolare situazione matrimoniale - ma anche la misericordia di Dio, all'unica condizione di pentirsi del male fatto. Ma oltre ad amministrare un battesimo di conversione Giovanni è precursore anche per il martirio che ha affrontato proprio per aver ricordato la situazione di peccato al sovrano di turno che pensava di essere superiore alla Legge di Dio.
Maria da parte sua ha accolto l'avvento di Cristo nel suo grembo verginale. Era la prima volta nella storia del mondo che il parere di una donna contava davvero. Addirittura Dio stesso chiede a Maria il permesso di venire alla luce con la natura umana. Infatti non sono state le battaglie femministe a dare dignità alla donna - anzi possiamo dire il contrario - bensì l'intervento di Dio nella storia degli uomini. Il sì di Maria consente all'Onnipotente di nascere come bambino fragile, figlio di una sua figlia.
COSA RICHIEDE QUESTO PERIODO DI AVVENTO A NOI?
Certamente va presa sul serio la vita cristiana. La conversione deve essere permanente, cioè non possiamo dare per scontato l'essere cristiani. Ogni giorno dobbiamo convertire il nostro cuore a Cristo. Gli sposi si scelgono reciprocamente il giorno del matrimonio, ma ogni giorno devono confermare tale impegnativa scelta. Così non solo il giorno della nostra conversione dobbiamo volgere il nostro cuore a Cristo, ma ogni giorno dobbiamo convertirci di nuovo. Per fare questo va riscoperta senz'altro la preghiera e con essa il silenzio che ne è il presupposto e il frutto. Un maggiore impegno in tal senso è senz'altro opportuno perché, come diceva Blaise Pascal, "il dramma degli uomini è non trovare mezz'ora di silenzio". Magari si può anche approfittare di questo periodo per fare gli esercizi spirituali. Ogni anno si dovrebbe partecipare a tale iniziativa così raccomandata dalla Chiesa. Qualche giorno di silenzio e preghiera sotto la guida di un buon predicatore per riflettere e approfondire il nostro rapporto con il Signore permette di riprendere con slancio l'attività di tutto l'anno [leggi: ESERCIZI SPIRITUALI, clicca qui, N.d.BB].
Anche se non sono più obbligatorie le penitenze di un tempo, è comunque opportuno mettere in conto anche qualche rinuncia o sacrificio che impreziosiranno questo tempo di preparazione così importante eppure così poco valorizzato al giorno d'oggi.
Riscoprire la dimensione spirituale sull'esempio dei santi è il modo migliore per prepararsi al Natale in modo da viverlo davvero come avvento di Cristo e non come una vuota ritualità abitudinaria.
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