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UNA CATECHISTA PUO' ANDARE A CONVIVERE?
Una lettrice ci chiede: ''Vorrei sposarmi, ma la mamma vuole che finisca l'università quindi, per non violare il 4° comandamento, scelgo la convivenza: faccio bene?''
di Padre Angelo Bellon
 

Caro Padre Angelo,
le scrivo perché ho un grande dubbio, ho trovato per caso la sua pagina e mi è sembrato un modo per trovare una risposta.
A dicembre andrò a convivere con il mio fidanzato, ci amiamo da due anni e vorremmo tanto poterci sposare ma purtroppo per problemi economici e perché mia madre vuole prima che io termini l'università non possiamo. Cosa implicherebbe ciò? Io sono una catechista presso la mia parrocchia da diversi anni, vivo questo ruolo come un dono perché credo fermamente ma nonostante ciò ora mi trovo in questa situazione di incertezza. Potrò continuare ad essere catechista? Non infrangerei comunque il quarto comandamento andando contro il volere di mia mamma? Grazie.

RISPOSTA DEL SACERDOTE
Carissima,
ti esorto a non compiere il passo che hai intenzione di fare: quello di andare a convivere.
È vero che per te è come se fosse un matrimonio perché per ora non ti sposi solo perché non sei ancora laureata.
Ma intanto la convivenza non è matrimonio.
Il matrimonio è donazione totale e irrevocabile, sancita da Dio stesso e accompagnata con la sua benedizione, che è un'effusione straordinaria di doni.
Ci sono circostanze che ti chiedono di attendere il momento del matrimonio: la richiesta di tua madre di finire gli studi e di laurearti. Mi pare una richiesta ragionevole.
Ma di fronte a questa richiesta ragionevole perché non mostrare altrettanta ragionevolezza nell'imparare ad attendere?
Il fidanzamento è fatto anche per questo: per imparare ad attendere.
Nella vita matrimoniale tante volte dovrai mettere in atto questa capacità, che non si improvvisa, ma va edificata con tante rinunce a se stessi, all'amor proprio e anche al peccato.
Ma adesso entriamo direttamente nella realtà della convivenza che non è semplicemente lo stare insieme. Quanti studenti sono coinquilini ma non sono conviventi. La convivenza è basata sull'esperienza sessuale.
Ora l'esperienza sessuale prima del matrimonio è sbagliata per un duplice motivo.
Primo, perché quel gesto di per sé manifesta una donazione totale e irrevocabile.
Ma i due sanno di non essersi ancora donati totalmente e irrevocabilmente. Sanno di essere liberi di tornare indietro, come vogliono e quando vogliono.
Secondo, perché in genere l'esperienza sessuale viene fatta mediante contraccezione. E questo manifesta ulteriormente la falsità del gesto perché proprio là dove si dice che ci si dona totalmente, di fatto ci si rifiuta di donarsi in totalità.
Infatti si rifiuta di donare la propria capacità diventare padre e madre proprio mentre la si suscita.
Per questo in termini più corretti la convivenza non è solo sbagliata, ma è peccato, e cioè è offensiva di Dio perché rifiuta di conformarsi al suo disegno santo sulla sessualità e sull'amore umano.
Leggendo la tua mail sono rimasto colpito dalla domanda che ti fai: "Non infrangerei comunque il quarto comandamento andando contro il volere di mia mamma?".
Mentre non ti fai scrupolo alcuno di andare contro il volere di Dio, che in questo caso di fatto viene estromesso dalla tua vita affettiva.
Dio non è il punto di partenza dell'amore per il tuo ragazzo, non è il respiro santo e puro del tuo affetto, non è il punto di arrivo, e cioè non approda ad un'unione sempre più forte con Lui, causa, respiro e fine della tua vita e del tuo affetto.
Ma c'è dell'altro in questa tua decisione di andare a convivere.
Senza dubbio se la verginità e la castità fossero stati la caratteristica del tuo fidanzamento non decideresti di andare a convivere. Si tratta di valori troppo preziosi per disperderli. Da te stessa sentiresti che non puoi rinunciarvi.
Sicché come è stato detto da qualcuno, quando due giovani decidono di andare a convivere è ormai troppo tardi per raccomandare loro verginità e la castità.
Allora la mia indicazione è questa: non andare in nessun modo a convivere, ma decidi di vivere in maniera casta cercando di ricuperare moralmente quello che finora hai perso.
Solo così prepari fondamenta solide al tuo matrimonio.
A questo proposito ricordo un giovane che si è sposato qualche anno fa.
Prima del fidanzamento e nel fidanzamento - sebbene non convivesse - è vissuto con impurità di vario genere anche con la sua ragazza. Ma da quando ha cominciato a confessarsi ha iniziato un periodo di castità.
Ebbene, nella confessione fatta prima del matrimonio mi ha detto che il tempo vissuto in castità è stato il più bello di tutto il suo fidanzamento.
C'è un'ultima cosa che voglio dire: sei catechista. Ad un catechista, prima ancora di quello che insegna, si richiede la testimonianza di vita cristiana.
Ora con la convivenza tutto quello che hai insegnato viene contraddetto dal tuo comportamento, soprattutto se avessi preparato i ragazzi alla Cresima.
Puoi dire, insieme con san Paolo "siate miei imitatori come io lo sono di Cristo" (1 Cor 11,1)?
Ma prima ancora della convivenza, c'è il tuo fidanzamento che non è ben vissuto né è stato caratterizzato dalla confessione frequente.
Perché se ti fossi confessata regolarmente la convivenza non ti sarebbe neanche passata per la mente.
Anzi, il vivere cristianamente e castamente sarebbe stato uno degli obiettivi principali di questo tuo periodo di vita.
Adesso con la convivenza viene svelata una contraddizione della tua vita cristiana.
Tanti si domanderanno: ma come faceva a fare la catechista se viveva così, se programmava così il suo futuro, se faceva la Santa Comunione in quella condizione, se non si confessava...
Perché - ripeto - se ti fossi confessata in maniera regolare e frequente senza dubbio sarebbe venuto fuori il problema di come si possa essere catechisti e non ci si confessi, di come essere catechisti e non si viva castamente. Anzi, di programmare la convivenza.
Mi metto per un attimo nelle mani del parroco. Si domanderà: ma chi ho messo a insegnare la vita cristiana ai bambini e ai ragazzi!
Altro che pensare a farti continuare l'esperienza di catechista!
In conclusione, secondo me questo è il momento in cui devi raddrizzare dalle fondamenta la tua vita cristiana con la castità, con la confessione regolare e frequente, con la Santa Comunione fatta in grazia di Dio, con la preghiera...
Non solo, ma è anche il momento in cui sei chiamata a raddrizzare dalle fondamenta il tuo fidanzamento se vuoi dargli solidità e se vuoi dare solidità al tuo matrimonio.
Perché rimane sempre vero quanto attesta la sacra Scrittura quando dice: "Se il Signore non costruisce la casa invano si affatica il costruttore" (Sal 127,1).
Se metti da parte il Signore e la sua legge di santità, costruisci invano.
Ti accompagno con la mia preghiera per scongiurare il passo che hai deciso di fare e ti benedico.

Nota di BastaBugie: ecco il link a due precedenti articoli con le risposte di Padre Angelo da noi pubblicati. Entrambi hanno riscosso particolare interesse da parte dei nostri lettori.

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https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4469

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Titolo originale: A dicembre andrò a convivere con il mio fidanzato, ci amiamo da due anni e vorremmo tanto poterci sposare
Fonte: Amici Domenicani, 22.10.2017