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POSSO FARE DA TESTIMONE ALL'UNIONE CIVILE DI MIO FRATELLO CON IL SUO COMPAGNO?
No, non è moralmente lecito partecipare a una tale cerimonia e tanto meno prendervi parte come testimone
di Padre Angelo Bellon
 

Caro Padre Angelo,
Le scrivo per chiederLe alcuni chiarimenti sulla posizione della Chiesa cattolica a proposito delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Cercherò di essere molto sintetico.
In settembre di quest'anno mio fratello si unirà con il suo compagno dopo anni di convivenza. Stanno organizzando una festa e sembrano molto felici.
Mi hanno chiesto di partecipare come testimone alla cerimonia che si terrà in comune e io ho accettato per amore di mio fratello.
Essendo io un cristiano cattolico che frequenta assiduamente i sacramenti, come è inquadrabile la mia partecipazione attiva all'unione civile dal punto di vista della morale? È un caso di peccato mortale?
La ringrazio molto e la ricordo nelle mie preghiere.

RISPOSTA DEL SACERDOTE
Carissimo,
un documento della Congregazione per la dottrina della fede dal titolo considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali (3.6.2003) scrive: "In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell'equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest'ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza" (n. 5).
Pertanto non è lecito partecipare a una tale cerimonia e tanto meno prendervi parte come testimone. Anche se in cuor tuo disapprovi, di fatto la tua presenza è una contro testimonianza cristiana.
Il documento della Congregazione porta la data in cui la Chiesa celebra la memoria di alcuni giovani (paggi) africani che hanno preferito il martirio piuttosto che sottostare a certe voglie del re. Essere cristiani comporta oggi, come ieri e come sempre, atti eroici.
La tua presenza come testimone suona come l'approvazione di un atto che di per sé costituisce un insulto al Creatore. Come tu stesso riconosci di tratta di una "partecipazione attiva". Con la tua firma è come se tu sottoscrivessi un peccato che grida verso il cielo.
La dizione di peccato che grida verso il Cielo è biblica ed è ripresa dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 1867).
Non tocca a me dire di quale peccato una persona si oneri in coscienza. Ma oggettivamente di tratta di materia grave. Le parole del Documento della Congregazione sono chiare e forti.
Ti ringrazio del ricordo nella preghiera che contraccambio molto e di cuore. Ti benedico.

Nota di BastaBugie: ecco il link ad alcuni precedenti articoli da noi pubblicati con le risposte di Padre Angelo che hanno riscosso particolare interesse da parte dei nostri lettori.

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Titolo originale: Che tipo di peccato compio se faccio da testimone a mio fratello che sposerà il suo compagno?
Fonte: Amici Domenicani, 03/12/2017