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IL VACCINO HA FUNZIONATO PER AVERE UNA SCUOLA SICURA? NO, E' SOLO UN TRUCCO DEL GOVERNO
Nessun vaccino miracoloso né un calo di positivi, l'unica cosa diversa è il modello della bolla (restano a casa solo i compagni di banco vicini a chi è positivo) per cui vengono evitate le quarantene inutili dell'anno scorso
di Marco Lepore
 

La pandemia è finita? O non è mai esistita? Una cosa è certa: da alcuni giorni, improvvisamente, le notizie sulla grande stampa, relative al virus Sars-Covid19, sono pressoché sparite o, comunque, drasticamente diminuite. Come se qualcuno avesse dato un comando generale e detto "stop!".
La cesura fra "prima" e "dopo", pare risalire a pochi giorni fa, il 29 settembre, in coincidenza con la conferenza stampa in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso massima soddisfazione per come è stata gestita negli ultimi mesi la vaccinazione e l'adozione del Green pass, a partire dalla scuola. Secondo il presidente del Consiglio è stato infatti raggiunto l'obiettivo fissato alcuni mesi fa: il 95% del personale scolastico e il 70% di studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinato. "La vaccinazione è alla base della ripresa - ha affermato Mario Draghi - gli scolari sono tornati a scuola: è stato un passaggio difficile ma tutto sommato risolto con successo... Questa constatazione - ha continuato Draghi - ci dice che questo è un ingrediente fondamentale per la crescita, da proteggere in tutti i modi: dobbiamo fare di tutto e se ci fosse una recrudescenza la affronteremo senza ospedalizzazioni diffuse e pressione sulle strutture ospedaliere". Secondo il presidente del Consiglio, "il vaccino è l'unico modo sicuro per proteggere noi stessi e i nostri cari".
Una sorta di proclamazione di vittoria e di fede assoluta nel salvator-vaccino. Certamente Draghi sa che c'è ancora qualche "giapponese", nel folto della foresta, che forse non si arrenderà mai, ma tutti devono sapere che la guerra ormai è vinta, ed è una notizia da "proteggere in tutti i modi", poiché trattasi di "ingrediente fondamentale per la crescita". Ecco dunque il segnale.

NESSUNA VITTORIA, SOLO PROPAGANDA
Così, dal giorno successivo, dopo mesi e mesi di un insopportabile bombardamento, il Covid è quasi sparito dalle prime pagine dei giornali e, per quanto riguarda la scuola, anche dalle notizie in evidenza nelle testate specialistiche. Ma le cose stanno davvero così? Davvero è finita l'emergenza, oppure, semplicemente, si tratta di una tattica psicologica di guerra - a guerra in corso - per sfiancare la resistenza? Per rispondere a queste domande, è necessario andare a vedere i dati reali, e molto utile, a tal scopo, è quanto pubblicato dal Sole24 Ore sul suo speciale Lab24, appositamente dedicato all'andamento statistico dell'epidemia. Interessantissimo, tra gli altri, è il grafico che mette a confronto l'estate 2021 e l'estate 2020.
Come è evidente, la situazione non appare affatto migliorata rispetto ad un anno fa. Anzi, nonostante la massiccia campagna vaccinale, i casi totali, i deceduti, il tasso di positività e i ricoveri in terapia intensiva risultano sensibilmente più elevati. Non è una buona notizia; men che meno appare una vittoria...
Per quanto riguarda, invece, la specifica situazione all'interno delle scuole, dopo la "fiammata" di contagi dei primi giorni, messa subito in evidenza con un certo allarme dai giornali, l'epidemia parrebbe essersi fermata. Cosa è accaduto? La risposta, probabilmente, più che in una effettiva riduzione dei contagi, sta nella introduzione di nuove modalità di gestione della quarantena. La regola generale vuole che, nel caso in cui uno studente all'interno di uno istituto scolastico dovesse risultare positivo al COVID, l'intera classe debba essere messa in quarantena (e quindi in Dad) per un periodo non inferiore a sette giorni (per i soggetti vaccinati) o dieci giorni (per i non vaccinati).

LA DIFFUSIONE DI CONTAGI ALL'APERTURA DELLE SCUOLE
La pressoché immediata diffusione di contagi, all'apertura delle scuole, ha suscitato un certo allarme all'interno del Governo e del Ministero Istruzione, perché andava evidentemente a sconfessare la narrazione ufficiale secondo la quale, grazie alla campagna di vaccinazioni, "mai più Dad" e "solo lezioni in presenza" per tutti...
Si è pensato, così, di introdurre il "modello della bolla" proposto dalla Regione Lazio. L'idea deriva da una formula già ampiamente applicata agli aerei: in caso di positività di un passeggero, la quarantena è prevista solo per i soggetti seduti nelle due file dietro, davanti e laterale rispetto al contagiato. In attesa di linee guida nazionali, che sono allo studi del Cts, alcune Regioni poi hanno fatto anche di "meglio: in Emilia-Romagna sono considerati contatti stretti solo i vicini di banco del soggetto infetto, mentre in Veneto, addirittura, rimane a casa solo esclusivamente il contagiato.
Come è evidente, l'obiettivo principale è la riduzione della platea di soggetti costretti a rimanere a casa (solo i compagni di banco vicini al soggetto risultato positivo). Tale sistema mira a permettere di mantenere il più possibile le scuole aperte ed evitare quarantene inutili (ed è un bene), ma nello stesso tempo riduce enormemente la visibilità dell'impatto del virus sulle scuole, andando a rafforzare la narrazione ufficiale secondo la quale il vaccino ha funzionato.
Non si intende, qui, entrare nella polemica, già sufficientemente infiammata, sulla efficacia o meno dei sieri anticovid; nelle prossime settimane, con l'avvento dei primi freddi, si capirà molto meglio se, e quanto, effettivamente funzionano...
Non ci sarebbe da sorprendersi, tuttavia, se si scoprisse che, ancora una volta, chi ha in mano il potere e le chiavi dei mezzi di comunicazione sociale, ha deciso di farci credere che la realtà sia solo ciò che gli conviene raccontare, magari con l'aiuto di qualche piccolo trucchetto contabile. Come nel caso della scuola.

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Titolo originale: Scuola e contagi, i dati in una bolla rassicurante
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 09-10-2021