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Come era stato più volte annunciato, l'edizione 2016 del festival di Sanremo è iniziata all'insegna dell'ideologia omosessualista. Già dalla lista dei cantanti ospiti nella prima serata non era infatti difficile presagire che la nota kermesse canora si sarebbe trasformata in un potente spot pro unioni civili. Del resto, la coincidenza temporale con la discussione in parlamento del ddl Cirinnà non lasciava spazio ai dubbi: il palco dell'Ariston sarebbe stato teatro di un vero e proprio comizio a favore delle pseudo unioni gay.
Il grimaldello utilizzato dagli ideologi del gender è sempre il medesimo: fare leva sul falso principio della non discriminazione per superare la naturale avversione che nutre la gente comune verso i comportamenti contro natura. Tutti i cantanti, ospiti e non, che si sono succeduti nel corso del sessantaseiesimo festival della canzone italiana hanno messo in scena la farsa della normalità nella anormalità, come se l'unione infeconda tra due uomini o tra due donne non fosse altro che una variante "naturale" della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, una semplice opzione del tutto scevra da drammatiche conseguenze, sia sul piano individuale che collettivo.
La cantante Noemi, raccogliendo gli "inviti" delle associazioni "gay" che pretendevano una chiara presa di posizione da parte dei cantanti più schierati a favore delle unioni civili, si è esibita presentandosi con un microfono avvolto da un drappo arcobaleno, simbolo della cultura omosessuale.
L'appello è stato raccolto, manco a dirlo, anche da altri artisti come Enrico Ruggeri, Morgan, la voce dei Bluvertigo, e Irene Fornaciari. Da parte sua, Laura Pausini, primo ospite della serata, al termine della sua esibizione ha pensato bene di palesare la sua opinione, peraltro già ampiamente nota, circa le unioni gay: «Se siamo simili, siamo tutti uguali, e dobbiamo proteggerci non dividerci». Autentiche perle di saggezza che la claque del festival non ha mancato di applaudire generosamente. [leggi: LO SPOT DI LAURA PAUSINI A FAVORE DEL MATRIMONIO GAY https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3988, N.d.BB]
Molto attesa era l'esibizione di Elton John, anche perché la pop star britannica è una famosissima e ricchissima icona gay, il simbolo universale della lotta degli omosessuali per accedere al matrimonio e alla paternità. Elton John infatti nel 2014, non appena l'Inghilterra ha approvato lo pseudo matrimonio gay, si è sposato col compagno con il quale conviveva da anni ed ha avuto due figli, nati dalla stessa madre surrogata.
Il celebre cantante non ha deluso le aspettative dei suoi sostenitori raccontando dal palco dell'Ariston alcuni brevi dettagli della sua vita privata: pochi spunti ma sufficienti a rappresentare al pubblico quella falsa normalità di vita acquisita, sarebbe meglio dire acquistata, col suo uomo: «Non pensavo che questo viaggio sarebbe durato così tanto. Oggi mi diverto tantissimo. Non avrei mai pensato di diventare papà e di avere la vita che ho avuto». Poi sir Elton passa a parlare del suo impegno nel campo della beneficenza: «Io ho lavorato in Africa, vicino a persone della Chiesa che aiutano persone malate. Oggi il mondo è un luogo difficile in cui vivere per tante persone. Dobbiamo avere un approccio cristiano per aiutare queste persone. Solo così il mondo sarà un posto migliore». Della serie, non poteva mancare uno sorta di spolverata di cristianesimo, inteso nel senso che più piace al mondo.
Insomma, anche stavolta il festival di Sanremo si è prestato a fare da cassa di risonanza delle lobby omosessualista, in barba a tutto e a tutti.
C'è da sperare che questa smaccata ingerenza nelle questioni politiche e culturali vada a costituire un boomerang per coloro che l'hanno pianificata ed organizzata. Troppo evidente infatti il fine della manifestazione canora: premere sulla politica affinché approvi quanto prima il ddl Cirinnà.
Nota di BastaBugie: Daniele Di Luciano nell'articolo dal titolo "Ramazzotti: Sono contro le adozioni gay e lo dico anche se mi mangeranno vivo" svela la capriola che sono costretti a fare tutti coloro che si sottomettono alla dittatura gay.
Come ha sottolineato un editorialista del Corriere della Sera (Ernesto Galli della Loggia) i cantanti di Sanremo se fossero vissuti ai tempi del nazismo, durante le canzoni del festival avrebbero avuta la fascia con la svastica, in ossequio alla cultura dominante.
Ecco l'articolo completo su Ramazzotti pubblicato su "Losai?" il 12 febbraio 2016:
Eros Ramazzotti si è presentato al Festival di Sanremo con un nastro arcobaleno, per manifestare la sua posizione riguardo al ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, che in questi giorni è all'esame del Senato.
Dopo l'esibizione è stato intervistato da Carlo Conti. Citiamo Il Giornale che ha riportato le sue parole: "I figli fanno famiglia, e la famiglia è fondamentale, qualsiasi essa sia"
"Questa cosa che porto qui è importante", dice mostrando il nastro arcobaleno - lanciatogli dalla moglie Marica Pellegrinelli, in prima fila - che ha lungamente sventolato durante la sua performance, applauditissima dal pubblico tutto in piedi. "Ognuno tira su i propri figli a modo suo: la cosa fondamentale - insiste Eros, che ha da poco avuto il terzo figlio, il primo maschio - è dare loro la giusta educazione, il giusto insegnamento. Bisogna crescerli dritti, altrimenti da grandi non li raddrizzi più".
Ma nel 2009 Eros era stato intervistato da Vanity Fair. Il sito queerblog aveva riportato il pensiero del cantante proprio sulle adozioni omosessuali: "non sono d'accordo con le adozioni per le coppie omosessuali. Lo dico anche se i gay, appena dici qualcosa contro di loro, ti mangiano vivo. Ma non mi sembra una cosa naturale".
Per carità, ognuno è libero di cambiare parere.
Allo stesso modo, stando alle parole di Ramazzotti, si è liberi di sospettare che se avesse espresso lo stesso pensiero del 2009 sul palco di Sanremo qualcuno se lo sarebbe mangiato vivo...
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