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Molte famiglie stanno ricevendo la lettera del ministero della Salute che invita a vaccinare le figlie che hanno appena compiuto 11 anni contro il papilloma virus. Una campagna impegnativa di prevenzione che però non tocca in nessun modo l'educazione all'amore e alla sessualità, la migliore delle prevenzioni ai comportamenti a rischio attraverso i quali é possibile contrarre la malattia. Insomma: è meglio vaccinare, così per 5 anni (dai 12 ai 17!) non ci si pensa più oppure parlare alle nostre ragazze di cosa significa essere donna? Scrive Lucia di Udine: "Questo tumore si trasmette per via sessuale, non sarebbe più intelligente, invece di spendere milioni per un vaccino che copre solo il 70% dei casi, fare una reale campagna di educazione sessuale in cui si insegni ai nostri figli il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri? Questo vaccino è per le 12enni e vale 5 anni: le nostre figlie devono per forza avere rapporti sessuali prima dei 17 anni? Non è meglio insegnare la bellezza dell'aspettarsi e crescere insieme con il proprio partner? Pensateci prima di farle vaccinare!!!!"
Per l'anno 2008 è prevista la possibilità di vaccinare gratuitamente tutte le bambine italiane nel loro undicesimo anno di età contro il PAPILLOMA VIRUS. A dire il vero si tratta di un vaccino che agisce contro 4 ceppi degli oltre 110 esistenti di tale virus, ma sono ceppi che causano lesioni fastidiose (anche se curabilissime) che nel giro di qualche decennio (se non curate) potrebbero causare l'insorgere di neoplasie al collo dell'utero. Per questo motivo, la campagna informativa induce a pensare che questo vaccino preservi le nostre bambine dalla probabilità di ammalarsi di cancro al collo dell'utero. In realtà, volendo informarmi meglio, ho scoperto alcune cose che mi hanno fatto riflettere... e questa riflessione vorrei condividerla con tutte voi madri che insieme ai vostri mariti sarete presto invitate a decidere se vaccinare le vostre figlie o no.
Prima di tutto: COSA è IL PAPILLOMA VIRUS? Si tratta di un virus trasmissibile solo per via genitale, cioè attraverso rapporti sessuali completi e non. Questo spiega la decisione del Ministero della Salute di vaccinare gratuitamente solo le bambine di 11 anni, verosimilmente ancora vergini, altrimenti il vaccino non avrebbe alcuna efficacia. Il vaccino è stato sperimentato su circa 26.000 ragazze tra i 16e i 26 anni, in tutto il mondo. Gli effetti collaterali denunciati fino ad ora si riducono a lievi infiammazioni dolenti sul luogo dell'iniezione, ma visto che la sperimentazione è durata solo 5 anni, e che per ora l'effetto immunizzante del vaccino non è garantito oltre questo lasso di tempo, è verosimile credere che vaccinando un numero maggiore di persone, possano verificarsi anche effetti collaterali più rari e per ora non prevedibili. In effetti, anche avendo fatto il vaccino, l'unico modo per accertare l'esistenza di lesioni pre cancerose e non, rimarrà quello dello screening (pap test), che rappresenta già oggi un metodo sicuro di prevenzione per quanto riguarda i tumori al collo dell'utero.
Da queste brevi riflessioni, un quesito: perché questo vaccino proposto in massa, in maniera gratuita (quindi allettante), quando gli estremi per un approccio del genere sembrano non esserci? Se la possibilità di infettarsi deriva da un determinato comportamento sessuale, (quindi prevedibile ed evitabile), se la malattia dovuta all'infezione è curabile, e solo in caso di trascuratezza e dopo un lungo periodo (decenni) può degenerare in cancro, perché vaccinare tutte le bambine italiane di 11 anni, tanto più che non si conoscono ancora bene i probabili effetti collaterali vista la breve e circoscritta sperimentazione?
Vi invito a approfondire la questione: è importante informarsi su ciò che riguarda la salute dei nostri figli...
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