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GB, SENTENZA-CHOC
L'ecoterrorismo non e' reato
di Cara Ronza
 

La legge non è uguale per tutti. Soprattutto se si è attivisti di Greenpeace e si hanno difensori influenti come James Hansen. Il direttore del Centro di studi spaziali Goddard della Nasa, teorico delle sciagure da riscaldamento globale e consigliere di Al Gore, non ha esitato a volare da Washington DC a Maidstone, nel Kent, per sostenere la causa di Emily Hall, Huw Williams, Ben Stewart, Kevin Drake, Will Rose e Tim Hewke, che un anno fa in ottobre, animati da buone intenzioni, hanno scalato e dipinto la ciminiera di una centrale elettrica a carbone di Kingsnorth, procurando alla società che la possiede danni per 35mila sterline (circa 44mila euro).
La notizia che la E.os, multinazionale energetica con base a Dusseldorf, stesse per costruire un'altra centrale a carbone, ancorché di nuova generazione, nella vicina penisola di Hoo, convinse allora i sei militanti ecologisti a manifestare il proprio dissenso al Primo ministro britannico Gordon Brown andando a scrivere per il lungo sulla ciminiera di Kingsnorth "Gordon bin it", cioè "Gordon cestinalo" (il progetto della nuova centrale).
Fermati dalla polizia, i contestatori non riuscirono a portare a termire l'impresa e sulla ciminiera restò impresso soltanto un minaccioso "Gordon". Trascorsi 11 mesi dalla loro impresa mediatica, sostenuti dalla rete ecologista globale, i sei di Greenpeace si sono presentati all'inizio di settembre davanti al tribunale di Maidstone. Tra i difensori influenti che hanno deposto a loro favore, oltre a James Hansen, anche Zac Goldsmith, conservatore trendy e direttore della rivista The Ecologist.
Il processo è durato otto giorni, è stato minuziosamente seguito dalla stampa e si è concluso l'11 settembre con una piena assoluzione. Un verdetto pesante per la giurisprudenza inglese, soprattutto per la sua motivazione, che prefigura scenari inquietanti: i sei di Kingsnorth sono stati assolti perché "la difesa del clima non costituisce reato" e, soprattutto, perché in certi casi può perfino legittimare atti illegali. La sentenza si rifà pericolosamente al Criminal Damage Act del 1971, che giustifica i danni causati ad una proprietà, se questi evitano danni ancora maggiori.
Da oggi vandalizzare gli edifici e chissà quanti altri crimini, se perpetrati in nome dell'ambiente, diventano leciti esattamente come abbattere la porta di una casa in fiamme per spegnere l’incendio che la divorerebbe. Le conseguenze del verdetto di Maidstone, però, non sono solo prevedibili nel futuro. Già adesso, come avverte l'editorialista americano Iain Murray, l'industria energetica inglese e il governo di Sua Maestà che intendeva sostenerla trovano davanti a sè un ostacolo difficile da superare.

 
Fonte: Fonte non disponibile, 22-9-2008