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STATO ITALIANO: I NOSTRI FIGLI A LEZIONE DI ABORTO, SESSO ORALE, PRESERVATIVO (CON I NOSTRI SOLDI)
Lo Stato insegna “a farlo” ai nostri figli
da Tempi
 

Ragazzini e ragazzine di 13-14 anni affidati a funzionari che li istruiscono all’aborto, al sesso orale, all’uso del preservativo eccetera. Siamo in un sexy-shop? No, siamo in una qualsiasi scuola media statale italiana. Tale “servizio educativo” costa allo Stato 20 euro l’ora. Insomma, lo paga il contribuente. Come sapete, cari lettori, anche questo è un portato della cosiddetta “cultura liberal”. Insieme a quelle storiacce di malagiustizia che ben si comprendono in un paese dove molestare i bambini con violenti programmi scolastici e televisivi non è reato. Ma se solo c’è un piccolo sospetto o un sentito dire che riguardi la famiglia, come all’epoca di tutti i più biechi totalitarismi: raus, via i bambini dalle famiglie e lo Stato faccia le veci di mamma e papà. In Italia, poi, con tutto il piagnisteo “de sinistra” che abbiamo avuto fino allo scorso 15 aprile, non poteva mancare l’introduzione nella scuola statale della cosiddetta “educazione all’affettività”. Già, un bambino che non conosca tutti i generi di accoppiamento e di “diversità” sessuali che razza di “buon cittadino” è? Prima c’è “l’informazione”. Poi, se c’è tempo, in “area valoriale” magari ci si domanda se c’è differenza tra biologia e amore. Aveva ragione il filosofo inglese Roger Scruton quando, in sede di bilancio dell’introduzione nelle scuole inglesi dell’educazione sessuale, scriveva: «I genitori hanno accettato l’educazione sessuale pensando che i bambini devono imparare a distinguere il vizio dalla virtù e il desiderio dall’amore, e che per questo è necessaria una certa quantità di conoscenze di carattere biologico. Ma probabilmente non l’avrebbero pensata nello stesso modo se avessero saputo che, nel giro di pochi anni dopo la sua istituzione, l’educazione sessuale sarebbe stata usata per promuovere il vergognoso culto del sesso in età minorenne».

 
Fonte: Tempi, 8 maggio 2008