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Il noto neo convertito dall'anglicanesimo, ex primo ministro inglese e indicato come futuro Presidente dell'Unione Europea, ha tenuto una conferenza a Westminster dal titolo "Fede e globalizzazione" davanti ad un numeroso e qualificato uditorio. Presente anche il card. Cormac Murphy O' Connor, che è l'organizzatore di un ciclo di conferenze sulla religione. E quella di Blair è stata l'ouverture...
L'ex primo ministro britannico Tony Blair in una conferenza intitolata «Fede e globalizzazione», tenuta giovedì (3 aprile) nella cattedrale di Westminster davanti a circa 1.600 persone, ha sottolineato l'importanza delle religioni in un mondo globalizzato. La religione, ha detto, potrebbe risvegliare la coscienza del mondo e "aiutare a raggiungere gli Obiettivi del Millennio dell'ONU contro la povertà e la fame".
Blair ha messo in guardia sui pericoli del laicismo, mentre ha auspicato un maggior protagonismo delle religioni. "Se vogliamo che la religione diventi una forza per il bene non basta riscattarla dall'estremismo (la fede intesa come esclusione). E' anche necessario salvarla dalla indifferenza di chi vede la religione come una parte interessante della nostra storia, ma non del futuro".
L'intervento di Blair - il primo sulla religione da quando si è convertito al cattolicesimo lo scorso dicembre - fa parte di una serie di conferenze organizzate dal cardinale Cormac Murphy O' Connor. L'iniziativa prevede che all'ex premier seguiranno altri leader della Gran Bretagna di oggi come Mark Thompson, direttore generale della Bbc, il primate anglicano Rowan Williams, il rabbino Julia Neuberger, l'ex leader conservatore William Hague. O'Connor, primate di Inghilterra e Galles e leader di 5 milioni di cattolici, annunciando il programma del ciclo di conferenze ha dichiarato: "È importante che la Chiesa cattolica si confronti con la società in un modo positivo e creativo e garantisca uno spazio pubblico per discutere di religione".
Nella sua conferenza Blair ha riconosciuto che le convinzioni religiose non sono estranee alla politica: "Se sei una persona per cui la fede è un aspetto centrale della vita, non si capisce perchè non debba influenzare la politica".
Blair ha segnalato varie ragioni per cui i politici mettono da parte la fede. "Ti possono considerare un tipo strano". Inoltre, c'è chi pensa che "i credenti vogliono imporre agli altri le loro convinzioni religiose o che si credono migliori di loro". Ancora, esiste il rischio di essere visto come un esaltato che "vuole dare alle sue decisioni politiche una cornice di legittimità divina".
"Una delle domande più strane, che mi fanno nelle interviste - ha dichiarato Tony Blair -, è questa: 'La fede è importante per la sua politica?'. È come chiedere a qualcuno se la sua salute è importante - ha proseguito l'oratore -. Se credi, la fede è al centro della vita ed è inevitabile che influenzi le tue politiche".
"E mentre non dovremmo imporre le nostre convinzioni ad altri, non dovremmo nemmeno vergognarci di affermarle o esserne orgogliosi. Per noi la fede non è un resto storico ma una guida per l'umanità nel suo viaggio verso il futuro. Un mondo senza fede non è quello in cui vogliamo abitare o regalare ai nostri figli".
Tony Blair ha approfittato dell'occasione per far conoscere la Fondazione Tony Blair per la Fede (Tony Blair Faith Foundation), che sarà operativa nei prossimi mesi. Si tratta di una fondazione per il dialogo tra sei fedi, ovvero - oltre le tre abramitiche: cristianesimo, ebraismo, islamismo - anche induismo, buddismo e sikhismo. E' un'iniziativa che ha l'intento di presentare la religione come qualcosa di "dinamico, moderno e colmo di rilevanza attuale".
Le affermazioni di Blair potrebbero anche andare bene se non fosse che è lo stesso Tony Blair che ha iniziato la guerra in Iraq, andando contro l'accorato consiglio del Servo di Dio Giovanni Paolo II.
Andrebbero bene se non fosse che è lo stesso Blair che in questi giorni ha raccolto fondi per Stonewall, la più grande e conosciuta organizzazione di attivisti gay d'Inghilterra. Nell'occasione Blair si è detto pure orgoglioso e contento di aver promosso i matrimoni omosessuali.
Non si deve anche dimenticare che durante il suo governo, Tony Blair, è stato uno dei più grandi architetti mondiali della cultura della morte, promuovendo l'aborto, gli esperimenti sugli embrioni umani, la clonazione e l'eutanasia.
Non si deve anche dimenticare che Blair ha votato ogni provvedimento anti-vita e anti-famiglia sottoposto al Parlamento. Prima di divenire primo ministro ha votato tre volte a favore dell'aborto libero fino alla nascita e come primo ministro ha promosso l'aborto "segreto" per le adolescenti, senza il consenso dei genitori. Ha incoraggiato l'utilizzo della pillola abortiva chiamata "del giorno dopo". Ha sponsorizzato la ricerca distruttiva sugli embrioni. Il suo governo ha dato appoggio in Cina alla politica del controllo delle nascite, chiamata "del figlio unico".
Non si deve anche dimenticare che Blair ha personalmente promosso iniziative legislative che hanno colpito direttamente la Chiesa Cattolica. Infatti, è stata approvata una legge che ha obbligato anche le agenzie per le adozioni gestite dalla Chiesa Cattolica a dare in adozione bambini a coppie omosessuali. Blair ha ignorato l'avviso dei Vescovi che queste agenzie avrebbero chiuso se la legge fosse passata, perchè sarebbe stato andare contro quello che la Chiesa insegna da sempre. Chi non voleva che la Chiesa mantenesse la libertà di coscienza sulle adozioni? Stonewall, l'organizzazione di attivisti gay, per cui Blair si è tanto adoperato.
Non si deve anche dimenticare che Blair è stato uno dei più potenti sostenitori e collaboratori dei movimenti politici omosessuali nella loro opera di demolizione delle tradizionali protezioni e difese legali per il matrimonio naturale tra uomo e donna.
John Smeaton, Direttore della Società per la Protezione dei Bambini non nati (Society for the Protection of Unborn Children, SPUC), nel febbraio 2007 ha affermato: "Effettivamente non c'è settore etico pro-vita e pro-famiglia che il governo Blair non abbia reso peggiore".
Comprensibile perciò che le affermazioni piene di rispetto di Blair su fede e religione siano risuonate come false o perlomeno sospette alle orecchie di non pochi cristiani e dei pro-vita, che durante il suo governo hanno dovuto combattere tenacemente contro il massiccio attacco delle politiche governative anti-vita, anti-famiglia e anti-cristiane. Un attacco che continua ancor oggi con il suo successore Gordon Brown.
E ciò che è strano, è che non risulta affatto che Tony Blair, entrando nella Chiesa Cattolica, si sia pentito pubblicamente di questo suo passato di promotore di morte e di immoralità.
Eppure il cardinale Cormac Murphy O' Connor, il 21 dicembre 2007, giorno dell'ingresso dell'ex primo ministro nella Chiesa Cattolica, si è dichiarato molto contento di questa "conversione", non esigendo da Blair un atto pubblico di pentimento per i suoi molteplici e gravi atti pubblici contro l'insegnamento morale della dottrina cattolica.
È inoltre impressionante leggere in Italia il testo degli interventi di Tony Blair apparsi in questi giorni su Avvenire e su La Repubblica, in cui pur parlando di religione, di fede, di Dio, rigorosamente mai vengono usate le parole: Gesù, Gesù Cristo, Cristo Gesù, Cristo, Trinità, cristianesimo etc.
Certo che non c'è proprio male per un infervorato neo convertito!
Sarà forse il caso di dire "Vladimir Solovëv docet"?
Vladimir S. Solovëv nel 1900, in polemica con Nietzsche e con la religione dell'umanità tolstoiana, conclude I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo. La venuta dell'Anticristo è descritta non come rifiuto di Gesù Cristo, ma come sua assimilazione. Scrive: «Il nome di Cristo sarà sfruttato da tutte le potenze umane, che nelle azioni e nello spirito sono estranee e direttamente ostili a Cristo e al suo Spirito». Racconta poi una possente parabola sul futuro. Il Presidente degli Stati Uniti d'Europa è ricco di virtù, eloquente, spiritualista: «Un filantropo, compassionevole e amico non solo degli uomini ma dei viventi». Nel primo anno di governo istituisce la pace mondiale. Nel secondo anno sconfigge la miseria e la fame instaurando «l'uguaglianza della sazietà universale». Nel terzo anno invita un taumaturgo a deliziare la popolazione mondiale con prodigi e meraviglie. Ma quando gli viene chiesto di confessare l'unica signoria di Gesù, perde la sua imperturbabile calma e rabbiosamente rivela la sua natura di Anticristo, gridando istericamente: "Non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto! E' marcito, è marcito nel sepolcro!" e scatena così la persecuzione contro il "piccolo resto" dei cristiani...
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