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NO ALLA LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO
Ecco perché il progetto di legge sulle DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) rischia di introdurre l'eutanasia senza che ce ne accorgiamo
da Comitato Verità e Vita
 

Il Comitato Verità e Vita – riunito nella sua VII Assemblea annuale a Bologna (nota di BB: era presente anche una piccola delegazione di BastaBugie) - ribadisce le ragioni di una decisa opposizione al progetto di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Non si tratta soltanto di ragioni "etiche": è una battaglia per la difesa del diritto alla vita, il diritto fondamentale che deve essere garantito ai più deboli e sofferenti. L'esperienza già vissuta in altri paesi dimostra che il testamento biologico, in qualunque forma o con qualunque nome, è il primo passaggio per giungere all'eutanasia su persone non consenzienti, ritenute non degne di vivere. Lucetta Scaraffia, nell'Introduzione al Primo quaderno di Scienza e Vita "Né accanimento né eutanasia", definiva l'introduzione del testamento biologico "forma leggera della legalizzazione dell'eutanasia".
Verità e Vita ritiene che occorrano parole chiare su questo progetto di legge.
È falso che questa legge sia necessaria per evitare altri casi Englaro. Al contrario, essa è lo sviluppo logico di quelle sciagurate decisioni e dell'uccisione di quella donna disabile. Per salvare la vita di Eluana era sufficiente il decreto legge non emanato e, per evitare altri casi simili, è necessaria una legge che stabilisca il divieto di sospensione nei confronti degli incapaci di ogni forma di sostegno vitale, nonché di cure e terapie ordinarie, come ad esempio idratazione, alimentazione e ventilazione.
Le solenni proclamazioni sulla inviolabilità e indisponibilità della vita, contenute nella legge sulle Dat, purtroppo, non avranno efficacia pratica. Così come la dichiarata tutela della vita delle leggi sull'aborto e sulla fecondazione extracorporea è poi contraddetta dalle norme stesse.
Il progetto di legge svuota dall'interno le leggi penali che vietano l'omicidio, l'omicidio del consenziente e l'istigazione al suicidio, che da sempre difendono il diritto alla vita: permette a rappresentanti legali di minori, incapaci o soggetti in stato di incoscienza di impedire terapie, se ritenute inutili o superflue; induce persone giovani e in buona salute a rifiutare, senza alcuna consapevolezza, con una firma in calce a un modulo, cure e terapie che potrebbero essere necessarie in un futuro lontano e incerto; spinge gli anziani e i malati a firmare la dichiarazione per non sentirsi un peso sugli altri; tiene distanti e lega le mani ai medici coscienziosi, imponendo il preventivo consenso scritto per ogni trattamento sanitario e vietando cure "sproporzionate" per una indeterminata categoria di soggetti "in fine vita", con il divieto di accanimento terapeutico trasformato in uno strumento di contenimento dei costi sanitari.
Se sarà approvata, anche questa "legge ingiusta", oltre a consentire l'uccisione di tante persone in condizione di debolezza, agirà nella coscienza sociale portando ad accettare soluzioni che dovrebbero essere aborrite; ancora più grave sarà l'effetto sui cattolici, costretti di nuovo a cercare le "parti buone" della legge e indotti a ritenere che le Dichiarazioni anticipate siano un bene, in quanto contenute in una legge sostenuta da una certa parte dello stesso mondo cattolico.
L'obbligo della difesa di ogni vita innocente impone il rifiuto integrale di questa legge.

 
Fonte: Comitato Verità e Vita, 24 gennaio 2011