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Tantissima gente, donne e uomini, è scesa domenica in piazza, a manifestare contro la violazione della dignità delle donne. Come cattolico, non posso che condividere. E' ora di dire basta a quest'immagine della femmina come un oggetto di piacere. Donne nude sulle copertine dei settimanali, veline, letterine, meteorine, e chi più ne ha più ne metta, a cui viene chiesto solo di mostrare le cosce, il sedere ed il seno, pensando evidentemente non possano fare altro. Da decenni! La televisione è piena ogni giorno di questi spettacoli. Di donne che devono ammiccare, sorridere, esporre la "merce", e null'altro. Persino per venderti una macchina, un biscotto, o qualsiasi cosa, una donnina mezza svestita, a latere, torna comoda. E' soprattutto per questo che non possiedo neppure una televisione. Manifesto così ogni giorno, a modo mio, contro la violazione della dignità femminile. Contro il pansessualismo imperante. D'accordo dunque con lo scopo dichiarato, della manifestazione. Ma contrarissimo, direi disgustato, per la manifestazione stessa. Perché? "Se non ora, quando?", si sono chiesti gli organizzatori. Io invece mi chiedo: perché non ieri, né l'altro ieri, né mai, ma solo "ora"? Vuoi vedere che "ora" sì e ieri no, perché "ora" c'è un fine molto concreto, direi immediato, da raggiungere? Vuoi vedere che c'entra ancora una volta la politica ipocrita? Cosa è successo di nuovo, "ora"? Berlusconi ha dimostrato una pessima concezione della bellezza femminile? E' questo che ha svegliato un milione di persone? Non si erano accorti di nulla, prima? L'Italia è un paese in cui la dignità delle donne è minacciata da un unico, malvagio, satanico, personaggio? La moralizzazione della società passa dall'additare un Unico, Grande, Immenso, Mitizzato Nemico da crocifiggere? Veramente il problema è tutto qui? Veramente i manifestanti portavano nel cuore anzitutto il pudore, la purezza, la famiglia ecc.? Sarebbe bello davvero. No, troppe cose, nella manifestazione di domenica, non tornano. Certamente ci sarà chi ha manifestato con un solo nobile scopo, quello dichiarato ufficialmente. Ma in troppi hanno colto la palla al balzo, per "buttarla in politica"; per aizzare l'odio fazioso; per raggiungere, con la piazza, il potere che non riescono ad ottenere tramite libere e democratiche elezioni. Perché solo "ora", dunque? Perché non all'epoca di Cicciolina, la pornostar portata in Parlamento col plauso di Emma Bonino, attuale vice presidente del senato in quota PD? In Parlamento, si badi, non nonostante il suo mestiere, ma proprio in nome di esso. Perché non quando fu fondato il "partito dell'amore" con la pornostar Moana Pozzi? Perché non per contrastare le campagne mediatiche sozze del radicale Toscani o di tanti altri? Perché non al tempo, molto recente, di Marrazzo, presidente Pd del Lazio, due mogli, transessuali e cocaina con l'auto blu? O dopo l'affare Delbono, o dopo l'elezione di Vladimir Luxuria, icona della sinistra libertaria? Perché non all'epoca delle escort dell'assessore pugliese, membro della giunta del sessualmente "liberissimo" Vendola? E soprattutto: perché tra i manifestanti, spesso alla loro testa, certe persone? Magari le stesse che sfilano ogni anno ai gay pride, tra persone mezze nude, frustini sadomaso, donne e uomini in tanga o in atteggiamenti apertamente immorali? La sinistra, i giornali, i politici, hanno soffiato, diffuso, sponsorizzato la manifestazione di domenica, come abili pifferai. Ma è proprio la loro presenza, il loro entusiasmo, a svelare l'inganno. Con che diritto sfilano per la dignità delle donna molti degli stessi e delle stesse che hanno sempre urlato che "il corpo è mio e lo gestisco io"? Che la famiglia è "una camera a gas"? Che il divorzio e l'aborto sono "diritti" e "conquiste civili"? Che la verità, anche quella morale, non esiste? Con che diritto sfilavano con la sciarpa bianca quelle femministe che solo pochi anni fa scrivevano che "verginità, fedeltà, castità, non sono virtù, ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia… siamo contro la famiglia" (Carla Lanzi, "Rivolta femminile", 1970)? Una classe politica di sinistra cresciuta nel mito sessantottardo del "libero amore", del "vietato vietare", della pornografia libera; che ha sponsorizzato lo spinello libero, l'aborto libero, una educazione sessuale nelle scuole che riduce l'amore al sesso e a tecniche contraccettive; che vuole il matrimonio tra gay e propone che un figlio possa tranquillamente crescere senza una madre; che ha fatto di tutto per imporre i Dico, cioè il "matrimonio" che si fa e che si disfa in un giorno. Una classe politica di sinistra che si batte per il divorzio sempre più breve, nonostante i divorzi siano quadruplicati in 30 anni; che difende la fecondazione eterologa, cioè con seme altrui; che non ostacola ma talora sponsorizza la clonazione umana; che utilizza come icone, nella campagna contro la legge 40, la Bellucci e la Parietti; che quando il papa parla contro il relativismo urla alla ingerenza e dichiara che "nessuno ha il diritto di frugare sotto le lenzuola"… Può veramente fingere, questa gente, di essere diventata, all'improvviso, bacchettona e moralista?
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