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Cari signori di BastaBugie,
sono offesa dall'articolo da Voi proposto sul tema dei diritti degli animali, in cui paragonate, di fatto, Hitler ed i nazisti a chi difende i diritti degli animali.
Mi dispiace questa caduta di stile da parte Vostra, a fronte del fatto che spesso ho attinto informazioni dal Vostro sito.
Sono profondamente protezionista e difendo i diritti degli animali. Analogamente a questa posizione, sono sempre stata dalla parte dei deboli, di coloro cioè che non possono difendersi, bambini, vecchi e ammalati. Al contrario, sono stata spesso testimone di persone cattolicissime e cristianissime che disprezzavano le persone amanti degli animali, adducendo ragioni di tutela degli uomini, anziché degli animali, e poi le stesse dimostravano di essere le più grette e meno sensibili nei confronti delle persone.
Trovo quindi assolutamente fuori luogo il paragone che avvicina Hitler agli animalisti, anzi mi fa anche un po' schifo, tanto che non credo che attingerò più dai Vostri articoli.
Giulia
Cara Giulia,
rispondo volentieri alla sua mail nella quale contesta vivacemente l'articolo da noi pubblicato sul n. 209 di BastaBugie dal titolo "Animalismo trionfante: secondo il tribunale di Milano i diritti dei gatti sono superiori a quelli degli uomini".
La sua mail non tocca minimamente nessun argomento trattato nell'articolo in questione e quindi pare opportuno tenere fuori dalla polemica chi ha scritto quell'articolo.
Per quanto riguarda invece il sottotitolo, la sua affermazione "Trovo... assolutamente fuori luogo il paragone... che avvicina Hitler agli animalisti, anzi mi fa anche un po' schifo" ci lascia francamente perplessi: Hitler era davvero un animalista e a prova di ciò basti citare la legge a cui appropriatamente si fa riferimento nel sottotitolo. Può piacere o non piacere, ma, ripetiamo, Hitler era un animalista e una delle prime leggi approvate da Hitler proibiva la vivisezione sugli animali. Questo è un fatto e contro un fatto non si può discutere (a meno che non si provi che non è vero, ma lei questo non può farlo; può piacerle o no, ma questo è un fatto incontestabile).
Far derivare da questo fatto incontestabile (e incontestato) la conseguenza che "non credo che attingerò più dai Vostri articoli" ci sembra francamente eccessivo.
In ogni caso confermo che, a parer mio, l'ideologia animalista sta permeando sempre più la società e ciò è dovuto anche alla massiccia campagna per i presunti diritti degli animali sui mezzi di comunicazione di massa. Ad esempio è frequente trovare nei tg un servizio che parli di cura degli animali o di ingiusti maltrattamenti. E' talmente assillante che ormai pare quasi introdotto un nuovo genere di peccato: l'abbandono degli animali. Vorrei ricordare che abbandonare un animale, invece, non è un peccato. Può essere una cosa non bella, ma non è un peccato. Semmai abbandonare un anziano è un peccato, però di questo raramente parlano i tg, per cui, sono certo, alla frase "abbandonare un animale non è un peccato" si troverebbero molte persone indignate. Eppure basterebbe ricordar loro che decidere cosa è peccato non è compito della televisione, ma di Dio.
Sempre nei succitati servizi televisivi capita spesso che per descrivere i maltrattamenti sugli animali si arrivi a dire "animali trattati in modo disumano". Ora mi pare evidente che l'espressione riveli che esiste una gerarchia nella natura umana che prevede che l'uomo sia superiore agli animali. E ciò è confermato dall'altra espressione usata quando invece sono maltrattati degli uomini, si dice infatti "uomini trattati come bestie".
Infine, per quanto riguarda i suoi riferimenti a persone "cattolicissime e cristianissime" che lei critica come "grette e meno sensibili nei confronti delle persone" le riporto qui sotto le citazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica con cui lei, con più verità, potrà valutare la cattolicità delle persone che incontra (e, se vuole, anche la sua aderenza a quanto insegna la Chiesa); ecco dunque le citazioni tratte dal Catechismo:
2416 Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d'Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.
2417 Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.
2418 È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. È pure indegno dell'uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini. Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell'affetto che è dovuto soltanto alle persone.
Francamente, come sempre, la posizione della Chiesa mi pare equilibrata e secondo verità. E profondamente contraria alle ideologie del mondo che si rivelano, al contrario, fortemente disumane.
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