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Biancaneve e Cenerentola, adios. Ci sono alcune favole che al ministro spagnolo dell’Uguaglianza, signora Bibiana Aido, non piacciono proprio: sarebbero troppo “sessiste”, piene di stereotipi maschilisti. Roba vecchia, insomma, da mandare in soffitta: il ministero vorrebbe vietarle nelle biblioteche scolastiche.
Il dicastero guidato dalla Aido – insieme al sindacato Ugt e all’Istituto della Donna – ha pubblicato un manuale intitolato «Educando all’uguaglianza»: una guida rivolta a professori e alunni, per promuovere la parità dei sessi e prevenire la violenza domestica. L’obiettivo del libro è nobile, ma il raggio d’azione sembra un po’ troppo esteso: non risparmia neppure i racconti rivolti ai più piccoli.
La guida attacca apertamente alcune delle storie più amate e più lette dai bambini e dalle bambine di mezzo mondo (anche in Spagna): «Quasi tutte queste storie collocano le donne e le bambine in una situazione passiva, in cui il protagonista, di solito maschile, deve realizzare diverse attività per salvarle» sostiene Luz Martínez Ten, segretaria delle politiche sociali del sindacato Fete-Ugt.
Basta con i principi azzurri, le povere ragazze indifese, le dolci principesse che filano al telaio o puliscono la casa dei sette nani: questi personaggi – secondo il ministero dell’Uguaglianza – non sono educativi.
Ma il problema non sono solo le favole «politicamente scorrette». Il testo assicura che «non esistono giochi o attività per bambine o bambini»: ognuno può giocare come vuole, indipendentemente dal sesso. Una realtà che potrebbe sembrare scontata: nessun genitore può mettere in dubbio la libertà con cui i bambini si scatenano nel gioco, grazie alla fantasia. Ma il ministero dell’Uguaglianza del governo di Josè Luis Rodriguez Zapatero interviene anche su questo tema. Per qualcuno, dietro, c’è l’ideologia promossa dall’esecutivo socialista: un vetero-femminismo rispolverato e promosso come una grande novità progressista. In realtà di nuovo non c’è molto. Le stesse idee, nel 2007, spinsero il governo regionale della Catalogna (guidato dalla sinistra) a diffondere una campagna prenatalizia per spiegare all’opinione pubblica “l’asessualità” dei giocattoli. Bambole per i bambini e automobiline per le ragazzine, suggeriva il governo catalano per Natale. C’è un ultimo aspetto che preoccupa il ministero di Bibiana Aido. Alla domanda «Cosa farai da grande?», bambini e bambine fra i 6 e i 7 anni non rispondono nella stessa maniera. I maschi vorrebbero diventare «presidenti del governo, astronauti, inventori, o presidenti di una squadra di calcio», mentre le bambine parlano di matrimonio e figli. Una diversità che non convince: anche i sogni dei più piccoli (spontanei, non imposti) possono essere considerati politicamente scorretti in Spagna. La guida della Aido ha generato opinioni contrastanti. C’è chi condivide il rifiuto di Biancaneve e della Bella addormentata. Ma il presidente del Foro della Famiglia, Benigno Blanco, ironizza: «La censura della Aido si limiterà ai racconti infantili» oppure «si estenderà alla tragedia greca o al Don Chisciotte, perché Euripide e Cervantes non condividevano la sua ideologia?». Blanco lamenta «la pretesa della Aido di portare nelle scuole la sua visione della sessualità e del femminismo».
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