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Il "ddl stabilità", approvato in via definitiva sabato scorso dalla Camera dei Deputati, è stato presentato come lo spartiacque ineludibile per iniziare a rispondere alle richieste dei burocrati europei rispetto alla situazione economica del Paese. Nel frattempo, anche in questi frangenti, vengono prese misure singolari, che rispondono a logiche incomprensibili. Ci riferiamo a due provvidenze contenute proprio nel "ddl stabilità".
La prima riguarda la somma di centocinquanta milioni di euro, negli anni 2012 e 2013, ''destinati, in base alla legge Mancia, al finanziamento di interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territorio e alla promozione di attività sportive e culturali e sociali'' previste dalla finanziaria del 2010. Nonostante la pomposità della definizione, si tratta di somme di danaro che deputati e senatori delle commissioni Bilancio, in base alla prassi e alle esigenze del loro collegio elettorale, destineranno agli scopi sopra richiamati, che saranno poi assegnate dal Ministero dell'Economia.
E' stata poi prevista una seconda provvidenza, questa volta a favore di Radio Radicale. Nei mesi scorsi si sono mobilitati 547 parlamentari di tutti di partiti - la maggioranza assoluta di entrambe le Camere, 341 Deputati, (54,1% alla Camera dei Deputati) e 206 Senatori (64,2% al Senato), corrispondenti al 57,5% dei 951 eletti in carica - che con la sottoscrizione di un testo politico sono stati concordi nel ritenere "che la convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e la Centro di Produzione S.p.a., stipulata ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 11luglio 1998, n. 224 ha permesso, in tutti questi anni, la trasmissione attraverso le frequenze di radio Radicale, delle sedute del Parlamento, svolgendo in questo modo un vero e proprio ruolo di servizio pubblico; che tale convenzione, negli anni, è stata più volte prorogata al fine di poter continuare a usufruire di questo servizio; che non sono previsti, all'interno della manovra al nostro esame, stanziamenti volti a prorogare la convenzione, mettendo così a rischio la continuazione delle trasmissioni dei lavori parlamentari; impegna il Governo a provvedere, entro la fine del 2011, alla proroga della convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e la Centro di produzione S.p.a., per gli anni 2012, 2013, 2014 stipulata ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge11 luglio 1998, n. 224, individuando, allo scopo, le risorse necessarie quantificate in 10,2 milioni di euro per ciascuno degli anni".
Forti di questo straripante consenso, i radicali hanno presentato un emendamento in Commissione Senato al "ddl stabilità", che chiedeva il rinnovo della convenzione per i prossimi tre anni. La convenzione del 1998, rinnovata nel 2001, 2004 - Governo Berlusconi - 2006 - Governo Prodi - 2009 Governo Berlusconi - ogni volta all'interno delle norme della legge finanziaria. L'ultimo importo prevedeva 9,9 milioni di euro l'anno per tre anni, fino al 31 dicembre 2011.
I radicali hanno ottenuto tre milioni di euro per il 2012. Per Massimo Garavaglia, leghista, vice-presidente della Commissione Bilancio del Senato, relatore in Commissione, "Radio radicale è in sala di rianimazione. Siamo riusciti a mettere nella legge di stabilità 3 milioni nel 2012. Quindi per qualche mese potrà continuare a fare un servizio importante. Poi ci sarà un governo nuovo e si vedrà".
Si può essere certi, quindi, che a breve sarà scatenata una nuova campagna per il rinnovo totale di questa convenzione e i radicali dimostreranno, ancora una volta, la loro capacità di raccogliere consensi unanimi, qualitativamente e quantitativamente senza precedenti, come si evince scorrendo i nomi dei 547 parlamentari pubblicati sul sito di Radio radicale.
Questa vicenda, che abbiamo documentato su questo giornale in questi mesi, ha un risvolto che continuiamo a non comprendere, anche perché non abbiamo ricevuto risposte da coloro ai quali ci siamo rivolti. Chi sono costoro? Sono i tanti parlamentari cattolici o dichiaratamente per la vita che, firmando il testo a favore di Radio Radicale, hanno concorso di fatto al raggiungimento di quest'obiettivo, seppur parziale. Ricordiamo qualche nome, tra i più significativi: Mario Baccini, Laura Bianconi, Luigi Bobba, Pierluigi Castagnetti, Renato Farina, Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Maria Pia Garavaglia, Savino Pezzotta, Eugenia Roccella.
Noi continuiamo a non capire perché parlamentari che dichiarano di battersi per la vita e per la famiglia, sostengano, con la loro iniziativa, lo strumento principale d'informazione di una parte politica che ha costituito i suoi successi contro il Magistero della Chiesa Cattolica. Loro hanno il dovere di spiegarlo, innanzitutto a se stessi, noi il diritto di continuare a chiederlo.
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