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Cattolico, ex senatore della Pennsylvania, sette figli, è conosciuto per le sue battaglie contro l'aborto e per la difesa di Terry Schiavo. Vuole detassare la famiglia, le imprese e riformare ancora la sanità. Ha conosciuto madre Teresa di Calcutta, che ha scritto la prefazione al libro della moglie Karen, e di lui Bono Vox ha detto: «Ha il vizio di dire sempre le cose impopolari»
Mai il risultato della prima consultazione per decidere il candidato repubblicano che sfiderà Barack Obama a novembre era rimasto così incerto fino all'ultima scheda: con oltre il 99 per cento dei suffragi, l'italo-americano Santorum era avanti di appena quattro voti (29.968 contro 29.964) al candidato di punta Romney, che a spoglio concluso lo ha preceduto di sole otto preferenze. Una scalata a sorpresa condotta negli ultimi tre giorni, quella del candidato Rick Santorum, rimasto in ombra per tutto il 2011. Ma chi è il candidato che, partito dal fondo senza grossi sostegni, ha raccolto consensi alla vecchia maniera, non mancando un comizio e racimolando voti uno a uno, fino a sfiorare la vetta?
Santorum viene di solito presentato come un fondamentalista, come quello dei valori cattolici contro tutti, anche contro la realtà. In effetti, l'ex senatore della Pennsylvania, oltre ad avere detto pochi giorni fa che «la prima cosa che farò, insieme alle molte altre che ci sono da fare, se venissi eletto, sarà impedire che anche un solo dollaro dei contribuenti venga speso per l'aborto», è anche l'autore della legge che il 7 dicembre 1996 vinse una battaglia storica sul fronte anti-abortista. Con 64 voti a favore e 34 contrari, il Senato statunitense mise al bando "l'aborto a nascita parziale", effettuato negli ultimi mesi di gestazione.
Ricandidatosi nel 2006 Santorum subì poi una dura sconfitta. E a quel punto fu considerato politicamente morto. Ma, come ha raccontato a un'emittente americana nel novembre scorso, «la nascita di mia figlia Isabella Maria (affetta dalla rara sindrome genetica di Turner, ndr) mi ha fatto capire che dovevo fare qualcosa per tutti i bambini come lei, perché abbiano un'assistenza sanitaria adeguata, anche quelli nati in famiglie più povere, che la riforma di Obama non tutela davvero».
Nonostante la decisione di correre per le presidenziali, l'avvocato negli ultimi mesi è sembrato comunque irrecuperabile. In questi giorni di comizi, però, anche quando ai suoi non si presentava nessuno, e pur essendosi dovuto assentare per la malattia della figlia, Santorum non ha rinunciato a parlare della «verità, come faccio sempre anche se è impopolare».
L'ex senatore fu attaccato nel 2006 anche per essersi scagliato contro la Corte suprema che aveva avallato la decisione del marito di Terry Schiavo di sospendere l'alimentazione e l'idratazione alla moglie in stato vegetativo. A far discutere è persino la sua politica fiscale a favore della famiglia e l'ostilità alla sua equiparazione legale con le coppie omosessuali. Sull'immigrazione Santorum ha espresso poi parole contro la clandestinità e «la politica del relativismo che accetta il fondamentalismo islamico senza combatterlo». La crisi per il candidato repubblicano va affrontata «nella sua radice morale e con un welfare leggero, abolendo i troppi regolamenti imposti alle imprese da Obama». Tutte posizioni discutibili, ma mai prive di sostanza, soprattutto se approfondite.
L'ex senatore della Pennsylvania non difende però idee o valori astratti. Bensì una vita che Santorum ha davvero vissuto. Scavando nella sua storia, oltre alla vicenda della figlia Isabella, ci sono altri aneddoti di cui in questi mesi sono emersi solo dei frammenti ma che fanno comprendere molto del personaggio. Figlio di immigrati italiani scappati dal fascismo, ricorda «il nonno che l'America accolse e di cui lui rispettò le leggi. Perciò, non si può accogliere chi non accetta di fare altrettanto». Padre di sette bambini, ha incentrato la sua politica di detassazione tenendo conto di ogni figlio a carico, con misure dettagliate presenti nel suo programma minuzioso. Vuole rivedere del tutto la riforma sanitaria e allargarla alle fasce meno abbienti, perché «so cosa significa provvedere a un malato. Devono poterlo fare tutti».
Forse qualcuno ricorda anche quando l'America intera seguì un'altra delle sue vicende personali. Era il 1995 e Santorum presentava il famoso disegno di legge contro "l'aborto a nascita parziale". I suoi avversari giustificavano quello tardivo puntando su casi estremi di feti malati a rischio. Qualche mese dopo, questa fu la sorte che toccò il figlio Gabriel di cui la moglie Karen era incinta. Da lì iniziarono incessanti richieste di preghiera.
Il piccolo nacque a fine gravidanza, davanti alla commozione di tutta l'America. «E anche se visse solo due ore – scrive la moglie in un libro commuovente, Lettere nell'attesa, pubblicato da Marietti nel 2010 – credo non sia una coincidenza che sia capitato contemporaneamente al dibattito sull'aborto che il papà ha guidato». Proprio nella stessa data di nascita di Gabriel, il 7 dicembre, precisamente a un anno dal lutto, il Senato vietava l'aborto a nascita parziale.
Tra gli amici dei Santorum spiccano infine una grande santa e un mostro sacro della musica. Madre Teresa di Calcutta, che ha omaggiato l'amore dei Santorum per il figlio Gabriel firmando la prefazione del libro scritto dalla moglie, e Bono. Il cantate degli U2, conosciuto durante una campagna contro l'Aids in Africa, disse di lui: «Ha il vizio di dire sempre le cose impopolari, ma in questa battaglia comune è uno dei difensori più esposti».
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