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ARRESTATI ITALIANI CONVERTITI ALL'ISLAM CHE PROGETTAVANO ATTENTATI TERRORISTICI
Ormai dilagante il Jihad anche in Italia con la diffusione di manuali dal titolo ''Come fabbricare una bomba nella cucina di tua madre'' (vedi il film ''Il mercante di pietre'')
di Bice Benvenuti
 

Un manuale dal titolo "Come fabbricare una bomba nella cucina di tua madre", ma anche le tecniche per sfruttare le mappe interattive presenti su internet per organizzare attentati e capire come aggirare le telecamere del traffico. Una vera e propria guida per il Jihad, tradotta e diffusa attraverso il web assieme ad altri documenti provenienti da ambienti vicini ad Al Qaida: è il materiale che ha permesso alla Direzione distrettuale antimafia e alla Digos di Cagliari di far scattare l'operazione «Niriya», culminata dopo due anni d'indagine nell'arresto a Pesaro di Andrea Campione, operaio di 28 anni, di Montelabbate, convertitosi all'Islam, catturato prima della fuga in Marocco.
Dieci le persone indagate dal sostituto procuratore Danilo Tronci: avrebbero attivato su internet, attraverso siti e forum, una vera e propria rete di addestramento, traducendo manuali operativi e diffondendo materiale inneggiante il Jhiad ed il martirio attraverso attentati terroristici. Tra gli indagati anche un quarantenne cagliaritano, docente di latino e greco nei licei del capoluogo sardo, accusato di fare proselitismo e di contatti con presunte cellule terroristiche internazionali.
L'estremista 28enne arrestato a Pesaro era convertito all'Islam assumendo il nome di Abdul Wahid As Siquili. Dalle indagini è emerso che aveva più volte confidato a un ristretto cerchio di internauti di voler partire appena possibile per l'Afghanistan, o verso altri territori di Jihad, per unirsi alle formazioni cobattenti che operano in quelle aree.
Agenti di polizia e specialisti in telecomunicazioni sono entrati in azione anche a Cuneo, Milano, Brescia, Pesaro, Salerno e Palermo, dove sono stati recuperati computer e materiale considerato utile all'inchiesta. Per gli investigatori, la rete che si sviluppava su internet puntava al proselitismo della Jihad islamica, ma soprattutto alla divulgazione di testi operativi di Al Qaida: durante le perquisizioni nelle varie città è stato trovato anche un video di un attentato kamikaze. «Il Jihad non è solo violenza – hanno detto gli investigatori – ma anche il proselitismo e la ricerca di adepti disposti al sacrificio».
Due, secondo gli investigatori, i giovani che avrebbero subito il fascino della dottrina divulgato nei siti, alcuni dei quali oscurati su richiesta della Procura di Cagliari. Tra questi, massima attenzione da parte degli inquirenti è stata posta al portale sunna-minbar.com (e altri siti ad esso collegati) che sarebbe stato ideato dai presunti terroristi Moez Garsallaoui e Malika El Aroud, coniugi tunisino e belga ritenuti ai vertici della nuova Jihad europea: il primo è fuggito nel 2007, mentre la moglie è stata condannata in Belgio a otto anni di reclusione. Il docente cagliaritano, secondo le indiscrezioni trapelate, avrebbe avuto collegamenti anche con ambienti dell'estremismo islamico internazionale. A far decollare l'inchiesta cagliaritana è stata una segnalazione arrivata dalla procura di Torino in merito all'attività svolta su internet dall'insegnante sardo ora indagato per apologia, ai sensi dell'articolo 270 quinques varato nel 2005 proprio per contrastare il terrorismo internazionale in Europa.
Gli investigatori hanno documentato, in particolare, stretti rapporti tra il giovane pesarese e il marocchino Mohamed Jarmoune, il primo a finire in carcere il 15 marzo scorso a Brescia con l'accusa di voler pianificare un attentato contro la sinagoga di Milano.

Nota di BastaBugie: assolutamente da vedere il film "Il mercante di Pietre" del 2006. Viene palesato il fallimento del multiculturalismo (l'ideologia che si illude di far convivere pacificamente non solo popoli diversi, ma anche culture diverse).
Per leggere la scheda del film, vedere il trailer e molto altro clicca qui sotto:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=14

 
Fonte: Avvenire, 24/04/2012