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Gentile redazione di BastaBugie,
vorrei condividere con voi una riflessione in seguito ad scambio di opinioni avuto oggi con altri ragazzi provenienti da realtà ed esperienze e spiritualità diverse dalla mia.
La discussione riguardava la liturgia e i canti della Messa: c'era chi sosteneva che una liturgia e canti più tradizionali intimoriscano i giovani, che invece sarebbero sicuramente più attratti da modi più innovativi e più vicini al mondo giovanile.
Non nego che qualcuno abbia avuto un primo approccio e si sia avvicinato alla Chiesa per queste vie, ma, mi domandavo - se davvero il problema è questo, e cioè che la Chiesa è troppo "antica" - perché mai le chiese non sono così piene di giovani (e meno giovani) nonostante le varie "innovazioni" liturgiche, di canti ecc...?
Non volevo e non voglio imporre la mia opinione a riguardo, perché le esperienze personali di ognuno sono diverse, però mi si permetta di dire che non si può generalizzare in questo modo a proposito di noi giovani e pensare di averci capiti tutti, ritenendoci troppo superficiali e a volte forse un po' "stupidi" da cascare nella "trappola" di chi vorrebbe farci avvicinare in chiesa con metodi alle volte infantili, come canti e balletti che parlano di Gesù in stile dance, pop ecc... Il problema non è il genere musicale dei canti, gli strumenti musicali più o meno alternativi. Di musica pop, spagnoleggiante, rock e di tutti i tipi, ne troviamo quanta ne vogliamo in giro, e di migliore, che ci piace ascoltare. Ammiro la buona volontà di chi in buona fede cerca di evangelizzare e far avvicinare i giovani con questi metodi, e so che a volte ci riesce anche, però non si può generalizzare, non tutti i giovani ne sono attratti; anzi c'è chi approcciandosi a questo genere di spiritualità ne rimane spaesato, non trova le risposte a quello che in fondo cercava e anziché sentirsi accolto, "a casa", non si trova a proprio agio, si sente un estraneo rispetto a quel mondo "strano".
Potrebbe trattarsi solo di una mia impressione, di una mia esperienza personale e probabilmente dipende dalla spiritualità diversa di ognuno, o semplicemente dal proprio carattere più o meno espansivo, più o meno emotivo, ma è così che mi sentivo io quando son capitata - portata da qualche amico, due o tre volte - in ambienti più "innovativi", quando ancora mi domandavo perché essere cattolici e non protestanti, ad esempio, oppure cristiani "indipendenti", "senza appartenere" a confessione alcuna. Non è mia intenzione accusare nessuno di "protestantesimo", attenzione, ovvio che la differenza c'è ed è sostanziale; però chiedo a chi ha una spiritualità più "estroversa" (non so quale altro termine usare) di mettersi nei panni di chi invece magari è più "timido" e comprenderà che un occhio "inesperto", di un giovane (ma anche meno giovane) che non ha ben chiaro come stanno le cose, che si domanda perché mai un cristiano, una persona che crede in Dio, in Gesù Cristo, debba essere cattolico e non per esempio evangelico, e si ritrova ad assistere a celebrazioni dai modi di fare simili a quelli visti in film americani in chiese pentecostali...rimane un po' perplesso, non avendo ancora capito in cosa consiste la differenza vera e propria tra cattolicesimo e protestantesimo: se è solo una differenza formale, di gerarchia, Papa non Papa, preti non preti, una differenza solo di punti di vista, un certo numero di sacramenti o un altro ecc... Come dire, la "forma" a volte rischia di non corrispondere perfettamente con la "sostanza": un'osservatrice spaesata, per così dire "incompetente", che guarda alla forma esteriore, non sempre riesce a cogliere la differenza se non c'è qualcuno che gli fa notare l' "essenziale" . Al contrario - ma ripeto, sarà forse una mia personale esperienza o una coincidenza, trovandomi già in un periodo di maggiore "apertura" - uno dei primi "aiuti" l'ho avuto dalla "forma" più tradizionale, per non dire "tradizionalissima", perché ho "respirato" il sacro vero e proprio, l'ho colto subito con l'aiuto della "forma", chiara manifestazione della "sostanza", senza necessità di ulteriori spiegazioni. Certo, è stato solo un aiuto tra le altre cose, non la causa principale, è stata per tutta una serie di cose che man mano mi sono "scoperta" cattolica, però così è.
Non penso c'entri tanto il "metodo" più o meno alternativo, il problema è meno "superficiale": noi giovani, per quanto superficiali possiamo sembrare, le domande di senso ce le poniamo, più o meno consapevolmente, e, se ci avviciniamo a Cristo, alla Chiesa, è perché in fondo lo vogliamo, cerchiamo la "sostanza" chiara e semplice, vera, non "abbellita" (se di abbellimento si tratta) per renderla più attraente, col rischio di non essere riconosciuta per quello che è.
Abbiamo sete di Verità, quella vera, e, se è vero che "Io sono la Via, Verità e Vita"... va da sé che, anche senza volerlo, alla fine si arriva a conoscere Lui. Purtroppo però il mondo ci racconta un sacco di bugie e riesce a dimostrare pure che il sole è viola anche quando è sotto gli occhi di tutti che è giallo. A prima vista si potrebbe pensare che queste questioni non strettamente legate alla religione – dalla storia, alla scienza - c'entrino poco con la Fede, l'avvicinarsi alla Chiesa ecc... però, come dicevo prima, la Verità c'entra eccome! E poi non si può negare che tanta diffidenza verso la Chiesa è dovuta in parte alla confusione e le bugie sul suo conto.
È vero che la Fede è un dono e che ci sono cose che superano la Ragione, però è anche vero che l'uomo, essere razionale e libero, in un certo senso sceglie "razionalmente" se vuole credere oppure no, e spesso usa svariati "pretesti" per non credere, come possono essere gli scandali, i difetti della Chiesa, dei suoi ministri e dei laici, purtroppo veri e non necessariamente "gravi". Anche un semplice laico osservante e "pio" la domenica a Messa, ma poi sgarbato, invidioso, pettegolo, maldicente durante il resto della settimana, può essere motivo di scandalo e di allontanamento per chi è più lontano che, giustamente, rimprovera l'ipocrisia dei cattolici. Ero tra questi. Poi ho capito che "coloro che sfuggono la Chiesa per l'ipocrisia, l'imperfezione delle persone religiose, si scordano che, se la Chiesa fosse perfetta nel senso da loro reclamato, non ci sarebbe in essa posto per loro." (Fulton J. Sheen). Come scriveva Tolkien (ha avuto anche lui una parte nella mia esperienza) "la fede è un atto di volontà, ispirato dall'amore. (...) Lo scandalo al massimo è occasione di tentazione (...) La tentazione di "non credere" è sempre dentro di noi. (...) ora mi conosco abbastanza bene da sapere che non lascerò la Chiesa (che per me significherebbe abbandonare l'alleanza con Nostro Signore) per una qualsiasi di queste ragioni: la lascerei se non credessi, e non crederei nemmeno se incontrassi qualche sacerdote saggio e santo. Negherei i Santi Sacramenti, cioè definirei il Nostro Signore un imbroglio." (lettera 250 a Michael Tolkien)
I Santi Sacramenti e soprattutto il Santissimo Sacramento, ecco ciò che "fa la differenza"; qual è la vera Chiesa mi chiedevo?
Cito ancora Tolkien: "Ma per me quella Chiesa di cui il Papa è capo riconosciuto ha un merito maggiore, e cioè quello di aver sempre difeso il Santo Sacramento e di avergli reso sempre onore e di averlo messo (come Cristo voleva) al primo posto. «Nutrite le mie pecorelle» fu il suo ultimo incarico a San Pietro" (lettera 250 a Michael Tolkien)
Le chiese cattoliche non sono vuote, lì nel tabernacolo c'è davvero Lui, scusate se è poco. "C'è Gesù che ti aspetta", reale, presente, "ti vuole incontrare", questo vuole sentirsi dire un giovane che in fondo Lo vuole conoscere. Un incontro a tu per Tu davanti al Santissimo non può lasciare indifferenti, che si creda o meno alla reale presenza di Nostro Signore qualcosa cambia, almeno qualche piccolo dubbio si accende, si avverte la presenza del Sacro... È sicuramente più efficace, è un "metodo" diretto, vero, senza troppi fronzoli a volte un po' stravaganti, per lo meno per i gusti di alcuni.
Questo nuovo metodo di Nuova Evangelizzazione, ormai diffusa in varie diocesi, mi sembra sicuramente più concreto ed efficace delle messe più "allegre" per attirare i giovani, o altre cose del genere, che comunque tra l'altro a volte rischiano di esagerare con le "innovazioni".
Non era mia intenzione offendere nessuno né tanto meno dare una visione assoluta del problema. Questa lettera è solo una mia opinione sulla base della mia esperienza.
Con affetto in Cristo
Sabrina
Cara Sabrina,
sono d'accordo con te. I giovani non si attirano con i concerti rock durante la Messa o con cartelloni accattivanti. I giovani si attirano in chiesa e nella Chiesa solo grazie alla Verità che essa sola può offrire nella sua interezza.
Inoltre la liturgia che conservi il senso del sacro attira i giovani certo più degli spettacolini inventati dal celebrante creativo. Magari in un primo tempo suscitano interesse, ma poi, subissati da ben più accattivanti proposte del mondo, finiscono per lasciare comunque la pratica religiosa così superficialmente accolta in un primo momento di euforia.
Benedetto XVI è maestro anche sotto questo aspetto: il suo riportare il senso del sacro al centro di ogni celebrazione dovrebbe far riflettere quanti pensano di attirare i giovani a suon di innovazioni liturgiche.
Ecco un video che completa bene quanto stiamo dicendo. Merita davvero che sia diffuso in internet, su facebook e dovunque sia possibile:
http://www.youtube.com/watch?v=Fe9jkSuMWDg
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