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Avevano ragione Esselunga e il suo patron Bernardo Caprotti, che aveva denunciato tutto nel libro Falce e carrello, quindi Coop estense dovrà pagare una multa pari a 4,6 milioni di euro. Lo ha deciso l'Antitrust, che ha condannato la coop modenese per abuso di posizione dominante.
«La decisione di un organo indipendente come l'Antitrust rappresenta davvero una svolta» afferma a tempi.it Carlo Giovanardi, deputato del Pdl, modenese di origine, che si batte «da 30 anni per smascherare il monopolio di cui la Lega delle Coop gode a Modena grazie a bandi e piani urbanistici fatti dalle amministrazioni rosse ad hoc per loro». Ma il garante della concorrenza ha anche deciso che Esselunga, Coop e Comune dovranno raggiungere un accordo entro sei mesi perché la catena di Caprotti possa aprire un supermercato a Modena.
Coop estense, secondo dati aggiornati al 2011, domina il 66% del mercato degli ipermercati e il 47% dei supermercati nella provincia di Modena. Una fetta enorme, anche se a far scattare la condanna dell'Antitrust è stato un caso particolare.
Nel marzo del 2000 Esselunga ha acquistato per 24 miliardi di lire un terreno (nella foto, A) in via Canaletto, area molto vicina al centro storico di Modena, per costruirci un supermercato, come previsto dal piano regolatore del Comune. Nel febbraio 2001 il Comune ha messo all'asta un pezzettino di terreno adiacente ad esso (nella foto, B), cinque volte più piccolo di quello acquistato da Esselunga l'anno prima, dal valore base di 5 miliardi. La Coop estense ha alzato il prezzo a Esselunga fino ad una cifra incredibile di 23 miliardi di lire per un terreno inutilizzabile.
L'ha spuntata Coop estense, che grazie a quel piccolo terreno ha impedito a Esselunga di costruire il supermercato, visto che il piano regolatore del Comune prevedeva la presentazione di un unico piano di intervento sul quale ci deve essere l'accordo dei proprietari.
Il Comune di Modena, che aveva il 10% del terreno, ha invitato le due parti a mettersi d'accordo prima, ha poi chiesto a Esselunga, che deteneva il 72% del terreno, di venderlo a Coop estense (e non viceversa), che aveva appena il 18%, infine ha deciso di convertire il terreno da commerciale a residenziale, lasciando Esselunga con un palmo di naso.
«In questo caso l'illegalità era così macroscopica e pacchiana che l'Antitrust non ha potuto voltarsi dall'altra parte» dichiara Giovanardi, «ma a Modena la lista delle agevolazioni che il Comune ha dato alla Lega delle Coop è sterminata. C'è una vischiosità di potere, che poi i cittadini pagano con i loro soldi. Un monopolio, infatti, non permette la concorrenza e non lascia che i prezzi si abbassino. Non a caso i prodotti a Modena sono carissimi».
Giovanardi continua: «Purtroppo a Modena i funzionari di partito, gli amministratori locali e quelli della Lega delle Coop sono sempre le stesse persone, come se fossero interscambiabili. Turci, una bravissima persona, è stato presidente della giunta e delle Coop, senza contare la sua militanza in un certo partito. Poi lui era quello che faceva i piani commerciali. Non so se mi spiego».
Eccome, ma non esagera? «No, ho scritto un libro anni fa su questo e nessuno mi ha mai querelato, chissà perché. In Emilia, specie a Modena, politica, economia e amministrazioni sono saldate insieme in un enorme potere economico-finanziario. È un potere ferreo, che fa sì che, nonostante in Italia tutto cambi, in Emilia, Toscana e Umbria comandino sempre gli stessi».
Ora Esselunga potrà finalmente costruire il suo supermercato? «Non ne sarei così sicuro. La Lega delle Coop ovviamente sostiene che la sentenza sia un abbaglio, negano l'evidenza, e faranno ricorso. Quindi non so se potranno costruire, però intanto la sentenza rappresenta una grande novità».
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