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IL MUSEO VIRTUALE DEI MIRACOLI EUCARISTICI
Uno è ancora in corso: nella Basilica di San Francesco a Siena si conservano intatte dal 1730 ad oggi 223 ostie
di Cristina Siccardi
 

Internet è una strada eccellente per scoprire i tesori della Tradizione e per capire veramente che cosa significa essere cattolici:  «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv. 3,8) e il vento passa certamente nello straordinario sito dedicato ai Miracoli eucaristici nel mondo "miracolieucaristici.org": un museo virtuale ed una mappa interattiva di indubbio valore storico ed iconografico, dietro i quali si innalza una profonda Fede.
L'autore è Carlo Acutis, nato a Londra (dove si trovavano i suoi genitori per lavoro) il 3 maggio 1991 e morto nel 2006 a 15 anni, a causa di una leucemia fulminante. Egli offrì le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Era esperto di computer e leggeva testi di ingegneria informatica con passione e competenza. La diocesi ambrosiana ha introdotto la sua causa di beatificazione. Le sue colonne furono: Gesù Eucaristia e Maria Santissima; i suoi modelli: i pastorelli di Fatima, ovvero i beati Francesco e Giacinta Marto; san Domenico Savio; san Luigi Gonzaga e san Tarcisio, il quale subì il martirio da adolescente, mentre portava l'Eucaristia ai cristiani in carcere. Scoperto, strinse al petto il Corpo di Gesù, per non farlo cadere in mani profane, ma venne ucciso.
Il Martirologio romano ne fissa la morte il 15 agosto del 257 d.C. Il suo corpo fu sepolto nelle catacombe e fu portato nel 767 dal Pontefice Paolo I nella basilica di San Silvestro in Capite, dove oggi riposa sotto l'altare maggiore. Tarcisio martire e Carlo Acutis sono uniti dallo stesso amore per Gesù Eucaristia: ogni giorno Carlo riceveva la Santa Comunione con un immenso fervore. Aprendo il suo sito, che ci ha lasciato in eredità, possiamo scorrere meravigliose storie dove Gesù si è manifestato visivamente e a tutti nell'Ostia.
Fra questi miracoli uno è ancora in corso, dal 1730 ad oggi, ininterrottamente. Nella Basilica di San Francesco a Siena si conservano intatte, da 276 anni, 223 Ostie. Il 14 agosto del 1730 alcuni ladri riuscirono ad entrare in San Francesco e rubarono la pisside contenente 351 particole consacrate (molte Ostie furono poi utilizzate nelle ricognizioni e negli esami scientifici).  Dopo tre giorni, nella cassetta delle elemosine del Santuario di Santa Maria in Provenzano, furono ritrovate, intatte, tutte le Ostie e tali sono rimaste: fresche, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione. Scorrendo la bellissima mappa interattiva scopriamo che in un monastero benedettino di Andechs, in Germania, si conserva la reliquia del miracolo verificatosi a Roma nel 595, durante una Santa Messa celebrata da san Gregorio Magno. Al momento di ricevere la Santa Comunione, una nobildonna romana cominciò a ridere perché assalita dai dubbi circa la verità della reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati. Il Papa allora decise di non comunicarla e subito le specie del pane si mutarono in Carne e Sangue.
A Parigi, durante la Pasqua del 1290 un ateo, che aveva in odio la Fede cattolica, si procurò un'Ostia consacrata, per profanarla: la prese a coltellate e la gettò nell'acqua bollente; ma l'Ostia si sollevò, davanti all'uomo sconvolto, poi andò a posarsi nella ciotola di una pia donna, che subito consegnò la Particola al proprio parroco. La casa del profanatore fu trasformata in una cappella, dove venne conservata la santa Ostia, che sarà distrutta durante la Rivoluzione francese.
Nel 1640, durante l'invasione di Torino delle truppe del Conte d'Harcourt, i soldati francesi si introdussero nella chiesa di Santa Maria del Monte a Torino e uccisero numerosi civili, mentre la vita dei frati Cappuccini venne risparmiata. Tuttavia un soldato riuscì ad aprire il Tabernacolo, contenente la pisside con alcune Particole consacrate e subito fu investito da una lingua di fuoco che gli bruciò il viso. La porticina del Tabernacolo, decorata con agata e lapislazzuli, presenta ancora le tracce della manomissione.

 
Fonte: Corrispondenza Romana, 31/10/2012